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Verso il Trento Film Festival, 27 aprile - 5 maggio 2019

Il Marocco Paese ospite dell’edizione 2019 – Il manifesto firmato dallo spagnolo Javier Jaén – La riflessione sull’effetto cambiamenti climatici su boschi e foreste

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Conferenza stampa di presentazione del Film Festival.

Oggi, a Palazzo Roccabruna, il Trento Film Festival ha svelato il Paese ospite della sezione «Destinazione…» e il nuovo manifesto della 67ª edizione della rassegna, che si svolgerà a Trento dal prossimo 27 aprile al 5 maggio.
A illustrare le novità sono stati il presidente del festival Mauro Leveghi, la direttrice Luana Bisesti e il responsabile del programma cinematografico, Sergio Fant. Presenti gli assessori alla cultura dei Comuni di Trento e Bolzano, rispettivamente Corrado Bungaro e Juri Andriollo e, in qualità di padrone di casa, il presidente della Camera di Commercio di Trento Giovanni Bort, che ha aperto l’incontro con un saluto a nome dell’ente da lui rappresentato.
Come ha annunciato Mauro Leveghi, il Paese ospite 2019 della Sezione «Destinazione…» sarà il Marocco. Autore del nuovo manifesto della rassegna è l’artista spagnolo Javier Jaén.
 
«L’unione di cinema e montagna – ha evidenziato Corrado Bungaro - ha prodotto cultura fino dalla prima edizione del Trento Film Festival. La scelta di sottotitolare l’edizione di quest’anno con il binomio montagne e culture introduce un valore aggiunto importante, sottolineando la pluralità delle voci che animano questa rassegna e che raccontano l’uomo attraverso il suo modo di vivere la montagna.
«In questi tempi in cui la paura del diverso sembra prevalere sulla curiosità di scoprire l’altro, Trento, grazie al suo Film Festival, si conferma una città capace di guardare oltre le sue mura.»
 
«Il sodalizio con il Film Festival di Trento – ha aggiunto Juri Andriollo – che la Città di Bolzano ha iniziato nel 1997, continua a produrre risultati assai lusinghieri per la nostra città.
«Il fatto di organizzare la sezione di Bolzano a settembre ci consente di dare una sintesi qualificata del Film Festival di Trento, attraverso la proiezione dei film premiati e alla valorizzazione editoriale con la presentazione di libri e incontri con gli autori.
«Infine vogliamo sottolineare che quest’anno il Film Festival di Trento dedicherà particolare attenzione alle problematiche ambientali che si riflettono anche sul patrimonio montano e boschivo, tema questo che ha purtroppo accomunato le province di Bolzano e Trento solo pochi mesi or sono, con l’eccezionale distruzione di milioni di alberi.
«Sarà quindi nostro compito anche quello di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della difesa dell’ambiente per evitare in futuro tali accadimenti.»
 
«Come suggerisce l’immagine del manifesto realizzato da Javier Jaén – ha spiegato Mauro Leveghi – la montagna rappresenta, allo stesso tempo, un luogo fisico e interiore, dove l’uomo può vivere in una dimensione reale le proprie scoperte e avventure e in un ambito più spirituale i sogni e i propri limiti.
«Dentro ognuno di noi c’è, infatti, una montagna che va esplorata e scalata che s’impersonifica con quella reale mentre la percorriamo a piedi, con i ramponi, gli sci o cercando sulla roccia gli appigli e gli appoggi che ci consentono di progredire verso l’alto, per raggiungere quel confine che ci separa del cielo, da quel qualcosa più grande di noi che rappresenta la fonte dei nostri dubbi, delle curiosità, dello stupore.
«Ma il manifesto di quest’anno – ha aggiunto il presidente del festival – acquista una valenza particolare anche alla luce delle calamità ambientali che si sono verificate lo scorso fine ottobre in Italia del nord, in particolare in Veneto e Trentino Alto Adige a causa di un’eccezionale ondata di maltempo.
«Calamità sempre più ricorrenti in tutto il mondo e che ci riportano con drammaticità al problema dell’impatto dell’attività umane sull’ambiente, con la conseguente accelerazione dei cambiamenti climatici in atto. In questo senso il manifesto di Javier Jaén, rappresentando la montagna con il profilo di un uomo, vuole richiamare l’attenzione sui limiti che l’umanità deve porsi affinché le terre alte, come ambiente di vita per noi, continuino ad esistere.
«L’uomo nel corso della storia ha cambiato la montagna, l’ha plasmata, le ha attribuito delle identità, le ha inferto ferite, identificandosi con essa e oggi, forse più di ieri, è arrivato il momento di fermarsi per riflettere sul futuro che vogliamo costruire con lei, per abbandonare quella visione antropocentrica che non permette di guardare verso gli orizzonti del futuro».
 
«Il manifesto di quest’anno – ha aggiunto la direttrice del festival, Luana Bisesti – vuole esprimere anche l’immagine della montagna come uno dei luoghi privilegiati della Terra per la contaminazione a trecentosessanta gradi tra culture diverse, uno spazio d’incontro senza confini caratterizzato da un linguaggio comune, appunto quello della montagna, che avvicina e rende possibile, quasi istintivamente, la conoscenza e il rispetto tra popoli diversi. In quest’ottica s’inseriscono le straordinarie montagne del Marocco, Paese ospite della sezione «Destinazione…», emblemi di un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di millenni d’incontri e relazioni tra culture e civiltà diverse: berberi, arabi, francesi e persino comunità ebraiche hanno, infatti, sedimentato le proprie tracce in un paese che sta tracciando la sua strada verso la modernizzazione.
«Durante il festival, in collaborazione con l’Ambasciata in Italia del Regno del Marocco e la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, racconteremo con un programma ricco di eventi il fascino di questo Paese dell’Africa settentrionale, caratterizzato dalla presenza di spettacolari catene montuose.
«Film e documentari, poesia e letteratura, i gusti saporiti di una cucina frutto delle influenze berbere, arabe e mediterranee, coloreranno e profumeranno, quindi, la 67. edizione di un Festival sempre più laboratorio e spazio di contaminazione tra culture.»
 
Durante la conferenza stampa il presidente del festival ha anche annunciato alcune rilevanti modifiche allo Statuto associativo.
«Il nostro statuto – ha spiegato Mauro Leveghi – recentemente è stato oggetto di un importante aggiornamento, prevedendo nuove attività per le quali il festival è ormai considerato un punto di riferimento in Italia e all’estero. Inoltre è prevista, anche per i soci ordinari, la nomina di un rappresentate in seno al Consiglio direttivo dell’associazione.»
Attualmente i soci del festival sono il Comune di Trento e il Cai (soci fondatori) il Comune di Bolzano (socio storico) e le Camere di commercio di Trento e di Bolzano (soci ordinari) che, in considerazione della nuova previsione statutaria, avranno pertanto in Consiglio direttivo i loro rispettivi rappresentanti, che entreranno in carica prossimamente.
Tra le altre novità di rilievo la possibilità di svolgere un’opera di valorizzazione e di formazione di figure professionali da inserire negli ambiti cinematografici e di promozione letteraria legati ai temi d’interesse del festival.

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