Boom della pasta con 100% di grano italiano – Di Alberto Pattini
Esempio d'integrazione di filiera tra agricoltura e industria che non ha precedenti

Le famiglie italiane nel 2012 sono state costrette, secondo i dati Istat, a tagliare addirittura le spese anche sul cibo (-3 per cento) e sulla sanità (-2,2 per cento).
Per effetto della diminuzione del reddito disponibile continuerà la riduzione di spesa delle famiglie che ha colpito principalmente il vestiario e le calzature (-10,2 per cento), i trasporti (-8,5 per cento), l’acquisto di elettrodomestici e mobili (-5,8 per cento) ma in generale ha riguardato tutti i beni e servizi, dalle comunicazioni (-4,8 per cento) alla cultura (-4,7 per cento).
In questa situazione preoccupante si registra un forte incremento per le vendite di un prodotto alimentare simbolo del made in Italy: la pasta tradizionale.
È boom di vendite per la pasta fatta con grano 100 per 100 italiano per la qualità del prodotto ma anche per effetto della crisi che spinge i consumatori a privilegiare scelte di acquisto sostenibili che contribuiscono al rilancio dell’economia locale.
E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione del nuovo stabilimento dello storico pastificio Ghigi che è stato salvato dall’innovativo progetto di pasta con grano cento per cento italiano, con i dipendenti che sono praticamente raddoppiati insieme ad un bacino di di approvvigionamento che conta su quasi settemila agricoltori.
Lo storico Pastificio Ghigi dopo aver rischiato di sparire dalle tavole italiane a da quelle di mezzo mondo a seguito del fallimento del dicembre 2007 è stato rilevato da un cordata di consorzi agrari, capeggiata dal consorzio dell’Adriatico che nel pieno della recessione mondiale ha deciso di sfidare la crisi puntando su innovazione, qualità e una integrazione di filiera tra agricoltura e industria che non ha precedenti.
Puntando sulla «green economy» con l’utilizzo del grano italiano al 100 per 100 si è realizzato un piccolo miracolo che ha portato alla realizzazione di un nuovo stabilimento su una superficie di 65 mila metri quadrati di cui 14 mila coperti con un investimento di 29 milioni di euro.
All’estero è destinato l’85 per cento della produzione di cui il 45 per cento in Francia, con il marchio leader Price e Ghigi; il 25 per cento in Germania, con il marchio Mamma Lucia e Ghigi; il 15% negli Stati Uniti con il marchio Ghigi, Arneo, Vesuvio e Delish (biologico); il restante 15% è suddiviso tra Corea, Etiopia, Spagna, Repubblica Ceca, Libia, Malta e Giappone.
Particolarmente importante è il marchio biologico Delish, in crescita negli Stati Uniti dove viene venduto dalla maggiore catena di farmacie americane, la Walgreens, con 8.000 punti vendita in tutti gli stati federali.
In Italia pasta Ghigi viene distribuita per il momento in Emilia Romagna, nord Marche e Lazio, attraverso la grande distribuzione, grossisti, negozi tradizionali, punti vendita del consorzio agrario Adriatico e botteghe di Campagna Amica.
Alberto Pattini
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