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Cerchiamo di evitare il pessimismo del dopo Natale

C’è una soglia dell’«avere» sotto la quale è molto difficile «essere», ma non cerchiamo il diavolo dove non c'è

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È abbastanza avvilente quanto si legge oggi sulla stampa dopo questo Natale.
Disegnare oggi gli scenari appocalittici della crisi, perché la gente ha consumato meno dell’anno scorso, ci fa pensare alla superficialità con cui è stato affrontato il problema a suo tempo.
Quando un mese fa (sorretti da un’analisi indiscutibile della Banca d’Italia) abbiamo annunciato gli effetti della manovra del Governo Monti (recessione, inflazione e perdita posti di lavoro), probabilmente siamo stati considerati pessimisti.
Ma più probabilmente prima di Natale nessuno voleva sentirsi sbattere in faccia la dura realtà.
Adesso che è il momento di rimboccarsi le maniche, è come se dicessero che tanto è inutile.
 
Altro argomento che ci lascia perplessi è l’omelia del vescovo Bressan, che per condannare l’aspetto consumistico del Natale, bolla i mercatini natalizi.
Chi scrive è un abituale frequentatore del mercatino di Piazza Fiera, se non altro per la splendida zuppa di gulash che vi trova per un mese all’anno (i turisti lo perdonino...).
Bene, avete mai fatto i conti di come e quanto lavorino le persone impegnate nei mercatini?
È tutta gente che non prende in considerazione i sacrifici, quando si tratta di guadagnarsi il pane. È tutta gente che dà il buon esempio di come si deve fare per affrontare le difficoltà e la vita.
Fa presto il vescovo a condannare il consumismo di Natale. 
Certo può semprare amorale. Ma è semplicemente parte della condizione umana, che in qualche modo deve comunque vivere, onestamente, nonostante tutto.
 
Noi abbiamo pubblicato un commento proprio il 25 dicembre per invitare la gente a cogliere il momento di difficoltà per approfittare a dare un’occhiata dentro la propria anima. E vedere così cosa ci importi di più, se l’essere o l’avere.
Avevamo scritto anche che il non avere ci avrebbe reso il Natale più difficile, ma non più triste.
Lo ripetiamo oggi. 
Ma ci sembra doveroso aggiungere che c’è una soglia dell’avere sotto la quale è molto difficile essere.
Non dimentichiamolo mai.
Cerchiamo di evitare il pessimismo del dopo Natale e incoraggiamo la gente a reagire.
Ed evitiamo di cercare il diavolo nei consumi. Se fosse lì, sarebbe stato un magro Natale anche per lui.
 
GdM

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