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Papa Francesco: «L'albero Trentino, un invito a rispettare la natura»

Udienza generale stamani in Sala Nervi, alla presenza del governatore Rossi, di mons.Tisi e di una delegazione dalla Valsugana

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Grande emozione questa mattina in Sala Nervi, in Vaticano dove papa Francesco ha avuto parole di ringraziamento per la comunità trentina che ha donato il grande albero di Natale che tra qualche ora verrà acceso in Piazza San Pietro per accompagnare i fedeli attraverso il lungo periodo in cui si ricorderà la nascita di Cristo.
A guidare la delegazione trentina presente oggi all'udienza del pontefice c'erano l'arcivescovo Lauro Tisi e il governatore Ugo Rossi.
Presenti anche il senatore Panizza, alcuni sindaci della Bassa Valsugana, il coro Lagorai, i Vigili del fuoco volontari e numerosi fedeli.
C'erano inoltre i ragazzi dell'istituto alberghiero di Rovereto e Levico Terme che hanno cucinato un dolce (zelten) donato a Papa Francesco e che pomeriggio daranno il meglio di sè al breve rinfresco che seguirà la cerimonia dell'accensione dell'albero.
 
È stato lo stesso papa a ricordare che «L’albero di Natale posto accanto al presepe proviene dai boschi di Scurelle, ai piedi della catena montuosa del Lagorai, contornata da un’incantevole natura, con fiori, piante e ruscelli cristallini che costeggiano i sentieri.»
«La bellezza di quei panorami - ha aggiunto il pontefice - è un invito a contemplare il Creatore e a rispettare la natura, opera delle sue mani. Siamo tutti chiamati ad accostarci al creato con stupore contemplativo.»
«È una giornata ricca di emozione - ha poi commentato Ugo Rossi - ma anche di orgoglio perché il nostro Trentino - degnamente rappresentato in piazza San Pietro - è chiamato a rappresentare la sintesi tra il vivere civile e l'attenzione all'ambiente niente e alla natura. Credo che questo albero rappresenti anche un piccolo esempio di come il nostro territorio sia ancora ben saldo dentro questo valori.»


 
L'abete del Vaticano, che sarà «acceso» questo pomeriggio, proviene dai boschi certificati PEFC dalla Val Campelle nel comune di Scurelle, nella Provincia autonoma di Trento, ai piedi della catena montuosa del Lagorai.
Si tratta di un abete rosso alto 25 metri, certificato per la gestione sostenibile della foresta d'origine: la pianta ha circa 85 anni di vita, ha un diametro iniziale alla base della chioma di 8 metri e un diametro del tronco di 70 cm, pesa 60 quintali e nello stesso giorno in cui è stata abbattuta, domenica 13 novembre, una scolaresca della Valsugana ha piantato 49 alberi (larici e abeti rossi).
Un atto simbolico, per sensibilizzare anche le giovani generazioni alla gestione attiva e sostenibile in una zona dove lo scorso autunno sono stati abbattuti alcuni alberi colpiti da un parassita.
 
Con l'aiuto dei Vigili del Fuoco volontari della zona e della Protezione Civile di Trento, l'albero è stato trasportato a valle da un elicottero dell'Esercito Italiano - Reggimento Aves «Antares» di Viterbo e poi adagiato sul Tir che lo ha trasportato su gomma nella capitale dove è arrivato giovedì 23 novembre.
«Ci eravamo già resi disponibili per donare l'Albero alla Santa Sede già nel 2007» - ha dichiarato il sindaco di Scurelle Fulvio Ropelato - «Quando quest'anno ci è stata concessa questa opportunità ne siamo stati onorati.»
La tradizione dell'offrire l'abete natalizio è iniziata nel 1982 con Papa Giovanni Paolo II che, per la prima volta, ebbe in dono da un contadino che lo trasportò fino a Roma sul suo camion un abete proveniente dalle foreste della Polonia.
Negli ultimi anni quasi tutti gli abeti sono venuti da foreste certificate PEFC italiane ed europee, cioè che forniscono garanzie per la loro gestione sostenibile e responsabile, dove ad esempio ad ogni pianta abbattuta segue sempre una azione di ripristino delle condizioni ambientali ottimali.

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