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Grande Guerra, Fugatti in visita alle trincee in Val di Gresta

Le tracce e la memoria del primo conflitto mondiale recuperate grazie all’impegno degli Alpini di Mori

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«Un luogo di particolare valore culturale, forse meno noto rispetto alle classiche trincee che conosciamo in Trentino ma non per questo meno ricco di testimonianze della Grande Guerra.
«Un luogo denso di storia e di scorci di particolare significato per comprendere ciò che è stato il primo conflitto mondiale. In ogni angolo, in ogni trincea, in ogni manufatto possiamo immaginare e cogliere la vita dei soldati, le loro difficoltà quotidiane e la tragedia stessa della guerra.
«Una grande testimonianza recuperata e messa a disposizione della comunità, compresi i tanti studenti che vengono qui in visita, grazie allo straordinario impegno del Gruppo Alpini di Mori, ai quali va il mio più sentito ringraziamento.»
 
Così il presidente Maurizio Fugatti che stamane si è recato sul monte Nagià Grom, in Val di Gresta.
Il presidente è salito dall’abitato di Manzano accompagnato nel corso della visita al caposaldo dal Capogruppo degli Alpini di Mori Fiorenzo Bertolini, dalla presidente del Consiglio comunale di Mori Silvana Scarabello Vettore, dal consigliere comunale Aurelio Gentili in rappresentanza del sindaco Stefano Barozzi e da Italo Cattoi e Dino Finotti del Gruppo Alpini di Mori.
 

 
Il caposaldo austroungarico sul Nagià Grom è una «fortezza naturale» che ha ricoperto un particolare valore strategico durante il primo conflitto mondiale, tanto che i comandi militari austriaci cominciarono ad allestirvi un campo trincerato prima ancora di entrare in guerra con l’Italia.
L’area, vista la sua rilevanza tattica, arrivò ad essere presidiata da alcune centinaia di uomini. Un patrimonio storico che rende efficacemente l’idea della vita dei soldati in trincea e che è stato recuperato grazie all’intervento del Gruppo alpini di Mori.
 
A partire dal 2001 le penne nere, su impulso di Francesco Silli, promotore dell’opera di recupero, hanno infatti ripristinato fra l’altro i sentieri, le trincee, le postazioni scavate nella roccia e i manufatti con il sostegno operativo della Provincia e grazie anche alla collaborazione di diversi cittadini e associazioni.
Oggi questa preziosa risorsa storica e culturale è meta anche di numerose visite didattiche organizzate in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.
Basti pensare che nel solo mese di ottobre sono state ben quarantanove le scolaresche provenienti dal nord Italia che hanno visitato il caposaldo, ma nel corso degli anni l’area è stata meta anche di studenti provenienti da tutto il Paese.

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