È morto il giornalista e scrittore Giorgio Bocca. Aveva 91 anni
Grande testimone del nostro tempo, non ha mai accettato di rivedere le sue posizioni radicali, accusando il revisionismo dei libri e e degli articoli «alla Pansa»

Abbiamo apprezzato Giorgio Bocca per le mille cose che ci ha insegnato, così come ringraziamo Giampaolo Pansa per come ci ha insegnato a filtrare i suoi insegnamenti.
L’opera di Bocca che più abbiamo apprezzato è stata la Storia di una Repubblica (1981), secondo noi tuttora fondamentale per ripercorre la vita della nostra Repubblica.
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Nato a Cuneo il 28 agosto 1920, Giorgio Bocca inizia a scrivere da adolescente, dalla seconda metà degli anni trenta, su periodici a diffusione locale.
Successivamente, dal 1938 al 1943, scrive per la testata cuneese La Provincia Grande, Sentinella d'Italia.
Alla fine della lotta partigiana, riprende l'attività giornalistica, scrivendo per il giornale di Giustizia e Libertà. Dopo la guerra lavorò per la Gazzetta del Popolo, quindi per L'Europeo e Il Giorno.
Negli anni sessanta si è affermato come inviato speciale con inchieste sulla realtà italiana.
Nel 1975 sostenne che l'esistenza delle Brigate Rosse fosse in realtà una favola raccontata agli italiani dagli inquirenti e dai servizi segreti.
Qualche anno più tardi rivide pubblicamente queste sue posizioni.
Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano la Repubblica, con cui da allora collaborò ininterrottamente.
Tra gli anni ottanta e gli anni novanta ebbe anche un'esperienza nel giornalismo televisivo: a partire dal 1983 ha ideato e condotto una serie di trasmissioni per le reti Fininvest: Prima pagina, Protagonisti, 2000 e dintorni, Il cittadino e il potere.
È stato anche opinionista per i programmi Dovere di cronaca e Dentro la notizia.
Nel 1989 ha condotto per Canale 5 un'inchiesta sul terrorismo italiano e internazionale degli anni '70-'80 dal titolo «Il mondo del terrore».
L'11 aprile 2008 gli è stato consegnato nella sua casa milanese con una cerimonia privata dal presidente della Giuria Italo Moretti, il Premio Ilaria Alpi alla carriera 2008, giunto ora alla sua quarta edizione, i cui vincitori delle passate edizioni erano stati Enzo Biagi (2005), Ryszard Kapuscinski (2006) ed Emilio Rossi (2007)[6].
Dalla pratica del giornalismo è nata la sua attività di scrittore, con i suoi libri a sfondo sociale e di costume. Il suo interesse si è spostato sulla crisi sociale, che - nella sua interpretazione dei fatti - generava il terrorismo, di cui ha scritto la storia e intervistato i protagonisti.
Si è frequentemente interessato di aspetti relativi al divario geografico dell'economia e del sociale d'Italia, scrivendo di fatti inerenti alla questione meridionale e all'avvento del fenomeno leghista all'inizio degli anni novanta.
Bocca ha scritto anche diverse importanti opere storiche, tra cui alcune sulla sua esperienza partigiana.
Nel 2000 vince il premio letterario Gandovere-Franciacorta nella sezione testimonianze.
Negli ultimi anni Bocca - oltre ad essere pervaso da un pessimismo cosmico sulla capacità del suo Paese di rialzare la testa e di riconquistare il pudore perduto - si è contrapposto anche ad alcuni tentativi di revisione critica della Resistenza.
In particolare, si ricorda una sua polemica con Giampaolo Pansa, che pure era stato suo compagno d'avventura prima a La Repubblica, poi a l'Espresso.
Per Bocca si rischia, con i libri e gli articoli «alla Pansa», di aprire a un revisionismo strisciante e «cerchiobottista» che vuole accomunare la Resistenza e il fascismo, omettendo di ricordare le correità del fascismo con il nazismo, descrivendo mali e beni di entrambi i fronti per arrivare a una assoluzione generale.
Lancia per questo, dalle pagine del quotidiano la Repubblica, numerosi moniti rivolti alle nuove generazioni perché ricordino i valori fondanti della nostra repubblica.
È morto nel giorno di Natale, nella sua casa di Milano, dopo una breve malattia, all'età di 91 anni.
Si colloca tra i grandi protagonisti del giornalismo italiano, avendo raccontato nei suoi articoli e nei suoi libri la vita italiana con attenta analisi e profonda passione civile.