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Al via il progetto del portale della Storia della val di Fiemme

I racconti degli anziani della Valle saranno videoregistrati per non perdere la memoria storica della comunità

Un archivio che raccolga i ricordi degli anziani per preservare il recente passato della valle e tracciarne la carta d’identità.
Un progetto culturale, ma con un’utilità sociale: promuovere, valorizzare e divulgare la storia e le tradizioni locali.
È questo l’obiettivo principale del Portale della storia di Fiemme, progetto avviato dalla Comunità territoriale, con la collaborazione della Fondazione Museo Storico del Trentino.
 
Il progetto prevede la realizzazione di videointerviste in cui si raccontino, oltre agli eventi epocali, soprattutto le piccole storie che difficilmente trovano spazio nei libri o nei documentari.
Attraverso queste storie sarà possibile analizzare un’ampia varietà di tematiche: i lavori tradizionali, il ruolo della donna, la religione e l’influenza della chiesa nella vita quotidiana, l’emigrazione, l’istruzione e l’educazione dei figli, la morte e le malattie, i racconti di paese.
L’utilizzo delle videointerviste permetterà di ricreare la stessa intensità dell’incontro dal vivo, coinvolgendo la sfera emozionale.
 
Le interviste realizzate potranno essere divulgate in molti modi diversi, sfruttando soprattutto il web e le numerose opportunità che offre. Particolarmente importante sarà la possibilità di coinvolgere le scuole.
«La trasmissione della memoria di generazione in generazione – sottolinea Silvia Delugan, responsabile del Progetto Cultura della Comunità, – è un’attività che nella società odierna si sta perdendo.»
 
L’anziano, raccontandosi, recupera il ruolo di portatore di esperienza, conoscenza, saggezza e si avvicina ad un mondo, quello dei giovani, da cui molto spesso si sente escluso.
«Contemporaneamente, – aggiunge Delugan, – le generazioni più giovani trovano la possibilità di ascoltare racconti, ricordi ed esperienze, rese fruibili gratuitamente anche online, direttamente dalla persona che ha vissuto sulla sua pelle determinate esperienze e vicissitudini che fino a quel momento avevano studiato a scuola, e non avevano mai immaginato fossero state reali per qualcuno a loro tanto vicino.»
«In questo modo, – conclude – in qualità di cercatori di memoria, i giovani diventano protagonisti del proprio percorso di formazione.»
 
In questa prima fase sono coinvolti soltanto tre gruppi di lavoro, ma l’intenzione è di estendere il progetto all’intera valle, con operatori in ogni paese.
Attualmente sono interessati dall’iniziativa la Fondazione Stava, che dispone di 85 ore di videointerviste già realizzate e che, partendo da un’esperienza consolidata, allargherà progressivamente il suo ambito d’azione.
Il Museo Casa Begna di Carano che, disponendo di una sede museale ricca di reperti, intervisterà anziani che possano raccontare l’utilizzo di quegli oggetti e le storie di vita a loro connesse.
Il gruppo Me Recordo di Ziano punterà, invece, a far dialogare due generazioni diverse, coinvolgendo i giovani come cercatori di memoria e permettendo così agli anziani di riacquistare il ruolo di depositari della stessa.
 
Per questi primi gruppi il corso di formazione, tenuto da esperti della Fondazione Museo Storico del Trentino, è già iniziato.
Sono state organizzate lezioni teoriche sull’approccio psicologico alla videointervista e sul corretto funzionamento delle attrezzature necessarie. Seguiranno prove con operatori dell’ente museale.
Dopodiché i tre gruppi contatteranno gli anziani per le interviste, per poi cominciare a registrare i loro racconti, salvaguardando così un passato che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perso.

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