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Ritrovato il Cacciatorpediniere Gioberti, affondato il 9 agosto 1943

Aveva partecipato alle battaglie navali della Seconda Guerra Mondiale di Punta Stilo, Capo Teulada, Gaudo e Matapan, Prima Sirte, Mezzo giugno e Mezzo agosto

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Il Regio Cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale di oltre 200 missioni di guerra, è stato localizzato nei pressi dell’isola del Tino [è una delle tre isole del golfo della Spezia - NdR] a circa 600 metri di profondità dall’ingegner Guido Gay con gli strumenti da lui stesso progettati e installati sul catamarano Daedalus (foto qui sotto).
Affondato il 9 agosto del 1943 mentre stava scortando la VIII Divisione diretta a Genova, il Cacciatorpediniere fu colpito dai quattro siluri lanciati verso le 5 navi da un sommergibile avversario.
La nave si spezzò in due tronconi che affondarono a distanza di decine di metri tra loro. I 171 superstiti furono recuperati da alcuni MAS e da altre unità partite da La Spezia.
L’importante attività di ricerca in altofondale che da alcuni anni vede impegnati la Marina Militare e il MiBACT è volta all’individuazione e alla documentazione dei relitti profondi, oltre ad arricchire le conoscenze archeologiche sulle imbarcazioni ed i traffici commerciali di età antica, medievale e moderna e permette la sperimentazione e lo sviluppo di nuovi ed innovativi strumenti di indagine subacquea.
Alla missione sul cacciamine Gaeta della Marina Militare hanno partecipato tecnici della Soprintendenza Archeologia della Liguria e lo stesso scopritore Guido Gay, al fine di acquisire un accurato rilievo sonar e nuove immagini del relitto del cacciatorpediniere Gioberti.
 

 
  Approfondimenti  
Il cacciatorpediniere Gioberti faceva parte della 9ª Squadriglia Cacciatorpediniere con i gemelli della classe «Poeti» Alfieri, Oriani e Carducci.
Costruito nel cantiere O.T.O. di Livorno fu varato nel 1936 e consegnato alla Marina l’anno successivo.
Durante il conflitto 1940-43 partecipò a 216 missioni di guerra, tra le quali 12 di ricerca del nemico, culminate nelle battaglie di Punta Stilo, Capo Teulada, Gaudo e Matapan, Prima Sirte, Mezzo giugno e Mezzo agosto.
Il 9 luglio 1940 danneggiò, col tiro del suo cannone, l’Incrociatore britannico Neptune, informazione che fino a questo momento non era ancora stata comunicata.
Scortò con successo 60 convogli, ed eseguì 31 missioni di trasporto urgente di truppe e materiali, oltre a bombardamenti controcosta, pose di mine e caccia antisom. Ha percorso complessivamente 74.071 miglia.
Lungo 106,7 metri aveva un apparato motore composto da 3 caldaie a vapore surriscaldato e 2 turbine che potevano spingere la nave fino ad una velocità massima di 39 nodi.
Aveva un equipaggio di 173 uomini tra ufficiali, sottufficiali, graduati e comuni, e un armamento di 4 cannoni da 120/50 mm, 2 mitragliere pesanti da 37/54 mm, 8 mitragliere da 20/65 mm e 6 tubi lanciasiluri da 533 mm, in aggiunta a 2 lanciabombe. 
 
L'esplosione del Gioberti (Wikipedia).

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