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A Malè commemorato Carlo D’Asburgo, l'«Ultimo imperatore»

Fu l'ultimo a regnare sull'Impero, morì in esilio nel 1922, venne beatificato nel 2004

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Si è tenuta oggi a Malè, alla presenza di numerose autorità fra cui l'immancabile assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, la solenne cerimonia di commemorazione in ricordo del Beato Carlo d'Asburgo, ultimo imperatore della casata degli Asburgo a regnare sull'Impero, morto in esilio nel 1922, a soli 35 anni, e beatificato nel 2004.
 
La manifestazione, organizzata dall'Associazione storico-culturale-linguistica «El Brenz», in collaborazione con l'assessorato alla cultura della Provincia autonoma, è iniziata alle ore 9.00 con la processione delle reliquie del Beato, assieme a quelle di San Benedetto e di San Padre Pio di Pietrelcina (a testimonianza del particolare legame della famiglia con l'ordine dei Cappuccini).
 
Quindi l'inno dell'Austria-Ungheria, intonato da Sebastiano Caserotti, e la Santa Messa presso la Chiesa Parrocchiale di Malè, officiata da don Fortunato Turrini.
Il tutto alla presenza delle Compagnie Schützen, delle associazioni di volontariato e dell'Arciduca Martino d’Asburgo Este, nipote del Beato Carlo, circondato dal caldo abbraccio della numerosa popolazione.
 
Nel pomeriggio la conferenza storica presso la sala assemblee della Comunità di Valle, assieme all'assessore Panizza, al sindaco di Malè Bruno Paganini, a monsignor Arnaldo Morandi, delegato per l'Austria della Gebetsliga Kaiser Karl, di Roberto Coaloa, autore del libro Carlo d'Asburgo - L'ultimo Imperatore e nuovamente di S.a.i.r. L'Arciduca.
 
«Un momento di commemorazione religiosa ma anche di approfondimento storico - ha definito la giornata di oggi l'assessore Panizza - che ci aiuta a tenere vivo il senso del passato ma anche a rinnovare il nostro impegno per la pace in Europa. Carlo d'Asburgo parlava 11 lingue, e governava un impero di oltre 20 popolazioni diverse. Il suo rifiuto della guerra ci deve far riflettere sulle ragioni del nostro stare assieme in Europa, ragioni che ritroviamo anche nella nostra Autonomia speciale e nel progetto dell'Euregio, che affonda le sue radici nel nostro passato ma che guarda al futuro. Vorrei sottolineare inoltre - ha detto ancora Panizza - l'importanza dell'amicizia che da sempre lega il Trentino alla famiglia Asburgo, una famiglia lontana dagli scandali e dai clamori, impegnata all'interno delle istituzioni democratiche con un operato che non cerca la ribalta mediatica.»
 
Nato nel 1887, Carlo fu successore di Francesco Giuseppe e l'ultimo Asburgo a regnare, anche se solo per due anni, dal novembre 1916 al novembre 1918.
Nel 1911 aveva sposato la principessa Zita di Parma-Borbone, dalla quale ebbe sei figli. Zita morì nel 1989, il loro figlio maggiore, Otto, erede al trono e parlamentare europeo, è morto nel 2011.
 
Anche dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando nel 1914 a Sarajevo Carlo, pur erede designato alla Corona, partecipò attivamente al conflitto, prendendo personalmente il comando dell'esercito dopo l'ascesa al trono.
Visitò spesso il fronte trentino e nell'agosto 1917 fu presente all'inaugurazione della chiesetta dedicata a Santa Zita sul Passo Vezzena, recentemente ricostruita dall'Ana di Trento.
 
Fu sempre lui a cambiare ufficialmente la denominazione dei Landesschützen in Kaiserschützen. Il suo principale obbiettivo tuttavia era porre fine a quella che lui stesso definì «un'inutile strage».
Considerato un personaggio di grande levatura morale, che non solo si oppose strenuamente all’utilizzo di armi nuove e devastanti, ma che introdusse anche forti cambiamenti nella corte e nei rapporti con i diversi popoli dell’Impero, morì in esilio a Madeira, per un attacco di polmonite, il 1 aprile 1922, a soli trentacinque anni.
 
E' stato beatificato nel 2004 in considerazione del suo impegno per la pace, della sua vita senza sfarzi e senza macchia, della sua fede in Dio.

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