Il sindaco di Rovereto Valduga: «Quel rifiuto fu un grave errore»
Questa è una (la più autorevole) delle e-mail giunte in redazione a commento del «gran rifiuto» che il Consiglio Comunale di Rovereto oppose alla decisione di Vienna nel 1904 di aprire l'università Italiana nella Città della Quercia

«Quel rifiuto fu un grave errore.»
Così il sindaco di Rovereto Guglielmo Valduga commenta il «No»
espresso nel 1904 da Rovereto all'offerta viennese di collocare
nella Città della Quercia l'università italiana.
Avevamo pubblicato un articolo qualche giorno fa per commentare un
fatto del quale la nostra gente sa poco. Nel marzo 1904 il Governo
Asburgico aveva deciso di aprire a Rovereto l'Università Italiana.
Come si può leggere nell'articolo
in questione, Vienna aveva optato per Rovereto, città
meno pericolosa di Trento quanto all'irredentismo, per aprire
un'università di lingua italiana.
I Trentini, all'epoca del Lombardo-Veneto studiavano a Pavia. Persa
la Lombardia dall'Impero, studiavano a Padova. Perso il Veneto…
L'Adigetto.it aveva «scoperto» - ci si passi il termine -
questo incredibile episodio studiando alcuni atti che riguardavano
De Gasperi, finito in carcere con Battisti a Innsbruck in seguito
ai tumulti scoppiati per via dell'Università italiana che il Tirolo
avrebbe dovuto ospitare dopo il «gran rifiuto» di Rovereto.
Il Consiglio
Comunale di Trento aveva giustamente condannato all'unanimità
l'arresto degli studenti trentini, annotando tra i consiglieri
«assenti giustificati» anche il Battisti, finiti in carcere appunto
oltre il Brennero.
Rovereto, dopo il rifiuto votato all'unanimità dal Consiglio
Comunale, aveva perfino deci-so di apporre una targa di pietra a
futura memoria. La si può vedere ancora a fianco dell'ingresso alla
sala del Consiglio. E nella foto a fianco.
Al sindaco di Rovereto, un secolo dopo, l'onere e l'onore di fare
ammenda davanti ai Trentini e alla Storia.
«Rovereto fu privata di un patrimonio culturale importante come è
un'università - ci scrive il Primo cittadino di Rovereto - in nome
di un patriottismo che non aveva ragione di essere. L'Austria non
era insidiosa, ma stava dando un'opportunità alla città che non la
seppe raccogliere.
«Ora dopo più di 100 anni da quel rifiuto - prosegue Valduga -
stiamo costruendo un tessuto universitario a Rovereto e in questo
impegno di risorse e energie la città lavora a fianco
dell'Università di Trento. Un percorso che vede unite le città di
Trento e Rovereto per un'università distribuita sul territorio.
«Un'università che non è solo di Trento ma è di Trento e Rovereto,
- conclude il Sindaco, - come ha più volte rimarcato il Rettore
Bassi.»