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Solidarietà con i Tibetani nel 50° dell’esilio del Dalai Lama

Allo studio con una delegazione trentina un grande meeting delle autonomie a cui invitare anche tibetani e cinesi

Nel cinquantesimo anniversario dell'inizio dell'esilio del Dalai Lama in India, dopo la fallita rivolta del 1959 contro l'occupazione cinese, il Dalai Lama, assieme al Governo e al Parlamento creati dai profughi tibetani nella cittadina indiana di Dharamsala, ha tributato un forte omaggio alla delegazione trentina giunta fin lì per l'occasione.
Il presidente Lorenzo Dellai, che non ha potuto essere presente alle cerimonie che si tengono oggi in India, ha fatto pervenire al Dalai Lama un messaggio in cui esprime la vicinanza del Trentino al popolo tibetano e rinnova l'appoggio delle istituzioni autonomistiche al fine di trovare uno sbocco positivo alle richieste di autogoverno avanzate dal popolo tibetano, senza trascurare le esigenze riguardanti la sovranità e l'unità territoriale del governo cinese.
Illustrata con l'occasione dal responsabile della delegazione Roberto Pinter la proposta di un grande meeting delle autonomie da tenersi in Trentino e a cui invitare anche le delegazioni cinese e tibetana.
Qui di seguito il comunicato del presidente Dellai dopo aver appreso l'esito dei colloqui svoltisi ieri e oggi a Dharamsala, In India, dove ha sede in Parlamento tibetano in esilio.

Sono lieto di apprendere che il Dalai Lama ha riservato alla delegazione trentina l'accoglienza che solitamente si riserva a degli amici perché ciò dimostra che il Trentino dell'autonomia, quando sviluppa delle relazioni, anche internazionali, non lo fa per 'farsi bello', né le lascia poi cadere. L'impegno che ci siamo assunti con le due visite di Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, in Trentino, nel 2001 e nel 2004, continua, su molti fronti, e sono lieto che la nostra delegazione abbiamo potuto illustralo non solo a sua santità il Dalai Lama, nel corso di un colloquio privato, ma anche alle istituzioni politiche create dai tibetani in esilio.
In questa occasione importante, che vede gli occhi di tutto il mondo puntati sul Tibet e sulla cittadina di Dharamsala, abbiamo ribadito innanzitutto che noi riconosciamo come rappresentanti ufficiali del popolo tibetano il Dalai Lama, il Parlamento e il Governo in esilio, cosa che com'è noto non tutti i governi fanno.
Abbiamo ribadito inoltre la nostra volontà di continuare a sostenere i programmi di cooperazione allo sviluppo già in essere con la comunità tibetana in India, in settori che vanno dall'agricoltura all'artigianato all'istruzione, a cui si aggiunge ora una nuova richiesta sul versante dell'assistenza tecnologica per lo sviluppo delle energie rinnovabili, che saremo lieti di esaminare.
Continueremo inoltre a dare ospitalità a studenti tibetani che intendono frequentare la nostra università, specie se verranno a studiare la nostra autonomia. Infine, una proposta che ho condiviso con il collega Roberto Pinter: la possibilità di organizzare nel prossimo futuro un meeting sulle autonomie che veda presenti delegazioni italiane, europee e di altri paesi del mondo, a cui invitare anche una delegazione tibetana ed una cinese.
In questa occasione, oltre a testimoniare che autonomia speciale non significa dissoluzione dello stato sovrano, potremmo offrire un tavolo di confronto per il memorandum che i tibetani hanno elaborato tenendo conto non solo dell'insopprimibile desiderio di autogoverno del loro popolo ma anche dell'ordinamento costituzionale della Cina.

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