Inaugurata a Faedo una targa dedicata ad Andreas Hofer
Una croce illuminata ha poi brillato nella notte sulla valle dell'Adige

È stata la consueta salva di fucili
puntati verso l'alto dagli Schützen della Compagnia di Mezzocorona
a solennizzare ieri nel tardo pomeriggio l'inaugurazione ufficiale
sul sagrato antistante la chiesa parrocchiale di Faedo di una targa
dedicata ad Andreas Hofer.
«Nel bicentenario della sollevazione tirolese del 1809 - ha detto
nel suo intervento di saluto l'assessore Ugo Rossi, a Faedo in
rappresentanza della Giunta provinciale e del collega Franco
Panizza, impegnato in una missione istituzionale in Boemia -
vogliano sottolineare che il ricordo di quei lontani avvenimenti
non è un'operazione dettata dalla nostalgia per un tempo che non
tornerà più, ma il recupero della memoria delle nostre radici più
profonde, di quell'identità che può oggi aiutarci nel gestire al
meglio la nostra autonomia e nel consegnare la storia del nostro
Trentino alle giovani generazioni.»
Una croce illuminata in località Brusadi, sopra Faedo, ha brillato
dall'alto per l'intera notte sulla sottostante Valle dell'Adige,
rispondendo ad analoghi e tradizionali fuochi accesi a Mezzocorona,
Roveré della Luna e su su, per tutto il Südtirol.
«Bicentenario hoferiano 1809-2009: In ricordo degli abitanti di
Faedo che sono insorti contro le invasioni napoleoniche a difesa
della nostra terra.»
Recita così, la targa inaugurata ieri a Faedo sul sagrato
antistante la chiesa parrocchiale, alla presenza di numerose
autorità (il sindaco di Faedo in qualità di ospitante, l'assessore
Ugo Rossi in rappresentanza della Giunta provinciale del collega
Franco Panizza, assente perché impegnato con cinquecento trentini
che stanno visitando la Boemia, il comandante provinciale degli
Schützen Carlo Cadrobbi, i consiglieri provinciali Mauro Ottobre e
Rodolfo Borga, il rappresentante degli Alpini) e di una gran folla
di abitanti della zona e di curiosi venuti da fuori.
A fare gli onori alla cerimonia, erano presenti la Compagnia degli
Schützen di Mezzocorona e le delegazioni delle Compagnie di Lavis e
di Rovereto.
La targa, scolpita nella roccia calcarea tipica dei dintorni di
Faedo, realizzata dallo scultore Johann Jacob, oltre alla scritta
propone il volto ormai conosciutissimo del «Barbon» altoatesino, di
quell'Andreas Hofer oste e capopopolo della Passiria, che nel 1809
si mise alla testa della rivolta dell'allora Tirolo contro la
dominazione bavarese imposta dai Francesi e da Napoleone. Tradito
da un amico, l'Hofer verso la fine del 1089 venne fatto
prigioniero, trasferito con un lungo «pellegrinaggio» a Mantova,
qui processato e infine, il 20 febbraio 1810, fucilato alla
Cittadella.
La comunità di Faedo partecipò attivamente, duecento anni fa, sia
difendendo il proprio territorio alle invasioni francesi di fine
Settecento, sia aderendo alla ribellione del 1809, mettendo a
disposizione i propri volontari.
«È proprio questo spirito volontaristico di difesa del territorio,
- ha detto ieri il sindaco di Faedo Bruno Faustini - che noi oggi
vogliamo recuperare come spinta morale a difendere la nostra
autonomia, il nostro far da sé, quell'impegno di corresponsabilità
che è la vera forza delle comunità municipali trentine.»
L'assessore Rossi, per parte sua, dopo aver lodato il lungo lavoro
di ricerca storica che ha portato alla realizzazione di un volume
che descrive le vicende storiche che si susseguirono dal 1796 al
1809 nel circondario di Faedo e oggi alla scopertura di questa
lapide.
«Non abbiamo bisogno certo di statue e di lapidi per ricordare quel
che siamo stati - ha detto ancora l'assessore Rossi, - ma il
recupero di queste figure storiche dell'antico Tirolo e soprattutto
dell'entusiasmo con cui le popolazioni locali aderirono a quella
lontana ribellione sono lì a ricordarci che l'Autonomia dell'oggi è
anche frutto di quel coraggio, che deve essere quotidianamente
riconfermato e soprattutto spiegato ai giovani, perché toccherà a
loro portar avanti questo cammino di responsabilizzazione.»
Aderendo poi ad una tradizione tipicamente sudtirolese, anche la
comunità di Faedo, a notte fonda, ha acceso il «suo» fuoco in onore
del Sacro Cuore di Gesù: una croce innalzata in località Brusadi,
sopra Faedo, s'è accesa la sera ed è rimasta illuminata per tutta
la notte, gettando la propria luce sulla sottostante valle
dell'Adige. Per non dimenticare anche la fede che ha sempre
sostenuto le genti di montagna.