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Prosegue il restauro del cannone Skoda 10.4 dell’Adamello

Venuto alla luce nell'estate del 2000, a 3.171 metri, per effetto dello scioglimento dei ghiacciai, il suo recupero è avvenuto nell'agosto del 2003. Pesava 33 quintali, eppure era stato portato a 3.171 metri di quota

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Individuato nel 2000, recuperato nel 2003, oggi il cannone austriaco Skoda 10.4 è sottoposto a un radicale restauro conservativo per essere poi esposto a Giustino.
Ieri pomeriggio, presso la sede del Bic di Rovereto, è stato fatto il punto sul lavoro in corso, con Laura Dal Prà, Dirigente della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici della Provincia autonoma di Trento, che ha spiegato le operazioni svolte e che hanno confermato il valore storico del reperto.

Erano presenti l'assessore alla cultura Franco Panizza, il sindaco di Giustino Luigi Tisi, Laura Scalfi, direttore del Centro Professionale «Veronesi» di Rovereto, che ha confermato il pieno impegno della scuola nel recupero del manufatto, oltre a rappresentanti dell'Associazione Industriali e di quella degli Artigiani della provincia di Trento che stanno sostenendo economicamente il progetto, nonché i rappresentanti dei gruppi storici della SAT.

Il cannone Skoda è venuto alla luce nell'estate del 2000, a 3.171 metri, dalla vedretta alle pendici della Cima Botteri, in alta Val di Nardis, nel gruppo Adamello Presanella, per effetto dello scioglimento dei ghiacciai. Il recupero è avvenuto nell'agosto del 2003.

Lo Skoda 10.4 M.15 è un cannone di fabbricazione austriaca. Venne prodotto in 500 esemplari di cui circa 250 recuperati dall'esercito italiano alla fine del primo conflitto. Il pezzo di artiglieria pesa 33 quintali e raggiunge una gittata di 17 chilometri. Poteva colpire quindi le postazioni italiane a lunga distanza.

Il recupero del cannone ha un'importanza assoluta nella storia dei ritrovamenti di materiali della Prima Guerra Mondiale, sia per la rarità del pezzo sia per la presenza dei materiali che in origine costituivano la sua postazione, tra cui cassette di munizioni e attrezzatura.

Il ritrovamento e il recupero renderanno disponibile, dopo il restauro conservativo, l'intero contesto di uso del manufatto.

Dopo il prelievo in quota, il cannone è stato trasferito presso il Bic di Rovereto dove fino ad oggi sono stati inventariati i beni, il pezzo di artiglieria è stato smontato e analizzato in ogni parte, sono stati individuati i criteri da seguire e i materiali per il restauro, sono state svolte le procedure amministrative previste in questi casi e per oltre 3.000 ore si è lavorato nei laboratori.

Gli uomini del Polo di Mantenimento Pesante dell'Esercito, di Piacenza, si sono occupati dello smontaggio delle parti principali del cannone. Gli studenti del Centro di formazione professionale Veronesi di Rovereto hanno catalogato, ripulito e disegnato i numerosi congegni del pezzo d'artiglieria.

I ragazzi hanno anche schedato le operazioni partendo dalla descrizione dello stato dei pezzi. Stanno ancora lavorando al recupero di una ruota danneggiata, in collaborazione con l'Istituto per il Legno e in generale al restauro, seguiti dal professor Mario Martini e dagli esperti della Soprintendenza provinciale.
Conclusi i lavori, il cannone sarà esposto a Giustino, presso «Casa Diomira» che il comune sta restaurando e conta di avere disponibile per l'autunno del prossimo anno. All'intervento di recupero stanno dando sostegno economico l'Associazione Industriali e l'Associazione Artigiani della provincia di Trento.

«Ringrazio - ha detto l'assessore Panizza - tutti coloro che si sono adoperati fino a questo momento per il recupero e la valorizzazione del cannone. Si tratta di un importante manufatto bellico il cui recupero rientra nell'ambito di un'importante azione di valorizzazione delle numerose testimonianze
che la montagna ci sta restituendo. Il progetto ambizioso che abbiamo in mente è quello di creare una rete di percorsi, punti espositivi e museali, realizzazioni e installazioni sulla memoria della Grande Guerra. In questo progetto di restauro del cannone abbiamo visto il mondo industriale e artigianale contribuire con convinzione e il mondo della formazione professionale lavorare con impegno.»

Il restauro che si sta facendo è di tipo conservativo e presuppone una successiva conservazione del cannone al coperto. Sono allo studio le diverse opzioni possibili per quanto riguarda le parti mancanti.

«Appena saputo dell'esistenza di questo pezzo d'artiglieria - ha detto il sindaco di Giustino Luigi Tisi - abbiamo subito proposto di trovargli una collocazione in paese, perché lo sentiamo un po' nostro, essendo stato ritrovato sul nostro territorio, e vogliamo che sia valorizzato come merita essendo un pezzo raro. Lo ospiteremo in una costruzione del centro storico del paese, presso «Casa Diomira», che sarà sempre aperta per essere visitata da turisti, scolaresche e residenti. Entro l'autunno del prossimo anno siamo convinti di terminare i lavori di sistemazione dell'immobile.»

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