De Gasperi: conclusa la pubblicazione degli scritti politici
Presentato il quarto e ultimo volume dell'opera omnia edita da Il Mulino
Presentato nella sala Depero del
Palazzo della Provincia l'ultimo volume dell'«opera omnia» degli
scritti politici di Alcide De Gasperi, in tre tomi, edito da Il
Mulino e dedicato agli anni 1948-54.
Assieme ad esso, la biografia del grande statista di origini
trentine, curata dall'editore Rubbettino, anch'essa in tre
tomi.
Due opere che si integrano a vicenda, contribuendo a delineare la
personalità De Gasperiana in tutta la sua complessità. Mentre per
il futuro, come annunciato dal presidente della Provincia autonoma
di Trento Lorenzo Dellai, si profilano altre sfide
impegnative.
«Un impegno che giunge a compimento, un traguardo che dischiude
nuovi orizzonti. - Ha esordito il presidente Dellai, intervenuto
alla presentazione. - Stiamo parlando dell'opera omnia degli
scritti politici - perlopiù discorsi e articoli di giornale - di
Alcide De Gasperi, che si conclude con la pubblicazione del quarto
volume, Alcide De Gasperi e la stabilizzazione della Repubblica
1948-1954 a cura, come i precedenti, dell'editore Il Mulino, per
iniziativa della Provincia autonoma di Trento e della Fondazione
Bruno Kessler.
«Un tassello importante del mosaico che nel 2004 abbiamo deciso di
costruire - ha commentato Dellai - e che comprende tante diverse,
iniziative, come la struttura museale realizzata presso la casa
natale di De Gasperi a Pieve Tesino e il Premio internazionale
dedicato ai costruttori d'Europa. Avevamo detto che bisognava
colmare una lacuna importante nel panorama culturale italiano,
quella relativa alla straordinaria testimonianza lasciata da De
Gasperi nei suoi scritti politici. Possiamo dire che questo impegno
è stato assolto.
«Oggi - ha proseguito Dellai, richiamando anche la biografia
scientifica pubblicata da Rubbettino - presentiamo due opere
importanti, che hanno mobilitato intelligenze, passioni e
disponibilità considerevoli. Abbiamo riunito qui i tre soggetti
interessati, la Fbk, la Fondazione De Gasperi di Roma e la
Fondazione trentina Alcide De Gasperi. Si tratta di realtà che in
futuro dovranno lavorare sempre più in stretta sinergia,
contribuendo, assieme anche ad altri soggetti come l'Istituto
Sturzo, che ringraziamo, a ragionare sull'assuzione di nuove sfide,
nuovi impegni di rilievo, come ad esempio la pubblicazione
dell'epistolario.»
La parola è andata quindi alla figlia dello statista (nonché sua
strettissima collaboratrice) Maria Romana De
Gasperi, che ha presentato la biografia realizzata per
iniziativa della Fondazione De Gasperi di Roma, un'opera in tre
tomi a cui hanno offerto il loro contributo Paolo Pombeni, Alfredo
Canavero, Giorgio Vecchio, Francesco Malgeri, Pier Luigi Ballini.
«Quando si parla di De Gasperi - ha detto - si avverte un po' di
nostalgia, che investe l'uomo ma anche i tempi in cui esso è
vissuto. La società è profondamente cambiata, non si può immaginare
oggi di vivere come 50 anni fa. La tecnica ha fatto passi da
gigante ma ci ha tolto per certi versi la profondità del vivere e
dell'agire. Quando si pensa a De Gasperi si pensa perciò alla sua
capacità di ascoltare e di dare risposte, senza mai pensare al
potere, senza mai perseguire il proprio tornaconto personale. Si
pensa anche alla piazza, all'epoca il luogo politico per
eccellenza, oggi rimpiazzato dalla televisione.
«Ricordo che ogni tanto, durante i comizi - ha proseguito la figlia
dello statista, - qualcuno issava un cartello di protesta,
chiedendo conto a mio padre per qualcosa che non aveva fatto, per
qualche decisione non presa, e lui iniziava un dialogo, spiegando
pubblicamente le sue ragioni. Adesso questa dimensione del dialogo
interpersonale, in politica, è un po' venuta meno. Ma soprattutto,
l'angoscia più grande di mio padre, nell'ultimo periodo, era quella
di non avere tempo a sufficienza per insegnare ai giovani.»
Il presidente della Fondazione Bruno Kessler Andrea
Zanotti, alla cui «fucina» editoriale, coordinata da
Chiara Zanoni Zorzi, si deve una buona parte dello sforzo fatto per
pubblicare, in tempi così brevi, l'opera omnia degli scritti
politici, ha parlato di «un lavoro che ha rispettato puntualmente i
tempi di pubblicazione che di eravamo dati, come un orologio
svizzero.
«Un'opera tanto più importante per noi oggi, impegnati come siamo
nel tentativo di trovare una collocazione del Trentino in Europa,
una vocazione per questa terra di mezzo, coniugando
appartenenza al mondo e identità territoriale. Un impegno, questo,
che già De Gasperi aveva affrontato così lucidamente, nel disegnare
un ruolo nuovo per il nostro Paese sulle macerie della Seconda
guerra mondiale ma anche per il suo Trentino.»
Lo storico Paolo Pombeni, coordinatore scientifico
dell' imponente sforzo editoriale, ha ringraziato invece «l'equipe
fantastica» che si è cimentata con la pubblicazione del'opera
omnia, a partire da Giuliana Nobili Schiera.
«Si è trattato di un lavoro duro, complicato, non semplice, che ha
prodotto qualcosa come 10.000 pagine. - Ha commentato. - Lasciatemi
dire che non si sarebbe potuto realizzare un'opera così fuori dal
Trentino, non c'è altrove una classe dirigente pronta a finanziare
un impegno del genere e non esiste altrove una struttura come la
Fondazione Bruno Kessler.
«Per me è stata prima di tutto una grande esperienza umana. - Ha
proseguito. - Nel dedicarci a questo impegno siamo cresciuti
assieme. L'opera che abbiamo raccolto è quella di un uomo che
faceva il politico, composta quasi esclusivamente di giornali e di
discorsi pubblici. Sui discorsi politici pesa il pregiudizio per
cui raramente essi fanno cambiare opinione al cittadino, e mai il
voto. Così il discorso politico viene svilito. Ma oggi, in epoca di
talk show il discorso politico andrebbe rivalutato.
Attraverso i discorsi pubblici il politico spiega il suo progetto,
e quindi il senso stesso del suo impegno.
«C'è dietro il disegno di prospettiva, - ha concluso - la visione
di lungo periodo, non solo (come avviene sempre più spesso) la
promessa all'elettore. E poi, i discorsi dei politici contengono
anche il loro testamento: i politici, infatti, specie
quelli della levatura di De Gasperi, parlano in parte ai
contemporanei ma in parte anche necessariamente ai posteri. E De
Gasperi era perfettamente consapevole del ruolo che la storia gli
aveva assegnato.»
La presentazione si è conclusa con gli interventi di
Pierluigi Ballini, coordinatore dei volumi della
Rubettino, e di Giuseppe Tognon, presidente della
Fondazione trentina Alcide De Gasperi. Nei discorsi di entrambi, il
legittimo orgoglio per un duplice sforzo, condotto da due equipe
diverse, che hanno lavorato su due opere complementari (biografia
scientifica e discorsi) in stretta sinergia.