Otto settembre, commemorati gli Internati Militari Italiani
In Piazza Dante c'è (solo) un lapide che li ricorda
Oggi è l'8 settembre, una data che
avrebbe potuto essere festeggiata come la fine della Seconda
Guerra, se l'armistizio non fosse stato gestito in modo così
maldestro dal governo Badoglio.
E invece quella data è passata alla storia come una delle più
grosse sciagure del nostro Paese.
Per questo la ricorrenza dell'8 settembre è stata assegnata a tutti
coloro che a causa delle imperizie dei nostri governanti si sono
trovati a soffrire inutilmente e nel modo più assurdo, cioè per
guerre che non avevano voluto e per tradimenti che non avevano
commesso, dimenticati da coloro che li avevano comandati.
Alle 10 di oggi, la sezione di Trento dell'Associazione Nazionale
ex Internati ha tenuto una breve cerimonia presso la lapide
dedicata agli Internati Militari Italiani, collocata sul
frontespizio del Palazzo della Provincia di Piazza Dante, in
memoria degli 800 trentini morti nei Lager nazisti.
Considerati traditori dai tedeschi, gli ex alleati italiani vennero
internati. Ma la loro agonia non finì con la «liberazione» da parte
dell'Armata Rossa che avanzava inesorabilmente verso Berlino.
Stalin infatti non si fidava degli «ex nemici» e li aveva fatti
internare a sua volta nei «gulag» sovietici.
Non sappiamo se quegli «800» ricordati nella lapide di Piazza Dante
comprendano anche quelli successivamente sperduti in Siberia, che
dallo status di nemici passarono prima a quello di traditori di
Hitler, per poi tornare in quello di nemici di Stalin.
Pochi i sopravvissuti presenti oggi in piazza Dante, guidati dal
loro presidente Rosario Serpe. Anche la memoria, arrivata
tardivamente, si sta affievolendo.
Visto che nel cuore nessuna croce deve mancare, confidiamo che il
Muro della Memoria, quando troverà una giusta locazione definitiva,
possa ricordarsi anche di questi 800 che non ebbero pace.
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