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Il 16 novembre 1896 la Regia Marina Italiana intervenne a Smirne

Le navi italiane si erano portate in Turchia in difesa dei connazionali durante le «stragi hamidiane»

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Regia Nave «Re Umberto» - Collezione Giorgio Parodi.
 
A fine Ottocento subirono una pesante recrudescenza i cosiddetti «massacri hamidiani», una serie di eccidi subiti dal popolo armeno durante il lungo regno del sultano dell'Impero Ottomano Abdul Hamid II.
In quel tempo alcune zone dell'Impero Ottomano, abitate da popolazione di origine armena, soprattutto nell'Anatolia, si erano sollevate contro l'Impero ormai in declino.
La repressione ottomana per schiacciare la dissidenza fu davvero brutale. Si parla di oltre 200.000 morti.
Tuttavia, nonostante simili eccidi fossero già avvenuti nel corso della storia contro il popolo armeno sotto l'Impero Ottomano, grazie all'invenzione del telegrafo nel 1890 la notizia dei massacri stavolta si diffuse velocemente in tutto il mondo, causando la condanna dell'accaduto di gran parte delle nazioni civili.
L’Italia non restò inerme.
 
Il 16 novembre 1895, a 1ª Divisione della Squadra Navale Attiva, composta dalle corazzate Re Umberto (foto)e Andrea Doria, gli arieti torpedinieri Stromboli ed Etruria e l’incrociatore torpediniere Partenope, al comando del viceammiraglio Enrico Accinni, lascia Napoli per una missione politico-militare nelle acque del Levante turco dove è in atto da parte degli «hamidiés» governativi la sanguinosa repressione degli armeni che chiedevano alla Sublime Porta eguaglianza e libertà culturale.
Gli «hamidiés» erano battaglioni curdi appositamente costituiti dal Sultano per la loro ferocia e odio etnico nei confronti degli armeni, che trasformeranno l’azione repressiva in un vero genocidio.
 
Le navi, in seguito rinforzate da quelle della 2ª Divisione navale italiana, avevano il compito di salvaguardare la vita e gli interessi delle comunità italiane residenti.
La Squadra Attiva rimarrà in quelle acque fino al rientro a Taranto rispettivamente fra il 31 gennaio e il 3 febbraio 1896, dopo aver sostato a lungo a Smirne due volte e a Salonicco.
Ci fa piacere sapere che tratta di una delle prime operazioni umanitarie della Regia Marina Militare, restiamo come sempre allibiti di fronte al genocidio degli Armeni. Le «stragi Hamidiane» non furono le prime e, purtroppo, non furono neppure le ultime.

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