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«L’impronta del fascismo sulla città di Trento»

L’incontro-dibattito è organizzato per mercoledì 11 aprile dalla Biblioteca Archivio del CSSEO – Interviene Elena Tonezzer, introduce Massimo Libardi

È ormai riconosciuto che l’intervento sulla forma urbana e sulle nuove costruzioni è stato uno dei mezzi di comunicazione messi in campo nel progetto di persuasione realizzato per diffondere i dettami del regime fascista.
Gli storici dell’architettura hanno documentato l’attenzione di Mussolini per gli architetti e i loro progetti, sui quali talvolta interveniva anche in prima persona con “suggerimenti” e correzioni.
A Roma, dove si concentrano le sue attenzioni, il dittatore ebbe al suo fianco soprattutto Marcello Piacentini, con il quale discuteva i progetti più importanti.
Trento non è esclusa da questo intenso fermento progettuale e costruttivo. La città, all’indomani della Prima guerra mondiale, si ritrova molto colpita dagli effetti dell’occupazione militare austriaca che l’aveva amministrata soppiantando le autorità civili dal 1915 al 1918.
I reduci dai fronti e i profughi trovano al loro ritorno molte abitazioni danneggiate e distrutte, palazzi pubblici resi inagibili.
 
L’unificazione al Regno d’Italia e la cancellazione dell’Impero austro-ungarico generano un riposizionamento della città che doveva collocarsi e trovare una nuova identità politica nell’assetto istituzionale italiano.
La questione del rapporto con Bolzano e con l’Alto Adige – annesso suo malgrado benché abitato da una popolazione di lingua tedesca – è complicato dalla mutevolezza dell’assetto territoriale.
Nel 1923 fu istituita una provincia unica con Trento capoluogo; la divisione in due entità separate già nel 1927 venne vissuta come una penalizzazione della città.
 
Quello che stava per succedere a Trento era davvero un cambiamento notevole.
Nuovi edifici pubblici come le poste e la stazione ferroviaria, la grande scuola firmata da Aldalberto Libera, fino alla costruzione del Mausoleo.
Ma è in particolare la demolizione del quartiere del Sass che ha modificato in maniera radicale l’aspetto del centro storico, che cambiò in modo rilevante.
Al suo interno, proprio dove la densità delle case era maggiore, si aprì un vuoto, uno spazio che si stava per caricare di significati politici perché la stessa forma degli edifici avrebbe rappresentato il progetto politico della dittatura: edifici che dovevano rappresentare forza, la rigidità, richiamare il passato imperiale, portare la luce dove fino a poco prima aveva regnato l’oscurità dei vicoli.
 
Le nuove presenze architettoniche impresse dalla dittatura sono entrate gradatamente nel patrimonio culturale della nazione, perché l’identità degli italiani si è costruita anche attorno a quei luoghi progettati per ricordare il mito della potenza fascista, che Mussolini ha voluto erigere per educare «fascistamente» la nazione.
Piazza Cesare Battisti fa parte del paesaggio urbano ed è diventata uno spazio da condividere obbligatoriamente, una memoria imposta alla storia, decisa dal regime per trasmettersi e radicarsi nelle masse, che ha aperto un vuoto di memoria su quanto c’era prima di questa trasformazione.
 
Ricostruisce queste vicende Elena Tonezzer nell’incontro dibattito che si terrà mercoledì 11 aprile 2018, alle ore 17,30, nella “Sala degli Affreschi” della Biblioteca comunale (Via Roma 55).
Elena Tonezzer, dopo la laurea in Sociologia ha frequentato un corso di specializzazione post-laurea in Gestione delle risorse artistiche e culturali.
Presso la Fondazione Museo storico del Trentino è responsabile del settore di ricerca dedicato alla storia della città di Trento. Nel 2017 è stata nominata presidente del Comitato di indirizzo della Fondazione Caritro.
Ha curato, per il periodo giovanile dello statista, l’edizione critica delle carte degasperiane («Scritti e discorsi di Alcide De Gasperi», vol. 1, tomi 1 e 2, il Mulino, 2006) e pubblicato «Il corpo, il confine, la patria. Associazionismo sportivo in Trentino (1870-1914)», il Mulino, 2011.
 
L’incontro è organizzato dalla Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino.
Undicesimo incontro del ciclo «Il Trentino-Alto Adige nel periodo 1922-1943».
Ingresso consentito fino all’esaurimento dei posti a sedere.

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