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Premio «Alcide De Gasperi-Costruttori dell’Europa»

Motivazione per l'assegnazione della Terza Edizione a Simone Veil

Simone Jacob Veil ha testimoniato nella sua vita stessa la faticosa costruzione della nuova Europa, una storia iniziata nella tragedia della seconda guerra mondiale e che è approdata ora, grazie al suo fattivo ed appassionato contributo, alla conquista di un Trattato che la proietta verso l'ampia integrazione di un intero continente non più diviso da barriere politiche e disponibile a sperimentare forme più avanzate e mature di comune gestione del proprio futuro.
Nata nella Francia degli anni Venti, centro di quell'impegno intellettuale a confrontarsi con la sfida dei fascismi, la Veil ha dovuto sperimentare sulla sua persona l'ignominia delle deviazioni razziali e del sonno europeo della ragione, essendo deportata ad Auschwitz come ebrea nel marzo 1944.
Protagonista dalla liberazione nel 1945 della vita intellettuale e politica del suo Paese, che ha servito come magistrato e come alto funzionario ministeriale, la Veil ha avuto modo di seguire sin dall'inizio quel cammino europeo che ebbe in De Gasperi, Adenauer e Schuman i primi ispiratori e realizzatori. Ministro della Sanità nel 1974, ella risultava essere una delle prime donne ad arrivare ai ranghi del governo, a riprova della profonda rivoluzione culturale e sociale che l'Europa stava realizzando nella considerazione delle appartenenze di genere.
Nel luglio 1979 la Veil avrebbe lasciato il governo Barre per guidare la lista dell'Unione per la Democrazia Francese nelle prime elezioni a suffragio universale per la designazione del Parlamento Europeo. Di quel Parlamento sarebbe stata eletta presidente il 17 settembre 1979 per rimanere in quella carica sino al 18 gennaio 1982. Alto riconoscimento alla sua personalità, ma anche alla storia complessa che rappresentava, questa elezione segna l'ingresso del Parlamento Europeo, ora direttamente rappresentativo della volontà dei cittadini europei, nella nuova fase di espansione della vita comunitaria.
In questa fase Simone Veil si spende con coraggio e determinazione nella costruzione del nuovo ruolo del Parlamento, che vuole sempre più centrale nella dinamica istituzionale dell'Unione. E' un compito che continuerà anche negli anni seguenti alla sua presidenza, quando assume la guida della Commissione giuridica, e partecipa poi ad organismi di studio, fra cui va citato come significativo quello che nel 1997 prepara per la Commissione il documento sulla libera circolazione delle persone.
La sua passione per l'Europa non si indebolisce certo con il mandato di membro del Consiglio Costituzionale che il suo paese le conferisce per il periodo 1998-2007. Anzi ella compie allora uno straordinario gesto: nella primavera del 2005 chiede di essere sospesa temporaneamente dall'incarico per poter partecipare alla campagna per il referendum di ratifica del Trattato Costituzionale e potersi così battere per il voto favorevole alla ratifica.
Grande esempio di intelligenza e passione politica, di dedizione serena al lavoro istituzionale, Simone Veil si iscrive a pieno titolo fra le personalità che sulla scia di De Gasperi meritano di essere annoverati fra i costruttori dell'Europa.

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