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«Premio De Gasperi-Costruttori dell’Europa»

Il backstage. Qualche aneddoto e una manciata di fotografie

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Mi ero preparato per l'intervista con Simone Veil studiando con i miei corrispondenti inglesi. La domanda era semplicissima. Se le chiedessi di fare un bilancio della sua vita, cosa risponderebbe?
Domanda semplice anche da fare: if I ask you to tell me your story so far
Ma la doccia fredda arrivò appena entrato all'Hotel Trento. Simone Veil parla francese, come cristo potevo aver fatto uno svarione così?
Beh, nessun problema, grazie a Dio parlo qualche lingua straniera e tra queste anche il francese. Però, a far bene, un piccolo confronto con un mio corrispondente in francese avrei dovuto farlo… Ma siamo italiani e una soluzione la si trova sempre. Vado alla reception e chiedo se qualcuno parla francese. Ovviamente sì.
«Qual è il problema, monsieur
«Devo fare un'intervista alla signora Veil. Posso provare a chiedere a lei quello che vorrei chiedere alla signora?»
«Ehm, certo monsieur…»
Va da sé che alla reception di un grand hotel sono abituati a qualsiasi richiesta.
Provo a chiedergli in francese di tracciare un bilancio della sua vita e lui, dopo vari tentativi, mi risponde che vado bene. Ottimo, lo ringrazio e me ne vado.
«Ehm, scusi… Monsieur
«Oui, Gaston
«Forse è meglio dire… "Resumer" le bilance de la vie…»
«Ah, ottimo, grazie!»
Dopo una decina di minuti chiedo in francese alla signora Simon Veil se, volendo tracciare (resumer) un bilancio della sua vita, come si sentirebbe di valutarla?
La sua interprete traduce in italiano ai colleghi la mia domanda. La signora risponde, in francese ovviamente.
«Non le sembra che sia un po' presto per fare il bilancio della mia vita?»



All'uscita dell'Hotel Trento c'è una bellissima Mercedes blu che attende i coniugi Veil (la signora da nubile si chiamava Jacob) a conferenza stampa finita per portarli al tendone di Piedicastello dove si terrà la cerimonia di premiazione.
Prendo la mia bicicletta elettrica e vi salgo sopra. Mi si avvicina il signor Antoine Veil e mi chiede se la bici ha la batteria.
«Oui, vrai, monsieur Veil. - Poi mi viene l'ispirazione. - Vuole farci un giro?»
«Perché no?»
Evidentemente l'ispirazione è venuta anche a lui. Mi dà la sua cartella di pelle e il suo cellulare, prende la bicicletta.
«Come si aziona il motore?» mi chiede, sempre in francese.
«Con i pedali.»
Parte verso il centro città.
«Si fermi! È contromano!»
Gira la bici e va verso lapiazza Dante, come se poi non avesse il problema di tornare contro mano.
Nel frattempo l'autista della mercedes e il servizio di sicurezza stanno impazzendo. Il protocollo è sfasciato. Uno mi chiede la cartella e il cellulare, ma io li tengo. Alla fin dei conti è con la mia bicicletta, no?
Dopo cinque minuti, M.eur Veil torna.
«Magnifica. - Dice. - Quanto costa?»
«Non la vendo, monsieur Veil. Me l'ha regalata mio figlio che l'ha vinta a golf…»
«Capisco, ma quanto costa?»
«Sui 500 euro.»
«Pas mal…»

Ma adessio si stava consumando un ultimo dramma. I colleghi giornalisti, chi a piedi e chi in macchina, se ne erano andati verso Piedicastello. Il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, invece, che era venuto a portare un mazzo di fiori a Simone Veil per augurarle una felice giornata, era rimasto a piedi. Che fare.
Per fortuna stava partendo (per ultima) la collega Francesca Merz di Radio NBC.
«Presidente, vuole un passaggio sulla mia 600?» - gli chiede aprendo la portiera del passeggero.
Dellai non ci pensa due volte. L'alternativa era salire sulla sella della mia bicicletta elettrica, che è da donna, mentre io - sia pur con l'aiuto della batteria - avrei dovuto pedalare.
«Si allacci le cinture, presidente.»
«Certo, certo...»
Una magnifica Fiat 600 diplomatica, con tanto di arredi interni personalizzati e riccha di accessori e oggetti piacevolmente femminili, con a bordo una giornalista e un presidente. E una bicicletta elettrica al seguito, per raggiungere una Mercedes Blu che ormai si era già portata a Piedicastello.

G. de Mozzi













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