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A cinquant’anni dall’alluvione del 4 novembre – Terza parte

Dal silenzio irreale di Trento piegata dall'alluvione al fragore della Galleria Adige-Garda

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(Vedi seconda parte)
 
La giornata del 4 novembre ci svegliammo tutti sapendo che qualcosa di terribile era accaduto. Dopo le esplosioni della Sloi era caduto un silenzio irreale. La notizia della città alluvionata aveva raggiunto tutti immediatamente.
Quello che si seppe solo qualche giorno dopo era il disastro che aveva sconvolto le valli del Trentino Orientale. Mancavano notizie e comunque sembrava che il mondo si fosse fermato a Trento.
La città era stata invasa dall’acqua in maniera non travolgente, ma ugualmente devastante.
I cittadini risparmiati dalla piena si portarono a vedere la città alluvionata, domandandosi come poteva fare per aiutare chi era rimasto intrappolato nelle case.


Vicolo del Vo e Via Suffragio.

Come si può vedere dalle foto, a rimanere sotto acqua era quello che gli inglesi definirebbero «la City». Il cavalcavia ferroviario era il posto più affollato per guardare la città invasa dall’acqua; un’acqua schifosa, oleosa perché il gasolio dei riscaldamenti - più leggero dell’acqua - galleggiava in superficie.
La Provincia e la Regione erano isolate, ma il problema vero lo ebbero gli abitanti della zona che per alcuni giorni si trovarono costretti a vivere di quello che avevano in casa, ma senza la corrente elettrica e quindi - per fare un esempio -senza frigorifero e quindi senza scorte.
Alcuni soccorritori civili e militari si adoperarono con la barca per evacuare i cittadini o quantomeno per rifornirli dello stretto necessario.
 

La ferrovia del Brennero vista dal cavalcavia e la stazione dei treni.

Quel 4 novembre, io e alcuni amici decidemmo di andare a vedere l’uscita della Galleria Adige-Garda a Torbole, che per la prima volta nella storia era stata aperta, abbassando - dicevano i tecnici - il livello del fiume di un metro.
La galleria avveniristica era stata studiata già a fine Ottocento dal Genio dell’Impero Asburgico. Lo stesso Francesco Giuseppe si vantava di poter annoverare tra i propri cittadini ingegneri come Luigi Negrelli. Oltre al progetto esecutivo del Canale di Suez, Negrelli aveva progettato la rettifica del fiume Adige per consentire alla Ferrovia del Brennero una maggiore linearità. Ovviamente, con la Grande Guerra i lavori della Galleria Adige-Garda vennero sospesi, per essere ripresi solo alla fine della Seconda Guerra.
 

Via Belenzani e la Galleria Adige-Garda.

Portandoci con l’automobile sulla statale del Brennero per andare a Torbole passando da Rovereto, notammo che nella Vallagarina la strada era sostanzialmente al sicuro da inondazioni. La ferrovia del Brennero invece era sommersa fino a Volano. Si vedeva solo la linea aerea dell’alimentazione elettrica uscire dall’acqua.
Quando giungemmo allo sbocco della galleria, appena dopo il circolo vela Torbole, la scena era impressionante. L’acqua scendeva a una velocità sostenuta portando con sé alberi e detriti. Il fragore era assordante e maestoso.
Purtroppo però gli effetti dell’apertura della galleria furono dannosi per il Grande lago. Si riempì di tronchi e si sporcò per chilometri verso sud. Oltre a renderlo inospitale per turisti e sportivi per due anni, l’acqua dell’Adige abbassò notevolmente la temperatura del Garda, modificando il clima.
Ovviamente la salvezza delle terre a sud del Trentino andavano salvate, dato che nell'Ottocento nel tratto italiano il corso del fiume non era stato raddrizzato come in quello austriaco, ma i risultati hanno insegnato che la galleria poteva essere aperta solo in caso di assoluta necessità.
A quanto ci risulta, dopo l’alluvione del 1966 è stata nuovamente aperta una sola volta.
 
Come si può capire leggendo questi ricordi, per i giovani di allora l’alluvione era un’avventura da non perdere. Non c’è da scandalizzarsi, così è la vita.
Però l’indomani e i giorni successivi ci riscattammo ampiamente, andando a soccorrere le popolazioni della Valsugana che avevano subito una vera e propria devastazione.

G. de Mozzi
 
(Continua domani)

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