Coronavirus, altro decreto del premier Giuseppe Conte
Inasprite alcune misure, smentite alcune panzane messe in circolazione

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Il premier Conte ha emesso un altro Decreto, nel quale specifica alcune nuove restrizioni per contrastare l’espansione dell’epidemia del Coronavirus.
Noi abbiamo aspettato un breve lasso di tempo per consentire che Conte precisasse i termini di alcuni provvedimenti.
In buona sostanza limita ulteriormente gli spostamenti della gente, inasprendo le sanzioni per i trasgressori. Le multe andranno dai 400 ai 3.000 euro. In un primo momento aveva detto dai 300 al 4.000 euro, ma non sappiamo se si fosse trattato di un errore o di un ripensamento.
Altra bufala l’ipotizzato sequestro dell’autovettura a chi veniva sorpreso in auto senza una comprovata necessità.
Era corsa anche a notizia che il nuovo decreto avesse stabilito la fine dell’emergenza per il mese di luglio. Una panzana, che però qualche giornale l’ha anche pubblicata, al punto che lo stesso Presidente del consiglio nel corso di una conferenza stampa ha dovuto smentirla.
L’eventuale chiusura dei negozi che non facciano rispettare le regole agli avventori non supererà i 5 giorni. Finora I controlli in Trentino non hanno riscontrato alcuna infrazione di questo genere.
Chi esce di casa pur trovandosi in quarantena perché positivo rischia fino a 5 anni di carcere, in quanto compie un attentato contro la salute pubblica.
Tra le altre notizie suscettibili di pubblicazione, annotiamo che a Herat quattro militari italiani sono risultati positivi al tampone.
L’AIFA ha consentito l’uso di due nuovi medicinali antiretrovirali. Il dott. Bordon, direttore dell’Azienda Sanitaria del Trentino, ha confermato la nota, ma ha precisato che il Trentino non ha ancora ricevuto alcuno di questi medicinali.
Quanto alla trattativa sulla chiusura delle aziende non indispensabili, i sindacati insistono sulla loro chiusura nel caso presentassero un serio pericolo per i lavoratori. Si sono anche dichiarati pronti a proclamare uno sciopero generale, con tanto di pubblica manifestazione… mantenendo le misure di sicurezza.
Una posizione singolare quella dei sindacati, perché ci si trova in una situazione di guerra e, per quanto si voglia giustamente garantire la sicurezza dei lavoratori, ci sono delle attività che vanno salvaguardate. Ad esempio gli ospedali non possono chiudere. Ma devono funzionare tutte le catene alimentari, le produzioni a ciclo continuo. Si dovrebbero invece poter offrire maggiori opportunità ai lavoratori volontari, come in guerra.
I benzinai vogliono chiudere le stazioni nelle autostrade. Ovviamente finché è consentito il traffico commerciale, dovranno restare aperti. Ma sarebbe sufficiente attivare la distribuzione automatica.