Covid-19, è di nuovo allerta anche in Italia
Bassetti: «Nuove varianti potrebbero farci ripiombare al punto di partenza»
Il nuovo boom di casi Covid nell’estremo Oriente, in particolare in Cina, e i dati sull’elevata positività dei passeggeri che dalla Cina giungono in Italia tornano ad allarmare anche il nostro Paese.
«Non possiamo che valutare positivamente la decisione del ministro Schillaci. Un’iniziativa che va nella direzione della tutela della salute dei cittadini e che ci permetterà di monitorare e comprendere quella che è realmente l’evoluzione della “situazione Covid” a fronte delle notizie che giungono dalla Cina».
Lo dice Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, dopo aver appreso della disposizione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di rendere obbligatorio il tampone a chi arriva dalla Cina.
«Per primi, a livello mondiale, come Lombardia – prosegue l’assessore Bertolaso – avevamo intrapreso questa iniziativa, realizzando tamponi all’aeroporto di Malpensa, proprio con l’obiettivo di non sottovalutare le notizie che giungevano dalla Cina.
In tal senso mi ero confrontato personalmente, a nome del presidente Fontana, con il ministro Schillaci per condividere con lui questo tipo di attività. Quello che si è verificato può essere sintetizzato con la definizione ‘gioco di squadra’.
«I primi dati che abbiamo diffuso oggi, con quasi il 50% dei passeggeri provenienti dalla Cina risultati positivi – conclude Bertolaso – impongono la necessaria attenzione e bene ha fatto il ministro a rendere obbligatorio questo tipo di verifica.»
Allarme degli esperti
Lo suggeriscono anche diversi esperti, che ammoniscono di un rischio di vanificare tutti gli sforzi fatti con chiusure e vaccini e tornare indietro di tre anni nel caso insorgesse una nuova variante sfuggente ai vaccini.
«Una misura a costo zero per l’Italia è obbligare dal primo gennaio 2023 i passeggeri in partenza dalla Cina a farsi un tampone molecolare prima della partenza e all’arrivo, sempre obbligatorio ed entro 48 ore, fare un altro test molecolare».
A sottolinearlo all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, vista la nuova ondata di contagi covid in Cina.
«Si metteranno una mascherina Ffp2, andranno in un laboratorio e si sottoporranno ad un secondo test, – aggiunge. – Finché non hanno un molecolare negativo non possono circolare in Italia. Questo intervento va fatto il prima possibile.»
Propio l’infettivologo, coordinatore delle Malattie infettive di Alisa, l’azienda sanitaria ligure, ieri in un’intervista a La Repubblica aveva ammonito.
«È una misura da porre in tutta Europa. Io, nei panni dell’Europa, non mi assumerei un rischio anche remoto di importare una variante che possa resistere ai vaccini e ci faccia ripiombare indietro al punto di partenza.»
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