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Cantine Sociale Mori Colli Zugna: vendemmia da 80mila q.li

Il presidente Fulvio Mazzurana: «Investiamo su produzione, certificazioni, sicurezza sul lavoro e rispetto delle regole»

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Il valore della produzione è a 14.304.737 Euro (in crescita rispetto all’esercizio 2017-2018 che era di 12.156.180); i costi sono 14.085.670 Euro (11.937.600 lo scorso anno); di questi, il grosso è ovviamente rappresentato dai valori liquidati ai soci conferitori: 9.695.420 (7.009.492 l’anno prima).
Calcolati proventi e oneri finanziari, la Cantina Sociale Mori Colli Zugna chiude con un utile di 93.979 Euro (80.960 nel 2017-2018); il patrimonio netto è oggi a 9.470.391. I soci sono 530.
Continuando con i dati, grazie a una vendemmia 2018 da 91.621 quintali, la remunerazione media al quintale è di 106 euro, la resa a ettaro è 15.055.
 
Il conferimento a Cavit nel corso dell’annata 2018-2019 è stato di 56.500 ettolitri. Positiva anche la produzione 2019 che raggiunge 80.375 quintali: di cui 71.666 per la bacca bianca e 8.709 per la bacca rossa, raccolti in una vendemmia piuttosto lunga, durata oltre 30 giorni.
In assemblea erano presenti 224 soci, con 38 deleghe, per un totale di 262 voti. C’erano anche i sindaci di Mori, Ala, Brentonico e Ronzo-Chienis; per Rovereto l’assessore Chiesa.
C’erano inoltre l’avvocato Bertuol, il direttore e il presidente di Cavit.
Il bilancio di esercizio è stato approvato con 260 voti favorevoli, 0 astenuti e 2 contrari.
 
L’ordine del giorno prevedeva anche il rinnovo del consiglio di amministrazione. Per la zona di Ala erano in scadenza i consiglieri Nicola Pederzini e Mauro Simonini.
Entrambi si sono ricandidati e sono stati confermati, ottenendo rispettivamente 187 e 175 preferenze. Per la zona di Mori scadeva il consigliere Michele Gelmini ed era dimissionaria la consigliera Verena Stimpfl.
Si sono proposti lo stesso Gelmini, che ha ottenuto 160 voti, Rino Gazzini 128 e Matteo Bellini 137. Entrano dunque in consiglio Gelmini e Bellini.
 

 
Il presidente Fulvio Mazzurana ha condotto l’assemblea abbracciando numerosi argomenti, primo fra tutti, ovviamente, il ritorno alla normalità dopo il commissariamento e l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione avvenuto il primo aprile.
«La gestione commissariale – ha spiegato Mazzurana – ha focalizzato la propria attività nel ripristino delle condizioni di legalità e sulle iniziative per minimizzare i danni.
«I risultati sono di grande rilievo e pieno merito deve esserne riconosciuto al commissario, Roberto Bertuol. Inevitabilmente però le esigenze gestionali sono passate in secondo piano.»
 
Per questo, il nuovo cda ha avviato le misure più urgenti e improrogabili, inserite in un orizzonte programmatico che abbraccia tutto il mandato.
Rispetto al Modello di Organizzazione e Gestione e del Codice Etico (cosiddetto «MOG» o «Modello 231») adottato dal commissario, si è valutata la necessità di aggiornamento affidandosi alla consulenza tecnica di uno studio professionale.
Sono state avviate consulenze anche in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Potenziamento del presidio ed efficientamento nella tenuta dei registri di vinificazione e commercializzazione hanno visto la rimodulazione dell’organizzazione interna.
Sono state integrate le risorse umane con l’inserimento di una figura dirigenziale e di un nuovo staff tecnico.
«Questo – spiega ancora Mazzurana – consentirà anche di dare adeguato impulso e indirizzo all’attività di adeguamento delle procedure interne volte all’ottenimento della certificazione Brc, che è richiesta dal Consorzio Cavit per poter adeguatamente operare nei mercati internazionali, obiettivo che contiamo di centrare nell’esercizio corrente.»
 
Adeguamenti sono stati attivati anche nell’ambito della valutazione dell’esposizione al rischio di violazione o carenze nel trattamento dei dati personali, come richiesto dalla recente normativa europea in materia (cosiddetta «Gdpr»).
Altrettanta attenzione è stata data alle esigenze produttive e di gestione, con un piano pluriennale di investimenti.
«Nello stesso senso si è avviata la realizzazione di un sistema direzionale di controllo di gestione, volto a consentire la esatta “costificazione” di ogni processo e il suo monitoraggio nel tempo.
«Ciò consentirà di avere consapevolezza dei costi aziendali e della marginalità dei diversi prodotti e dei canali distributivi utilizzati, potendo così improntare le scelte nella direzione della massimizzazione della remunerazione ai soci.
«Le vicende che hanno scosso la cooperativa negli ultimi due anni – conclude Mazzurana – hanno messo a dura prova la tenuta della base sociale e gli strascichi che accompagneranno le sue code finali potrebbero nuovamente alimentare la tensione.
«Il cda ne è consapevole e porrà in essere ogni iniziativa per rasserenare gli animi e ricompattare i soci.»

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