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La Manovra finanziaria del Governo Meloni va verso la fiducia

Le modifiche finali approvate dalla maggioranza prima di approdare al parlamento

La manovra del governo Meloni ha sostanzialmente raggiunto la versione finale, nel senso che la maggioranza vi ha apportato le modifiche condivise.
Può anche essere considerata definitiva perché è molto probabile che a questo punto il governo chieda la fiducia sia alla Camera che al Senato, in modo da evitare l’esercizio provvisorio.
Alle opposizioni starebbe bene giungere all’esercizio provvisorio perché troverebbero un argomento in più per criticare il governo, indipendentemente dal fatto che ha avuto poco tempo per preparare la finanziaria.
 
Vediamo cosa è cambiato rispetto alla prima versione approvata dal Consiglio dei ministri.
Il tetto del contante è rimasto a 5mila euro, mentre è stato azzerato il limite minimo per l’uso del Pos, come voleva l’Unione Europea.
Salgono a 8.000 euro le decontribuzioni per le assunzioni degli under 35.
Cresce del 50% l’assegno unico per le famiglie con almeno 4 figli.
Il congedo parentale retribuito, valido anche per i papà, godrà di un mese in più, anche se solo all’80%.
Dimezzato l’aumento delle sigarette: da 20 centesimiscende a 10.
Viene dimezzata l’IVA per l’acquisto di «case green», ovvero di classe A o B.
Vengono ritoccate al rialzo le pensioni minime: 600 euro/mese, ma solo per gli ultra 75enni.
Il reddito di cittadinanza viene ridotto da 8 a 7 mensilità.
La flat tax del 15% per i lavoratori autonomi viene elevata agli 85.000 euro annui.
I debiti fiscali delle società sportive possono essere dilazionati in 60 comodissime rate.
Il cuneo fiscale introdotto rimane del 3%.

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