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La CCIAA: Ancora in calo le procedure fallimentari

Oltre il 40% interessa imprese con sede nel Comune di Trento

Nel corso del 2022, le aperture di fallimento e di liquidazioni giudiziali, rilevate presso i tribunali di Trento e di Rovereto e monitorate dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, sono risultate essere 48.
Il dato è in ulteriore diminuzione rispetto a quelli riguardanti gli anni immediatamente precedenti e conferma la tendenza a un progressivo calo, registrato a partire dal 2016, anno in cui è stato rilevato il valore massimo di 145 procedure fallimentari aperte.
 

 
Le attese circa un aumento del numero dei fallimenti, a seguito dell’emergenza Covid-19, non si sono concretizzate nonostante siano trascorsi ormai quasi tre anni dall’inizio dell’ondata pandemica. Contrariamente alle aspettative, il numero delle nuove procedure aperte fa evidenziare una costante diminuzione.
In base alla forma giuridica, 2 delle 48 imprese fallite in provincia di Trento sono ditte individuali, 8 società di persone e 38 società di capitale.
 
La loro dislocazione sul territorio interessa 18 comuni: la maggioranza ha sede nel comune di Trento (21), che raggruppa oltre il 44% delle procedure, seguono i comuni di Rovereto (4), Lona-Lases (3), Lavis, Moena, Pergine Valsugana e Imer con 2 fallimenti ciascuno. Altri 12 comuni sono interessati da un solo fallimento.
Considerando i singoli settori economici, l’edilizia rappresenta, anche nel 2022, il comparto maggiormente interessato dai fallimenti anche se in misura minore, in termini assoluti, rispetto agli anni precedenti: le imprese di costruzione, gli impiantisti e le società immobiliari dichiarate fallite sono state 14, pari al 29% del totale delle procedure concorsuali considerate.
 
Seguono il commercio e i servizi alle imprese con 7 fallimenti, il comparto manifatturiero e «trasporti-logistica» con 6 procedure fallimentari aperte in corso d’anno.
Altri settori sono stati interessati più marginalmente, come gli alberghi-ristoranti (5 fallimenti), l’estrattivo (2) e i servizi alla persona (1).
Rispetto agli anni precedenti si riscontra quindi un leggero aumento, in termini relativi, dei fallimenti che hanno interessato il settore ricettivo-ristorazione-bar, il commercio e i servizi alle imprese, mentre diminuiscono proporzionalmente quelli riscontrati nel comparto manifatturiero e nelle costruzioni.
 
«Le imprese trentine – commenta Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – hanno dimostrato ancora una volta di possedere le capacità e la tenacia necessarie per riuscire a superare anche gli ostacoli più duri e imprevedibili. Ce lo indica il costante, e per certi versi sorprendente, calo dalle procedure fallimentari registrato nonostante la crisi pandemica, forse il periodo più ostico per la nostra economia dall’ultimo Dopoguerra. Rimangono comunque le difficoltà del presente, una su tutte il costo dell’energia e la fatica che stiamo riscontrando a livello nazionale nel riuscire a renderci autonomi e affrancarci da rifornimenti esteri. Ma preoccupa anche un’inflazione non ancora sotto controllo e capace di contribuire seriamente all’avvicinarsi di una pesante fase recessiva».

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