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Vivai, il Conai introduce il… contributo ambientale sui vasi

Un provvedimento quantificabile intorno ai 4-5 milioni di euro che va quasi a neutralizzare il recente contributo riconosciuto dal Governo ai vivaisti… Chapeau!

Dopo un lungo confronto, iniziato ormai due anni fa con le rappresentanze agricole e industriali, il Consorzio nazionale sugli imballaggi (Conai), con una delibera dello scorso 14 dicembre, ha determinato l’applicazione del contributo ambientale annuale (CAC) anche ai vasi per piante e fiori.
Nel corso di un incontro ristretto di due mesi fa, il Conai ha illustrato nel dettaglio i contenuti della delibera di dicembre.
Oltre a confermare l’esclusione del contributo per i vasi destinati all’export, per quelli destinati al circuito B2B e per quelli vuoti, il consorzio ha indicato la dimensione dello spessore come parametro tecnico strutturale finalizzato a individuare quale tipologia di vaso verrà considerata imballaggio e quindi soggetta al contributo, a partire dal prossimo primo luglio.
Verranno considerati imballaggio i vasi di spessore inferiore a 0,8 mm.
 
Confagricoltura ha sempre sostenuto e ribadito che i «vasi in plastica per fiori/piante» non rientrano nella definizione di imballaggio non essendo esclusivamente orientati al «trasporto» e alla «commercializzazione» dei prodotti (come prevede la definizione comunitaria di imballaggio), ma piuttosto rappresentano elementi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita delle piante, sia in fase di produzione che nelle fasi successive, e come tali debbono essere considerati «mezzi di produzione» esentati dal CAC.
 
Secondo la Confederazione, da una prima stima basata sul numero di vasi che rientrerebbero nel campo di applicazione, il contributo si attesterebbe nel suo complesso intorno ai 4-5 milioni di euro.
Cifra che va, di fatto, a neutralizzare buona parte dell’intervento previsto dal recente decreto da 25 milioni del ministero dell’Agricoltura per sostenere le aziende del settore florovivaistico davanti al rincaro dei prezzi energetici.
In un periodo storico caratterizzato da una crisi internazionale che rende incerta ogni programmazione e rischioso ogni investimento, da costi energetici insostenibili, dalla pandemia che in questi anni ha già inciso pesantemente sul tessuto produttivo e che peraltro non accenna ad arrestarsi, questo ulteriore aggravio rischia davvero di compromettere la tenuta di molte aziende del comparto.
 
Nel corso dell’ultima riunione di metà gennaio, Confagricoltura ha ribadito la contrarietà all’applicazione del contributo alla luce del suo impatto economico e le preoccupazioni riguardo l’entrata in vigore di un sistema estremamente oneroso e decisamente complesso.
Preoccupazioni confermate, peraltro, dai dati, dalle procedure e dalle stime presentate dal Consorzio stesso. Confagricoltura ha sottolineato anche quanto la decisione assunta durante l’incontro dalle altre associazioni agricole di allinearsi alla «storica» posizione confederale, sia stata una felice sorpresa. Il mondo della rappresentanza dei florovivaisti si presenta quindi compatto, gettando le basi per future azioni condivise.
 
In relazione alle decisioni assunte dal Conai, quindi, si valuteranno conseguenti azioni da porre in essere, con particolare riferimento ai ministeri competenti e al Parlamento, ma anche iniziative di comunicazione e denuncia sui mass media e sul territorio.
L’auspicio è che il Conai possa tornare sui suoi passi o che ci sia un intervento del legislatore.
Se questo non si verificherà, Confagricoltura sarà pronta anche a valutare la possibilità di ricorrere alle vie legali, a tutela delle proprie imprese.

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