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Il Trentino in soccorso alla Siria con 2.500 pasti caldi giornalieri

Il progetto è stato proposto dagli «Amici di Villa Sant'Ignazio», che da tempo intervengono nell’emergenza tramite il JRS e la Croce Rossa

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È stato presentato oggi in Provincia un progetto proposto da Villa Sant'Ignazio, che ha come partner in Siria il Jesuit Refugee Service e che può contare sul sostegno della Provincia autonoma di Trento, per contribuire a fronteggiare le emergenze emerse in Siria dopo lo scoppio della guerra civile, con particolare riguardo alla città di Aleppo.
Il progetto, per ora di durata trimestrale (dicembre-febbraio), per uno stanziamento provinciale di 200.000 euro, consentirà a migliaia di persone sfollate nei campi profughi di passare l'inverno, attraverso la fornitura di pasti caldi, abiti, gasolio, stufe a gas o elettriche.
 
Alla conferenza stampa erano presenti l'assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, Basilio Menapace dell'Associazione Amici di Villa Sant'Ignazio, Angelika Mendes (foto in alto, a fianco dell'assessore Beltrami) in rappresentanza dell Jesuit Refugee Service, Alessandro Brunialti per la Croce Rossa.
Al progetto collaborano anche la comunità islamica di Trento e la Caritas.
Al di là della drammatica emergenza siriana, comunque, l'iniziativa presentata oggi vuole promuovere la costituzione di un piccolo Tavolo (o «coordinamento Siria) che, in Trentino si occupi anche degli aspetti dell'informazione e della sensibilizzazione sulla crisi che sta lacerando il paese.
 
«Le prime vittime di questo conflitto sono i civili – ha detto stamani l'assessore Beltrami – ed è per questo che, appoggiandoci al Servizio per i rifugiati del gesuiti, che da Roma coordina interventi in 50 paesi del mondo, vogliamo dare il nostro contributo ad aiutare chi ha perso tutto e oggi vive nei campi profughi. Da tempo in Trentino monitoriamo ciò che sta avvenendo nel paese.
«Abbiamo avuto nostro ospite più volte padre Dall'Oglio, con il quale collaboravamo prima dell'inizio del conflitto, che anche da qui ha lanciato il suo appello alla comunità internazionale affinché non lasci la Siria da sola. Parallelamente, abbiamo lavorato per avviare la costituzione di un Tavolo di coordinamento, assieme alle associazioni interessate, in particolare a Villa Sant'Ignazio, alla Croce Rossa, e al Jesuit Service, che si appoggia a una vasta rete di volontari in tutto il Paese e che in passato si era già mobilitato in Siria per accogliere i profughi provenienti dall'Iraq.
«Il nostro contributo consentirà a molte persone di passare l'inverno. Per ora la priorità va all'emergenza e non possiamo fare di più anche se avevamo già in programma l'avvio di un progetto di lungo periodo assieme a Croce Rossa. Ma continueremo a muoverci, come il Trentino sa fare sempre in queste situazioni.»
 
 COSA SUCCEDE IN SIRIA
Nel marzo 2011 sono cominciate in Siria manifestazioni pacifiche di protesta contro il regime di Bachar el Assad, che si tenevano spesso durante il venerdì di preghiera e attraverso l'uso dei social network.
La repressione da parte delle autorità è stata invece fin da subito molto dura e ha causato oltre 7.500 vittime, come risulta da dati forniti nel febbraio di quest'anno dall'ONU, di cui 384 bambini (fonte: UNICEF).
 
Dopo più di un anno di tumulti e rivolte, la Siria continua ad essere travolta dalla violenza. Nel corso degli ultimi sei mesi, il regime di Assad ha intensificato sempre più la repressione, e neppure i tentativi di mediazione della Lega Araba prima e, più recentemente, dell’inviato dell’ONU Kofi Annan sono sembrati in grado di sortire effetti positivi e risolutivi.
L’opposizione, spesso divisa, si è dotata di un organismo politico, il Consiglio Nazionale Siriano, che è diventato il primo interlocutore dell’Occidente, e di un braccio armato, il Free Siryan Army, ma nessuno dei due contendenti è disposto a retrocedere, mentre i contesti regionale ed internazionale concorrono a rendere il quadro ancora più complesso.
 
La Siria è l’ennesimo terreno di scontro tra il fronte sunnita guidato dall’Arabia Saudita e dal Qatar e l’eterogeneo asse sciita Damasco-Hezbollah-Teheran: la tenuta o la caduta del regime di Assad potrebbe quindi rappresentare l’ago della bilancia per influenzare in un modo o nell'altro il futuro del Medio Oriente.
Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite i cinque Paesi che hanno diritto di veto sono ancora alle prese con un aspro confronto diplomatico. I tentativi di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna per una risoluzione di condanna del regime siriano hanno per ora incontrato l’opposizione di Russia e Cina, che hanno posto il proprio veto in difesa della sovranità siriana.
Questa situazione di evidente stallo a livello sia interno che esterno sembra allontanare ogni rapida soluzione della crisi.
 
 LE CIFRE
Alcune città della Siria come Homs e Aleppo, ma anche altre aree urbane sono circondate da forze armate e sono sottoposte incessanti bombardamenti, mentre gli abitanti sono costantemente sotto la minaccia di tiratori scelti di ogni appartenenza.
Il numero di sfollati interni è stimato in 2 milioni e mezzo, mentre più di 400mila rifugiati sono già fuggiti in Libano, Giordania e Turchia, anche se la presenza non ufficiale stimata suggerisce numeri molto più alti, anche perché il processo di registrazione dell’UNHCR è molto lento, considerato l’enorme afflusso quotidiano di nuovi rifugiati.
L’UNHCR infatti prevede che il numero di rifugiati siriani nei paesi limitrofi raggiungerà i 700.000 alla fine del 2012.
 
L’accesso ai beni di sopravvivenza è limitato, e nel frattempo è arrivato l'inverno, con temperature medie attorno ai 10 gradi. Sono tutti elementi, questi che, in combinazione con la mancanza di accesso sul territorio delle maggiori organizzazioni internazionali, rendono la situazione critica, urgente ed estremamente complessa.
 
 IL PROGETTO
Il Jesuit Refugee Service (JRS) lavora in Siria in collaborazione con un network di volontari siriani, avvalendosi dell'apporto attivo di tutte le organizzazioni locali. La presenza del JRS in Siria precedentemente alla crisi e durante il suo evolversi ha reso possibile rilevare direttamente sul campo i bisogni della popolazione civile colpita dal conflitto civile in corso e infatti, fin dall’inizio del 2012, il JRS ha dato vita a diverse iniziative per rispondere ai bisogni degli sfollati.
L’estesa rete di volontari locali collabora nella distribuzione dei viveri e dei generi di prima necessità ed effettua un continuo monitoraggio della situazione della popolazione.
 
L’Associazione Amici di Villa Sant’Ignazio di Trento ha presentato nel novembre del 2012 una domanda di contributo per un intervento denominato «Progetto di emergenza in Siria: interventi in favore della popolazione più vulnerabile», che ha l’obiettivo di supportare durante i mesi invernali la popolazione di Homs, Damasco e Aleppo senza alcuna distinzione religiosa, politica, settaria o di origine etnica.
Sono previsti la distribuzione di prodotti alimentari, la preparazione e la distribuzione di pasti caldi, l’acquisto di beni di prima necessità, di articoli per l’igiene e di stufe a gas/elettriche. L’acquisto e la distribuzione verrà effettuata e coordinata dal JRS Siria, partner in Siria del progetto.
 
I beneficiari saranno 800 persone alle quali verranno distribuiti vestiti e scarpe per affrontare l’inverno; 800 persone destinatarie di razioni di gasolio; 200 famiglie che riceveranno razioni alimentari; 300 famiglie alle quali verranno consegnate stufe a gas o elettriche; 10mila persone alle quali saranno serviti pasti caldi.
 
Per quanto riguarda la selezione dei beneficiari, essa avviene sia attraverso contatti diretti con le famiglie, sia selezionando le famiglie che si rivolgono direttamente ai centri del JRS per ricevere aiuti: le famiglie vengono intervistate e in base ai bisogni reali e a criteri di vulnerabilità il personale del JRS decide se e quale tipo di intervento attivare.

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