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La città di Detroit dichiara bancarotta: disavanzo $ 18 miliardi

Alla base il crollo del mercato dell’automobile e il conseguente calo delle entrate

Per l’Italia il concetto è difficile da comprendere, dato che l’insolvenza di una municipalità è impensabile, anche se possibile.
Ma quello che è capitato a Detroit deve essere conosciuto perché è esemplificativo di un modo decisamente reale di vivere. 
La città si è trovata in difficoltà per due motivi. Il primo, secondo i giornali americani, è dovuto alla corruzione dei politici che hanno fatto investimenti di comodo invece che essenziali.
Il secondo è dovuto al crollo del mercato dell’auto. Nella città hanno sede la General Motors, la Ford e la Chrisler. Con la contrazione delle vendite, gli abitanti sono scesi dai 7 milioni degli anni 50 a meno di un milione degli ultimi 10 anni.
 
La conseguenza è facilmente intuibile. Il calo della popolazione ha generato il crollo del settore immobiliare e il calo significativo della base imponibile dei lavoratori. Per le casse di Detroit si è trattato di una caduta verticale delle entrate.
Detroit era commissariata da tempo, ma alla fine anche il commissario ha dovuto gettare la spugna. Il debito di 18,5 miliardi risulta insanabile con le sole proprie forze.
Adesso non resterà che ristrutturare i debiti, facendovi fronte con la vendita degli asset della Municipalità.
Poi la città ripartirà da zero, facendo i passi secondo la propria gamba.

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