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In Egitto le vittime della rivolta potrebbero essere 300

Soffocate nel sangue le dimostrazioni contro i militari che hanno deposto Morsi

Si sta consumando violentemente al Cairo la rivolta dei Fratelli Musulmani che sono scesi in piazza per chiedere la liberazione del presidente Mohammed Morsi, deposto dai militari.
In una repressione fuori controllo si stanno consumando inutili stragi da entrambe le parti. I morti ufficiali sono 150, ma la TV araba Al Jazeera ne riferisce il doppio, 300. I feriti sono almeno 1.500.
Tra le vittime anche Mick Deane (62 anni), cameraman di Sky News, e Habiba Ahmed Abd Elaziz (26 anni) reporter di Xpress degli Emirati.
Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza per un mese, a dimostrazione che i militari non intendono fare un passo indietro da quando decisero la destituzione del presidente Mohamed Morsi.
 
Come si ricorderà, contro Morsi si era sollevata una quantità impressionante di gente che voleva le sue dimissioni per aver votato una costituzione con condivisa.
Allora più di 20 milioni di persone erano scese in piazza. Per questo l’esercito aveva deposto il presidente contestato.
Ma non ha fatto i conti che i sostenitori del deposto presidente sono di più e difatti il sollevamento della piazza è ormai fuori controllo.
Nasr City, una delle 12 città che compongono il Cairo, era stata costruita per i militari e difatti è una delle piazze al momento più pericolose.
 
La biblioteca di Alessandria è stata assaltata e alcune chiese sono state date alle fiamme, per questo è stato deciso che lo stato di emergenza entri in vigore al Cairo, Alessandria, Giza, Suez, Behera, Beni Suef, Qena, Assyut, Sohag, Nord Sinai e Sud Sinai.
Al momento il coprifuoco non è applicato nelle zone turistiche del Mar Rosso, ma la Farnesina consiglia di stare esclusivamente nei Resort, di non fare escursioni e di evitare gli assembramenti in genere.
Questo il messaggio pubblicato sul sito della Farnesina a firma del ministro Bonino.

Sono profondamente addolorata per quanto sta avvenendo in Egitto e per la perdita di vite umane. Avevo espresso l’auspicio che le piazze dei sit in si svuotassero grazie al raggiungimento di un accordo tra le parti, e non con l’intervento delle forze di polizia che non aiuta la ricerca di una soluzione alla crisi politica.
Mi rivolgo a tutte le forze in campo in Egitto affinché facciano tutto quanto in loro potere per fermare immediatamente la violenza esplosa nel Paese ed evitare un bagno di sangue. E’ necessario che le forze dell’ordine esercitino il massimo autocontrollo, cosi come da parte di tutti deve essere evitato ogni incitamento alla violenza.
Negli ultimi giorni vi erano stati segnali incoraggianti da entrambe le parti che ci avevano fatto sperare si potesse finalmente avviare una fase di graduale uscita dalla fase di emergenza acuta. Di fronte a questi drammatici sviluppi, rinnovo il mio appello affinché in Egitto si ponga fine alla spirale di violenza e si riprenda un processo di dialogo nazionale.

 

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