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Ha cessato di vivere, dopo otto anni di coma, Ariel Sharon

È stato uno dei militari e degli uomini politici più controversi della storia contemporanea di Israele

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Ariel Sharon era nato in Israele, nella cooperativa agricola di Kfar Malai il 26 febbraio 1928.
Proveniente dai ranghi dell'esercito, Ariel Sharon aveva raggiunto il grado di generale. Poi , come è accaduto a molti suoi colleghi, si è dato alla politica, fino a divenire l'undicesimo primo ministro di Israele.
Ricoprì l’incarico dal marzo 2001 all'aprile 2006, quando è stato ufficialmente destituito a causa del persistente stato di coma, e successivamente stato vegetativo, in cui è entrato nel gennaio dello stesso anno a seguito di una grave emorragia cerebrale.
 
Durante la sua lunga carriera, Sharon è stato una figura controversa secondo molte opinioni, all'interno e all'esterno di Israele.
Secondo la Commissione Kahan, stabilita dal governo israeliano per investigare la sua responsabilità nel massacro di Sabra e Shatila, Sharon porterebbe alcune responsabilità nell'entrata delle milizie falangiste libanesi nei campi palestinesi.
A causa di ciò, Sharon si dimise da Ministro della Difesa, ma rimase nel governo come ministro senza portafoglio.
 
Durante la sua carriera di Primo Ministro, le politiche di Sharon causarono una frattura con il partito Likud, portando Sharon a lasciare il Likud per formare il nuovo partito Kadima.
Sharon divenne così il primo Premier di Israele a non appartenere né al partito Laburista né al Likud, i due partiti tradizionalmente dominanti la scena politica israeliana.
Il nuovo partito creato da Sharon, sotto la guida di Ehud Olmert a seguito della malattia di Sharon durante la campagna elettorale, vinse la maggioranza dei seggi della Knesset nelle elezioni del 2006 e del 2009.
 
Sharon era nato da una famiglia di ebrei lituani immigrati: Shmuel Sheinerman, di Brest-Litovsk (oggi Brěst, in Bielorussia) e Dvora (già Vera), di Mogilëv, sempre in Bielorussia.
Al momento del matrimonio, il padre era uno studente di agronomia all'Università di Tblisi, in Georgia, mentre la madre era al quarto anno di medicina.
La coppia emigrò nel Mandato britannico della Palestina per sfuggire le conseguenze della rivoluzione russa.
La famiglia Scheinerman arrivò durante la Seconda Aliyah e si stabilì in una comunità socialista secolare dove, nonostante fossero sostenitori del Mapai, vennero conosciuti per le loro posizioni contrarie al prevalente consenso della comunità:
 
Quattro anni dopo il loro arrivo a Kfar Mala, gli Scheinerman ebbero una figlia, Yehudit (Dita), e due anni dopo un figlio, Ariel.
Gli Scheinerman mutarono il proprio cognome in Sharon, parola ebraica dal significato letterale di «foresta», già denominazione della pianura costiera dove si trova Kfar Mala.
Il padre di Sharon parlava yiddish e la madre russo, sicché Ariel imparò a parlare russo a partire dalla giovane età.
 
All'età di 10 anni Sharon entrò nel movimento giovanile sionista Hassadeh («il Campo»).
Nel 1942, a 14 anni, Sharon si unì al Gadna, un battaglione giovanile paramilitare, e in seguito all'Haganah, la forza paramilitare ebraica sotterranea, precursore delle Forze di Difesa Israeliane.
Sulla sua fede religiosa e il suo rapporto personale con l'ebraismo, si era dichiarato rispondendo così a una domanda di Oriana Fallaci.
«Be’, non sono religioso. Non lo sono mai stato sebbene segua certe regole della religione ebraica come non mangiare il maiale. Non mangio il maiale. Però credo in Dio. Sì, penso di poter dire che credo in Dio.»
 
Membro dell'esercito clandestino ebraico Haganah a 15 anni, combatté come capo plotone nella guerra del 1948-49, dove rimase gravemente ferito.
Divenne capitano a 21 anni e ufficiale dei servizi segreti a 23.
Dopo una breve esperienza all'Università ritornò nell'esercito.
Negli anni cinquanta comandò come maggiore l'Unità 101, una forza speciale dell'esercito creata apposta per reagire con rappresaglie agli attacchi terroristici sul suolo israeliano.
Il 14 ottobre 1953, nell'occasione nota come la strage di Qibya, fece saltare quarantacinque abitazioni uccidendo sessantanove arabi costretti al loro interno.
L'ONU in data 24 novembre 1953 adotterà in risposta la Risoluzione 101 dove viene espressa la «più forte condanna» delle violenze commesse. L'unità venne poi sciolta e Sharon ne divenne capro espiatorio.
Comunque sia, pochi mesi dopo la 101 venne ricostruita come «Brigata Paracadutisti 202».
 
Generale all'età di 28 anni, combatté alla testa dell'esercito la guerra del 1956, ma in un'azione durante la battaglia di Mitla morirono suoi quaranta soldati. Questa volta la responsabilità era sua e Sharon fu costretto a restare fuori dall'esercito per sei anni.
Approfittò comunque di tale situazione per tornare all'Università e laurearsi in legge.
 
Rientrato nei ranghi militari, nel 1962 venne nominato Comandante della Scuola di Fanteria e Responsabile dell'Addestramento.
Durante la Guerra dei Sei Giorni (1967) è comandante di una divisione corazzata.
Nel 1969 venne nominato Comandante del Comando Sud.
La sua carriera era destinata ad arrivare ai vertici delle Forze armate, ma nel 1972 il ministro della Difesa Moshe Dayan, che lo aveva in antipatia, bloccò la sua nomina a Capo di Stato Maggiore.
Lasciò nuovamente l'esercito, questa volta sbattendo la porta, e decise di entrare in politica.
Scelse il Likud, in opposizione al laburista Dayan.
 
Ma nel 1973 scoppiò di nuovo la guerra (Guerra del Kippur) e Sharon venne richiamato in servizio al comando di una divisione corazzata della riserva.
Il generale Elazar, che Dayan gli aveva preferito come Capo di Stato Maggiore, si era fatto cogliere di sorpresa dagli eserciti di Egitto e Siria, ma Sharon gli tolse le castagne dal fuoco.
Aggirò la terza armata egiziana sbarcata sul suolo israeliano con un ardito controsbarco sulla costa africana e iniziò addirittura una marcia sul Cairo, fermata solo dalla tregua.
Furibondo, lasciò la divisa definitivamente, protestando contro il governo che aveva preferito il negoziato alla vittoria sul campo.
 
Sharon nel 1973 è già deputato del Likud, ma dopo un anno dà le dimissioni e, fra il 1975 e il 1977 è consigliere per la sicurezza del premier, il laburista, ma amico, Yitzhak Rabin.
Quando il Likud ha vinto per la prima volta le elezioni, Sharon è diventato Ministro dell'Agricoltura, svolgendo un ruolo di primo piano nel programma di costruzione di insediamenti ebraici a Gaza e in Cisgiordania.
Nel 1982, come Ministro della Difesa, è stato l'artefice dell'invasione del Libano, di cui abbiamo parlato in apertura.
L'attacco si risolse anche nel massacro di centinaia di palestinesi nei campi profughi libanesi ad opera delle milizie cristiane. Nota a tutti è stata la strage di Sabra e Shatila.
L'inchiesta della Commissione Kahan ha riconosciuto le forze di difesa israeliane indirettamente responsabili del massacro e ha stabilito che nessun israeliano è stato direttamente responsabile per gli eventi che si sono verificati nei campi.
La Commissione ha tuttavia affermato che Israele ha la responsabilità indiretta per la strage in quanto l'esercito israeliano sorvegliava la zona.
Nelle loro raccomandazioni e osservazioni conclusive, la Commissione ha stabilito che il massacro di Sabra e Shatila è stato effettuato da un'unità di falangisti, che agì da sola anche se l'avanzata era nota ad Israele e approvata da Sharon.
Il signor Begin era responsabile di non esercitare un maggiore coinvolgimento e la consapevolezza in materia di introdurre il falangisti nei campi.
È stata accertata nei confronti del Ministro della difesa Ariel Sharon una responsabilità personale «per aver ignorato il pericolo di spargimento di sangue e di vendetta» e non «prendere misure appropriate per evitare spargimento di sangue».
La negligenza di Sharon nel proteggere la popolazione civile di Beirut, che si trovava sotto il controllo israeliano, ammontava ad un mancato adempimento di un dovere con cui è stato addebitato il ministro della Difesa.
La commissione di inchiesta israeliana, presieduta dal magistrato della Corte Suprema Yitzhak Kahan ha ordinato, all'inizio del 1983, la rimozione di Sharon dalla carica di ministro della difesa con questa motivazione.
« Abbiamo stabilito che il ministro della Difesa Ariel Sharon ha la responsabilità personale. A nostro parere, è giusto che il ministro della Difesa tragga le conseguenze personali derivanti dai difetti emersi, per quanto riguarda il modo in cui ha scaricato i doveri del suo ufficio, e, se necessario, che il Primo Ministro eserciti la sua autorità a rimuoverlo da ufficio.»
Costretto alle dimissioni, ottiene un ministero senza portafoglio nel biennio 1983-1984, per poi andare al Commercio e Industria tra 1984 e 1990 e all'Edilizia tra 1990 e 1992.
Di nuovo ministro delle Infrastrutture tra 1996 e 1998 e degli Esteri tra 1998 e 1999 con Benjamin Netanyahu premier, dopo la sua sconfitta è diventato il nuovo leader del Likud.
 
Il 28 settembre 2000 Sharon (capo dell'opposizione nel Parlamento israeliano) compie un clamoroso gesto dimostrativo.
Accompagnato da una scorta armata (circa un migliaio di uomini), fa il suo ingresso in modo plateale nella Spianata delle moschee a Gerusalemme.
La Spianata, nella quale si erge la Cupola della Roccia (luogo sacro ai musulmani che vi indicano il luogo in cui Maometto compì il suo miracoloso «viaggio notturno») è tradizionalmente controllato dai palestinesi: col suo gesto Sharon intese far capire che anche quella parte della città sottostava alla sovranità israeliana.
L'episodio (in seguito definito «la passeggiata di Sharon») scatenò una serie di reazioni da entrambe le parti in conflitto, dando inizio in pratica alla Seconda Intifada.
 
Il primo appuntamento elettorale dopo la passeggiata sono state le elezioni parlamentari all'inizio del 2001.
L'episodio della Spianata delle moschee, pur causando conseguenze nefaste nelle relazioni israelo-palestinesi, guadagnò tuttavia a Sharon il consenso necessario per vincere le elezioni su una piattaforma di critica degli accordi di Oslo.
Dopo le elezioni, sua è stata la decisione di confinare Yasser Arafat a Ramallah.
 
Nel 2002 Ariel Sharon ha rischiato di dover subire un processo all'Aja presso il Tribunale per i Crimini di Guerra, per i fatti del 1982, quando nei campi profughi di Sabra e Shatila, migliaia di civili palestinesi furono massacrati dalle truppe libanesi spalleggiate dall'esercito israeliano che all'epoca era sotto il controllo di Ariel Sharon, ministro della Difesa.
Tuttavia tale processo per crimini di guerra fu presto affossato, a causa della morte del principale accusatore di Sharon, Elie Hobeika, che, responsabile diretto di quei massacri, aveva annunciato di voler fare piena luce sui fatti.
Un'autobomba (di cui ancora oggi non si è consegnato l'autore alla giustizia), uccise Elie Hobeika pochi giorni prima del processo, e tutte le accuse contro Sharon caddero.
 

 
Rieletto nel 2003, ha avviato la costruzione di una barriera difensiva al confine con la Cisgiordania per ridurre al minimo gli attentati suicidi.
Nel febbraio 2004 ha annunciato la sua intenzione di lasciare la striscia di Gaza. Il piano prevedeva non solo il ritiro dei soldati, ma anche il rientro di 8 000 coloni dai loro 25 villaggi, costruiti a partire dal 1967 a Gaza e in Cisgiordania.
Il piano è stato attuato, non senza incontrare numerose resistenze da parte dei coloni, nell'agosto 2005.
Il ritiro israeliano da Gaza, che nelle intenzioni di Sharon avrebbe dovuto essere un consistente segno di buona volontà israeliana nel volere la pace, ha provocato dure reazioni dalla destra religiosa e tuttavia non è bastato ad arginare il terrorismo palestinese proveniente dalla Striscia.
 
Il 20 novembre 2005 Sharon uscì dal Likud, il partito nazionalista liberale che aveva contribuito a far crescere, e fondò un nuovo partito, il Kadima (che in ebraico significa «avanti!»), centrista e liberale, in cui confluì anche il Premio Nobel per la Pace Shimon Peres (ex laburista).
Poche settimane dopo la fondazione del partito, Sharon ebbe però un improvviso grave problema di salute che ne provocò l'uscita dalla vita politica attiva.
Ricoverato in ospedale il 18 dicembre 2005 per un leggero ictus, Sharon venne dimesso due giorni dopo.
A distanza di due settimane però, il 4 gennaio 2006, il premier venne colpito da una grave emorragia cerebrale che comportò il suo ricovero d'urgenza all'ospedale di Hadassa a Gerusalemme, dove fu sottoposto, in due diversi momenti, a due lunghi interventi per bloccare due episodi assai imponenti di emorragia cerebrale.
 
Il dottor Shlomo Mor Yosef, direttore dell'ospedale Hadassa, dove Sharon era ricoverato, confermò inizialmente le notizie dei lievi miglioramenti del paziente, uscito il 10 gennaio dal coma farmacologico.
L'11 aprile 2006, visto il permanere del coma, Sharon fu ufficialmente destituito dalla carica di primo ministro.
La decisione ebbe effetto dal 14 aprile e la carica fu assunta "ad interim" da Ehud Olmert.
 
Dopo oltre tre anni di coma, nel febbraio 2009, i sanitari dell'Ospedale Sheba-Tel Hashomer, in cui Sharon è ricoverato presso il reparto di Rieducazione respiratoria, chiesero alla famiglia di trovare un'altra sistemazione: in una stanza adeguatamente attrezzata a casa o nella «fattoria dei sicomori» di proprietà della famiglia, o in altra struttura per lungodegenti.
Nel 2010 Sharon, che aveva ricominciato a respirare autonomamente, lasciò l'ospedale e fu trasportato nella sua casa nella tenuta dei sicomori, per essere però poi riportato presso lo Sheba qualche tempo dopo.
Il 28 gennaio 2013 l'equipe medica che curava Ariel Sharon comunicò che l'ex premier, 85enne, a seguito di una complessa risonanza magnetica, mostrava significativi segnali di attività cerebrale e che si trovava in uno stato di coscienza minima che gli permetteva di rispondere ad alcuni stimoli come le immagini della propria abitazione o le voci dei figli.
Nell'ottobre 2013 venne sottoposto a un delicato intervento chirurgico che non diede esiti positivi.
Da quel momento le condizioni si sono aggravate e sopraggiunse anche un blocco renale.
La sera del 1° gennaio 2014 le condizioni precipitarono e il figlio Ghilad si recò al capezzale di Sharon.
Il 9 gennaio 2014 i medici dell'ospedale di Tel Aviv, dove Sharon è ricoverato, annunciano che la morte del leader è imminente.
Due giorni dopo, la radio israeliana ne annuncia il decesso.
 
Si ringrazia Wikipedia per le informazioni e le foto che ci ha fornito.

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