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Sembra inarrestabile l’islamizzazione oltranzista dell’Iraq

Abu Bakr al-Baghdadi ha annunciato l’istituzione di un Califfato in Siria e Iraq, indicandosi leader della formazione jihadista dello Stato Islamico

La formazione jihadista dello Stato Islamico (IS) ha annunciato l’istituzione di un Califfato in Siria e Iraq, indicando il leader dell’organizzazione, Abu Bakr al-Baghdadi, quale suo nuovo Califfo.
La dichiarazione, tesa a sfruttare il rafforzamento prodotto dai recenti successi militari conseguiti dall’organizzazione, è finalizzata anche a sostenere gli sforzi di auto-legittimazione del gruppo, intento a presentarsi come forza emergente nel panorama sunnita dell’intero Medio Oriente.
Parallelamente ai proclami di IS, resi ancora più minacciosi dall’efficacia campagna militare dei giorni scorsi, continua l’offensiva l’Esercito iracheno per riconquistare Tikrit, centro della Provincia di Salah al-Din, preso il 12 giugno dal fronte ribelle composto da IS, dalle milizie baathiste del Jaish al-Rijal al-Tariqa al-Naqshbandiya (Esercito degli Uomini dell’Ordine di Naqshbandi, JRTN) e dagli formazioni para-militari tribali sunnite opposte al governo di Baghdad.
La battaglia per Tikrit e per i maggiori villaggi del centro-nord del Paese appare fondamentale per ritardare l’avanzata dei jihadisti verso la capitale.  
 
In questo senso, saranno di fondamentale importanza le capacità delle truppe irachene e delle milizie sciite fedeli al governo, tra cui Asa'ib Ahl al-Haq (“La lega dei Giusti”), il movimento Badr e la Brigata del Giorno Promesso, dall’Iran e dagli Stati Uniti.
L’apporto di gruppi di volontari sciiti, attualmente tra i principali responsabili della difesa della provincia di Diyala, si era già rivelato decisivo nel respingimento dell’offensiva di IS a Dhuluya, città situata a soli 90 km a nord di Baghdad.
Proprio nel governatorato di Diyala sono concentrate una buona parte delle duemila guardie rivoluzionarie iraniane inviate da Teheran a protezione delle principali città sciite di Najaf, Karbala e Samarra e della capitale Baghdad.
Nonostante gli sforzi compiuti da Baghdad e dai suoi alleati per impedire il definitivo collasso delle strutture statali, pare chiaro come sia in corso un processo di frammentazione dell’Iraq lungo direttrici etniche e settarie, che minaccia di dividere il Paese in tre aree di influenza, dominate rispettivamente dai curdi al nord, dagli sciiti a sud e dai sunniti a est. 
 
Andrea Ferrante e Anna Miykova
(Ce.S.I)

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