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Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

«Dieci anni fa la Corte Internazionale di Giustizia dichiarava illegale il muro costruito da Israele nei territori Palestinesi»

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Dieci anni fa, il 9 Luglio 2004, la Corte Internazionale di Giustizia emanava un’importante sentenza sul conflitto israelo-palestinese e dichiarava illegale il muro costruito da Israele.
La Corte decise di pronunciarsi nonostante la contrarietà di un gran numero di stati, compresi Stati Uniti e Unione Europea, affermando così che il conflitto deve essere regolato e giudicato dal diritto internazionale e che gli attori politici e gli Stati non sono onnipotenti, ma devono rispettare regole, principi, valori che l'umanità si è data per assicurare la convivenza pacifica ed il rispetto dei diritti. 
Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani ricorda tale sentenza, in questo mese di luglio, con un semplice manifesto esposto in molti luoghi pubblici e negozi di Trento e Rovereto.
Quella sentenza, infatti, è un documento fondamentale per capire e affrontare in modo corretto il conflitto che si sta nuovamente scatenando in Israele e Palestina.
 
Le drammatiche notizie che ci arrivano tramite i mezzi d’informazione ci colpiscono emotivamente e ci spaventano, ma raramente sono accompagnate da approfondimenti che ci aiutino a capire il cosa e il perché.
Quella sentenza dice invece chiaramente quali sono i nodi del conflitto e da lì ci sembra importante ripartire, se si vuole trovare una qualche via d’uscita. 
Innanzitutto la Corte precisa che tutti i territori al di là della linea verde (linea di armistizio del 1949) sono territori occupati; Israele è quindi Potenza occupante e come tale vincolata al rispetto delle regole stabilite dal diritto dei conflitti armati.
Da ciò consegue anche che il popolo palestinese è titolare di un diritto all'autodeterminazione, che non deve essere compromesso con modifiche del territorio e della composizione demografica; ciò significa che la Potenza occupante non può trasferire parte della propria popolazione nei territori occupati e che, quindi, gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania sono illegali.
 
Per quanto riguarda il tracciato del muro, la Corte nota che esso include circa l'80% delle colonie installate da Israele nei territori occupati.
Il tracciato del muro costituisce perciò una grave violazione del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e una «annessione di fatto». 
Tale tracciato comporta, inoltre, conseguenze negative sulla popolazione palestinese, in termini di restrizione delle libertà di circolazione, di accesso alle cure mediche, all'istruzione, al lavoro e di tutela della proprietà.
In conseguenza di tale illegalità del muro, la Corte stabilisce che Israele ha il dovere di arrestarne la costruzione e di smantellarne la parte già costruita; e i palestinesi hanno diritto di vedersi restituiti i beni espropriati e di essere risarciti del danno subito.
 
Infine, poiché il diritto internazionale è vincolante per tutti, la Corte individua anche le responsabilità e gli obblighi degli Stati terzi, i quali non devono riconoscere l'illegale situazione risultante dalla costruzione del muro e non devono aiutare Israele a mantenere in essere tale situazione.
Purtroppo la sentenza del 9 luglio 2004, come molte altre, è rimasta inascoltata e non attuata. In questi ultimi dieci anni Israele ha continuato a costruire colonie illegali e a trasferire la propria popolazione, a costruire il muro e ad espropriare e inglobare nuovi territori, rendendo praticamente impossibile ricreare una unità territoriale che possa diventare uno stato per i palestinesi, come era previsto dalla Risoluzione Onu del 1947.
Riteniamo comunque fondamentale fare memoria di quel pronunciamento chiaro e coraggioso della Corte Internazionale di Giustizia, sia per evitare un approccio puramente emotivo e superficiale al conflitto, sia perchè una corretta conoscenza di quanto a livello internazionale è dichiarato legale o illegale, giusto o ingiusto, ci può aiutare a capire la realtà, a informare correttamente, ad orientare le scelte della politica, spesso assente e pavida su tali questioni.
 
Erica Mondini, presidente dell’associazione Pace per Gerusalemme
Massimiliano Pilati, presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

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