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Lo vediamo il nuovo olocausto che si sta consumando in Iraq?

L’Europa deve muoversi in fretta e con determinazione: se non per umanità, lo faccia almeno per convenienza

I nostri collaboratori esperti nelle crisi internazionali hanno esposto chiaramente sulle pagine de l'Adigetto.it la realtà delle cose, senza esprimere considerazioni in quanto sono degli analisti. Basta dare un’occhiata alla pagina del nostro giornale dedicata agli Esteri per imparare a conoscere i fondamenti che hanno generato le situazioni di rischio che si stanno verificando non lontano dall’Europa.
Ora però vogliamo esprimere le nostre considerazioni su quanto sta accadendo. Il che non contrasta con quanto esposto dagli analisti, ma ne prende spunto per svolgere qualche ragionamento.
 
La prima cosa che emerge in tutta la sua triste evidenza è che le dittature non sono poi state il male peggiore dell’Iraq né della Libia.
Il vantaggio principale che i dittatori offrivano era il controllo della popolazione, delle parti in lotta e delle fazioni religiose. Un dittatore non tollera ingerenze di alcun tipo, tanto meno quello religioso, che è il più pericoloso in quanto può far fare ai fedeli atti anche inconsulti.
Erano certamente odiosi sia Gheddafi che Saddam, ma erano anche comodissimi. Anche per i popoli che dominavano, sia ben chiaro. Può sembrare puro cinismo, ma la loro eliminazione ha portato al disastro fuori controllo cui assistiamo da qualche tempo in qua.
Libia e Iraq sono diventati un problema al pari della Siria (peraltro guidata da un presunto presidente eletto democraticamente).
 
Il problema della Libia potrebbe essere considerato circoscritto, se non fosse che l’Italia ha un rapporto che deve mantenere a tutti i costi: si tratta del più importante fornitore di idrocarburi per il nostro paese.
Se aggiungiamo che il fornitore di idrocarburi numero due è la Russia, con la quale la comunità internazionale sta facendo il possibile per non trovare elementi di raccordo, ci rendiamo conto che il prossimo inverno potrebbe presentare qualche problema.
L’Iraq invece sta suscitando lo sdegno dell’intero Mondo Occidentale. E qui vogliamo fare un ragionamento più esteso, perché dobbiamo renderci conto di alcune verità fondamentali.
 
Oggi presso gli Occidentali è consolidato il concetto che la libertà religiosa sia uno dei valori più importanti, secondo solo alla liberta dalla fame e seguito dalla libertà individuale.
In verità questo concetto non è sempre stato condiviso nei secoli dalla civiltà europea. Basti pensare non tanto alle Crociate, che lasciano il tempo che trovano, ma all’intolleranza esportata nel mondo con le grandi scoperte geografiche.
Il fatto che nelle Americhe si parlino praticamente solo lingue europee dimostra che gli Stati le hanno colonizzate imponendo il proprio dominio con la massima forza.
E il fatto che nelle Americhe le religioni siano di matrice cristiana è ancora più significativo dell'intolleranza esportata con la civiltà.
Ora, grazie a Dio, tutto ciò è stato superato, ma si tratta di un passato del quale dobbiamo sostanzialmente vergognarci.
 
Ciò è cambiato nella società Occidentale porta un nome e una data: la Rivoluzione Francese, avvenuta a fine ’700. Napoleone l’ha anche esportata in tutta Europa, generando la reazione delle grandi monarchie secolari.
Rivolta che è stata inutilmente imposta con la Restaurazione del Congresso di Vienna e che ha generato il Risorgimento di tutte le popolazioni europee. Una lotta che è sfociata con l’inevitabile scoppio della Grande Guerra, di cui si commemora ora il centenario, e che si è conclusa solo con la fine della Seconda Guerra mondiale.
Una lunga Guerra di Secessione scoppiata nel 1792 e finita nel 1945. Solo dopo la morte di un centinaio di milioni di persone si è arrivati all’idea che i valori dell’individuo sono sacri, imprescindibili, inviolabili.
 
In altre parole ciò che separa il Mondo Occidentale dal Mondo Islamico Jihadista sono questi 200 anni di rivoluzione cruenta e di evoluzione delle idee che ha portato con sé.
Gli odierni oltranzisti si stanno comportando come gli Europei quando pensavano di poter imporre la propria fede religiosa, certi di fare la cosa giusta.
È quella stessa presunzione che oggi muove la mano degli islamici armati che si ritengono in contatto diretto con Dio, che si auto eleggono difensori della fede, che riescono a convincere i fedeli di fare la cosa giusta anche quando si tratta di commettere azioni abominevoli, tanto più se da queste azioni ne traggono un vantaggio materiale.
E il mondo Occidentale, distratto o cinico, ha finto di non vedere o si è girato dall’altra parte.
Un esempio per tutti. L’Europa non ascolta il grido di dolore degli Italiani che dall’inizio dell’anno hanno dovuto accogliere 100mila disperati provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo.
 
C’era bisogno di assistere alla fuga disperata di altri 100.000 disgraziati scacciati dalle loro case in quanto minoranze, perché il Mondo Occidentale si accorgesse dell’abominio in corso.
L’intervento di Obama ha salvato metà dei profughi, ma almeno 500 persone, soprattutto donne e bambini, le abbiamo viste morire sotto gli attacchi dei miliziani dello Stato Islamico, li abbiamo visti sepellire in una gigantesca fossa comune.
Alcuni di loro, racconta il ministro dei diritti umani iracheno, sono stati sepolti vivi, anche donne e bambini. Probabilmente per risparmiare proiettili…
Altre 300 donne sono state rapite e ridotte in schiavitù dai miliziani dell’Isis.
Secondo il portavoce dell'Unicef in Iraq, almeno 56 bambini sono morti disidratati dopo una settimana senza acqua e poco cibo.
E sembra che circa 4.000 persone delle 300 famiglie dei villaggi Koja, Hatimiya e Qaboshi sarebbero state circondate da miliziani, che minacciano di ucciderle se non si convertono all'Islam.
 
Come abbiamo detto, noi siamo del parere che chi uccide nel nome di Dio commetta un delitto contro l’umanità.
Il papa ha fatto un appello affinché, appunto, non si uccida nel nome di Dio. E ha fatto circolare anche un tweet.
Risultato, un contro tweet che gli islamici hanno fatto a loro volta circolare per minacciare gli USA e quanti intendano mettersi sulla loro strada.
Il papa ha pregato il Signore affinché protegga i profughi, precisando che non è con la violenza che si deve combattere la violenza.
Secondo noi la sua preghiera è stata esaudita in parte. Nel senso che si sta facendo qualcosa per salvarli, ma usando la forza.
Ma non c’è alternativa.
Se l’Europa non giustifica interventi armati per motivi umanitari, lo faccia almeno per convenienza: se non li sentiamo bussare alla nostra coscienza, è solo questione di tempo che li sentiremo bussare alla nostra porta.

G. de Mozzi

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