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La Russia interrompe la costruzione del «South Stream»?

Prende sempre più corpo il Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che trasporterà in Italia il gas dall’Azerbaijan: l’Italia diventerebbe il distributore di gas per l’Europa

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L'aeroporto internazionale di Baku, la capitale dall’Azerbaijan.

Lo scorso martedì il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la possibilità di interrompere le trattative per la costruzione di South Stream, il gasdotto progettato per portare il gas russo nel sud dell’Europa attraverso il Mar Nero e i Balcani.
L’interruzione del progetto, che dovrà essere confermata nei prossimi giorni, arriva dopo mesi in cui l’Unione Europea ha fatto pressioni sulla Bulgaria, uno dei paesi di transito del gasdotto, per congelare l’inizio dei lavori, adducendo motivazioni prettamente giudico-burocratiche, quali il rispetto dei parametri del «Terzo Pacchetto Energia».
L’annullamento della costruzione di South Stream provocherebbe all’Unione Europea un importante vuoto nelle forniture programmate, in quanto il gasdotto è stato progettato per trasmettere oltre 60 miliardi di metri cubi l’anno di gas in due direzioni, una verso l’Austria e una verso l’Italia.
 
Il TAP (Trans Adriatic Pipeline), ufficialmente concorrente di South Stream, pur potendo contare su fonti di approvvigionamento diverse dalla Russia, quali l’Azerbaijan, e quindi su un vantaggio strategico legato alla diversificazione dei bacini di rifornimento, ha dimensioni decisamente più contenute (10 miliardi di metri cubi l’anno) e difficilmente espandibili, e quindi non appare sufficiente per colmare il vuoto causato dall’eventuale conferma della chiusura del progetto South Stream.
Quindi, qualora l’Unione Europea non annunci un piano infrastrutturale alternativo (potenziamento delle rotte energetiche Nord-Sud, potenziamento della capacità di ri-gassificazione del GNL) e qualora l’annullamento del progetto venga confermato, non è chiaro quale sarà la strada che i Paesi europei percorreranno per garantirsi le forniture di gas necessarie nei prossimi decenni.

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