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I 40 anni di indipendenza della Repubblica di Mozambico

Un cammino irreversibile nella libertà verso lo sviluppo sostenibile

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Paesaggio del Mozambico settentrionale.

Il Trentino ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il Mozambico.
Molte le attività umanitarie, imprenditoriali e culturali promosse nel Paese da privati cittadini e dalle pubbliche istituzioni.
Più volte le massime autorità del Mozambico sono venute in visita in Trentino e le visite sono state contraccambiate.
Molta la strada fatta insieme.
E adesso che la Repubblica del Mozambico ha compiuto i 40 anni di indipendenza nazionale ci pare giusto dare spazio a due personalità di assoluto rilievo, Sua Eccellenza Carla Elisa Luis Mucavi, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Mozambico in Italia, e del Prof. Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.), per fare il punto della situazione che, come abbiamo messo nel titolo, ci pare irreversibilmente vocata allo sviluppo sostenibile.

1. 
 «Il Cammino Irreversibile verso lo Sviluppo Sostenibile»

  S. E. CARLA ELISA LUIS MUCAVI 
Ambasciatore della Repubblica di Mozambico
In occasione della Celebrazione del 40° Anniversario d’Indipendenza Nazionale

Il Mozambico completa quest'anno 40 anni di Indipendenza Nazionale, raggiunta il 25 giugno 1975, dopo 10 anni di lotta armata contro il dominio coloniale portoghese.
Sono 40 anni caratterizzati da una costante ricerca di miglioramento, da un lato, dai vecchi problemi ereditati da 500 anni di colonizzazione segnati dalla sottomissione del popolo mozambicano, e in secondo luogo, dalle sfide attuali inerenti al processo di costruzione di una nazione mozambicana, libera, sovrana e prospera con l'obiettivo di realizzare il sogno irrinunciabile dello sviluppo sostenibile e della creazione del benessere sociale di tutto il popolo mozambicano.
Trascorsi 40 anni dopo l'indipendenza nazionale, è importante rivisitare il percorso già realizzato, e riflettere sulle prospettive che si presentano al Paese.
Un bilancio preliminare ci permette di affermare che i guadagni derivanti dall’indipendenza sono decisamente indiscutibili, pur tuttavia riconoscendo le sfide tipiche di un paese di recente indipendenza e ancora in processo di costruzione.
Nella traiettoria dei 40 anni di esistenza, come uno Stato indipendente, il Mozambico ha conosciuto avversità interne ed esterne di vario genere, da menzionare la guerra di destabilizzazione durata 16 anni, che ha seminato morte e distruzione del tessuto economico e sociale del paese.
In effetti, uno dei grandi momenti della storia del Mozambico indipendente è stata la firma, il 4 ottobre del 1992, qui a Roma, dell'Accordo Generale di Pace, sotto la mediazione della Comunità di Sant'Egidio ed il coinvolgimento del Governo Italiano.
La riconquista della pace e la sua costante preservazione e consolidamento, attraverso meccanismi democratici, come la realizzazione di promozione della giustizia sociale e sviluppo, così come la preservazione dell'integrità sovrana e territoriale del Mozambico ed il continuo rafforzamento dell'unità nazionale, costituiscono alcuni dei guadagni di 40 anni di indipendenza del Mozambico.
Va inoltre notato che raggiunti i 40 anni di indipendenza, il Mozambico integra l’insieme di paesi e nazioni di cultura democratica che si consolida sempre di più, non solo attraverso le elezioni democratiche, ma anche con la crescente democratizzazione della Governance, la riforma amministrativa che garantisce una partecipazione effettiva dei cittadini nella gestione della vita politica e amministrativa del Paese. A queste iniziative vanno aggiunti la nascita e l'incoraggiamento di una società civile più completa e attiva, che comprende i settori socio-professionali, enti religiosi, organizzazioni sindacali, associazioni di promozione e difesa dei Diritti Umani, tra gli altri.
 
Nel contesto economico-sociale, nonostante le difficoltà derivanti dalla carenza e insufficienza di risorse umane e finanziarie, il Mozambico ha registrato negli ultimi quattro decenni, notevoli progressi praticamente in tutte le sfere della organizzazione della società e della propria economia.
A titolo illustrativo, in materia di istruzione dove i 500 anni di colonizzazione portoghese ha lasciato in eredità un tasso del 93% di analfabetismo, attualmente il tasso è intorno al 40%.
I progressi nell’istruzione sono ancora più noti se si considera che prima dell'indipendenza, il Mozambico aveva appena una sola università e 40 studenti nazionali. Oggi, il Paese ha una media di 49 istituti di insegnamento superiore, più di 28.000 studenti e circa 1.309 professori mozambicani. Allo stesso tempo, il numero di scuole primarie e secondarie è cresciuto esponenzialmente, da decine a migliaia.
Nel campo della salute, la disposizione dei servizi sanitari presenta indicatori incoraggianti che mostrano un aumento della rete di infrastrutture e servizi. Il Mozambico ha un Servizio Sanitario Nazionale che, nonostante le restrizioni di bilancio, è presente in tutto il Paese, avendo ridotto drasticamente la distanza delle comunità di utenti e gli ospedali e centri sanitari.
 
In campo puramente economico, vale la pena notare che l'agricoltura è sempre stata definita come la base per lo sviluppo del Paese, in un chiaro riconoscimento delle sue potenzialità. In effetti, il Mozambico ha un suolo coltivabile e potenzialmente ricco, che, insieme con la sua vasta rete fluviale, la popolazione giovane ed il clima favorevole, ne fanno una grande potenza agricola.
Le politiche nazionali nel settore dell’agricoltura, sono orientate a garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni, fatto che è stato recentemente riconosciuto dalla FAO, che ha attribuito una distinzione al Mozambico per i progressi compiuti nella riduzione della fame e dell'insicurezza alimentare.
Occorre inoltre segnalare i progressi nel settore delle infrastrutture e dell’estrazione mineraria, fatto che diventa evidente se consideriamo che nel 1975, il Mozambico aveva poche centinaia di strade rivestite, principalmente intorno alle città ovvero dirette al servizio di esportazione. Il Mozambico attualmente conta con una rete stradale, ferroviaria e portuale, corridoi di sviluppo e altre infrastrutture che facilitano il trasporto di persone e di una varietà di merci.
 
Per quanto riguarda l’estrazione mineraria, vale la pena menzionare che con l'indipendenza, il Mozambico ha avviato un vasto programma volto all’esplorazione delle grandi riserve a sua disposizione, che potrebbe, a breve o medio termine, far diventare il Paese in uno dei principali e più importanti produttori, in particolare per quanto concerne il gas naturale, carbone e alluminio, tra gli altri minerali. Basta ricordare che il Mozambico ha una riserva stimata di circa 200 miliardi di metri cubi di gas naturale che contribuiscono all'aumento di capitali di investimento straniero, con vista a finanziare i progetti di produzione di gas e affini.
Già nel contesto delle relazioni internazionali, abbiamo visto la nascita, la crescita ed il consolidamento della diplomazia mozambicana che costituisce uno strumento di perseguimento dell’interesse nazionale e dei tanti obiettivi del Paese.
Il Mozambico ha istituito e mantiene relazioni diplomatiche e di cooperazione con tutti i paesi vicini e con vari paesi del mondo, molti dei quali sono stati ereditati dai rapporti forgiati durante la lotta armata per la liberazione nazionale.
Il Paese è diventato membro di importanti organizzazioni internazionali, più in particolare le Nazioni Unite, l'Unione Africana, la Comunità dei Paesi dell'Africa Australe (SADC), la Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP), tra molti altri.
 
Per quanto riguarda le relazioni bilaterali tra il Mozambico e l’Italia, iniziate durante la lotta di liberazione nazionale, hanno contato con il sostegno e la solidarietà del Popolo italiano, in particolare con la città di Reggio Emilia, per l'assistenza concessa ai guerriglieri di liberazione, continuano stabili e sempre più dinamiche. Infatti, negli ultimi anni, i Governi del Mozambico e dell'Italia hanno rafforzato i rapporti di cooperazione bilaterale in campo economico e incoraggiano le iniziative del settore privato di entrambi i paesi. In questo contesto, vale la pena citare le missioni imprenditoriali italiane, che vanno in Mozambico, con l’intuito di esplorare opportunità di business e di investimento attraverso la partecipazione alla Fiera Internazionale di Maputo. Sono anche degni di menzione, la visita in Mozambico del Primo Ministro Matteo Renzi, nel mese di luglio 2014 e, dall'altro, la visita in Italia dell'ex Presidente del Mozambico, Armando Emilio Guebuza, avvenuta nel dicembre 2014.
Va inoltre notato che i due paesi hanno firmato strumenti giuridici volti a favorire il coinvolgimento della comunità imprenditoriale nella promozione delle relazioni di cooperazione, con particolare attenzione, tra gli altri, 1) all’Accordo di Promozione Protezione Reciproca degli Investimenti, 2) l'Accordo per evitare la Doppia Imposizione Tributaria e l'Evasione Fiscale e 2) l'Accordo di Cooperazione in materia di Energia.
 
Dai risultati di questi accordi, il Mozambico conta già con una notevole presenza di imprese italiane ad investire nel Paese, come per esempio la ENI nella ricerca di petrolio ed esplorazione del gas, la CMC di Ravenna nel settore delle costruzioni ed infrastrutture, e molte altre aziende di prestazione di servizi.
Nel bilancio dei 40 anni di indipendenza vale la pena evidenziare che il Mozambico continua ad impegnarsi per il consolidamento della pace e della stabilità, e nel cammino irreversibile con lo scopo di sradicare la povertà in favore dello sviluppo sostenibile del Paese.

2.
«Mozambico: 40 anni di Indipendenza, di amicizia con l’Italia e di dialogo tra i popoli»
 PROF.ANDREA MARGELLETTI 
Presidente del Centro Studi Internazionali
In occasione della Celebrazione del 40° Anniversario d’Indipendenza Nazionale

Nel quarantesimo anniversario dell’Indipendenza del Mozambico il mio cuore e la mia mente tornano indietro di 21 anni, quando nell’ormai lontano 1994 ero a Beira con gli Alpini impegnati nella missione Albatros. Avevo qualche capello bianco in meno e il grande entusiasmo di chi nutre verso l’Africa un amore incondizionato.
I miei giorni a Beira sono stati fondamentali sia per capire il Mozambico sia per capire meglio il mio Paese. A Beira ho compreso tre cose importanti: la prima è che l’Africa è il continente degli estremi. O cresce e si sviluppa o continuerà ad essere saccheggiata dall’ingordigia di una parte del Mondo che vuole salvaguardare il proprio stile di vita spesso a scapito di tutte le altre. La seconda è che la vera ricchezza del Mozambico, e di tutto il continente africano, non sono petrolio, gas, pietre preziose o minerali, bensì le persone. Infine, la terza è che quando l’Italia si muove ed agisce sulla scena internazionale in maniera sistemica e coordinata, sfruttando tutte le proprie risorse, ottiene risultati all’altezza delle proprie capacità.
Infatti, non posso ignorare l’eccellente lavoro svolto dalle diplomazie italiana e mozambicana, dagli uomini delle Nazioni Unite e dalla Comunità di Sant’Egidio. Tutti rematori affiatati, spesso contro la corrente, in direzione del solo obbiettivo comune: la pace e lo sviluppo.
Ricordo ancora i profumi ed i gusti di Beira, ma soprattutto gli occhi delle persone. In quegli anni, il Paese usciva con difficoltà e speranza da una lunga stagione di guerra, prima d’Indipendenza e poi civile, e guardava con ottimismo, quell’ottimismo e quella gioia che soltanto i popoli d’Africa posseggono, al proprio futuro. Le sfide erano tante: ricucire lo strappo tra FRELIMO e RENAMO, riconciliare ed unire sotto un’unica bandiera fazioni che si erano combattute per anni, pensare ad un piano di sviluppo politico, economico e sociale che avesse al proprio centro le donne ed i giovani, la progenie dei tempi che sarebbero giunti.
 
Dunque, dopo la lotta per l’Indipendenza, dopo la sanguinosa guerra civile, il Mozambico ha iniziato una nuova e ben più ardua lotta, quella per la dignità.
Se guardo al Mozambico oggi, vedo un Paese che continua la caccia a demoni non ancora del tutto sconfitti, quali la criminalità, il banditismo, gli ultimi, sparuti e impolverati rigurgiti di violenza politica che ormai fanno parte del passato, l’analfabetismo e la povertà. Lo fa con la determinazione e con la consapevolezza di chi sa che i risultati arriveranno col tempo, con la pazienza e nel lungo periodo. Lo fa con la lucidità di chi sa che non esiste alcun modello di sviluppo sostenibile senza il contrasto alla corruzione, che purtroppo ancora inquina parte dell’apparato pubblico a causa dell’irresponsabilità e dell’egoismo di pochi, senza un massiccio investimento nell’istruzione, senza una oculata politica di redistribuzione delle risorse e di valorizzazione non soltanto di quel tesoro sommerso che sono i giacimenti di gas, ma anche e soprattutto delle realtà locali e delle imprese famigliari. Queste ultime sono state e saranno la vera spina dorsale per lo sviluppo diffuso e duraturo del benessere, scevro e libero dai rischi di schiavitù da monocoltura energetica.
Se guardo al Mozambico di domani, vedo tante opportunità. Innanzitutto, credo che, nel lungo periodo, le politiche di miglioramento della Governance statale e il meccanismo di riconciliazione nazionale potrebbero definitivamente spegnere i residui focolai di conflitto nel Paese e neutralizzare quella inumana sete di sangue che purtroppo caratterizza tanti altri, drammatici, scenari africani. In questo senso, mi piace immaginare un Mozambico pienamente pacifico e pacificato, esempio di convivenza e cooperazione per tutta l’Africa.
Tuttavia, non c’è pace senza sviluppo. Per questo, con gli occhi rivolti al futuro, mi piace immaginare una Maputo rinnovata e vitale, una parla sul Canale del Mozambico. Mi piace pensare, in maniera un po’ evocativa, al gas mozambicano che alimenta un ipotetico fuoco di Prometeo che forgia le fondamenta di scuole, università, strade, porti e canali. Che porta energia in tutto il Paese: elettricità nelle regioni un tempo irraggiungibili dell’entroterra. Che alimenta macchine per coltivare la terra. Che illumina le città dove una nuova classe dirigente guida responsabilmente il Paese e lo eleva a protagonista in Africa e, perché no, nel Mondo.
 
Obbiettivi ambiziosi, ma non irraggiungibili e non inarrivabili. Obbiettivi che non si misurano con le fredde statistiche o con gli indici di crescita economica. Dopotutto, se rivolta al bene, l’ambizione è la misura del valore di un popolo. Il metro del suo orgoglio. Lo scudo della sua dignità. E il popolo mozambicano ha ambizione, orgoglio e dignità da vendere.
A questo punto, come faccio a non pensare ad un Mozambico che, nel tempo, diventa uno dei principali partner dell’Italia in Africa. Magari il suo interlocutore di riferimento nel sud del continente.
Una volta, in quel lontano 1994, un ragazzo mozambicano mi disse che il popolo di Beira non dimentica mai gli amici e che gli Italiani lo erano. Quel sentimento è oggi forte più che mai, saldo anche se lontano dalla luce dei riflettori. Semplice e solido, senza bisogno della ribalta. Italia e Mozambico usufruiscono di una cooperazione ampia, in tanti settori, che avanza con il tempo e che ancora ha tante potenzialità inesplorate. In Mozambico c’è tanta voglia di Italia, del suo patrimonio umano ed economico. Del suo modello di sviluppo a misura d’uomo, basato sulle persone e non sui prodotti. Allo stesso modo, l’Italia non deve dilapidare i frutti di quel patto d’onore che è stato l’Accordo del 1994 e deve tutelare, valorizzare e riscoprire la propria voglia di Mozambico. Maputo deve essere per Roma il ponte tra Mediterraneo, Africa e Oceano Indiano, come Roma deve essere per Maputo la porta dell’Europa.
Tra dieci anni, quando avrò qualche capello bianco in più e quel 1994 mi sembrerà ancora più lontano, mi piacerebbe festeggiare i 50 anni dell’indipendenza del Mozambico senza usare la parola «miracolo», ma semplicemente la parola «certezza».

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