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Dopo 54 anni d'isolamento, Cuba torna ad affacciarsi al mondo

Geografia e storia dell’Isola caraibica che fu di Fidel Castro e Che Guevara

La Repubblica di Cuba è un arcipelago dei Caraibi, posto tra il mar dei Caraibi, il golfo del Messico e l'oceano Atlantico.
Verso nord si trovano gli Stati Uniti e Bahamas, a ovest il Messico, a sud le isole Cayman e la Giamaica, e a sud-est Haiti.
In pratica è il naturale prolungamento della punta nord occidentale dell’Isola di Ispaniola (Haiti e Santo Domingo), mentre il prolungamento naturale della punta sud occidentale è rappresentato dalla Giamaica.
Cuba dunque non è solamente un'isola, ma un arcipelago che comprende quasi 4.200 isole e isolette dette cayos (scoglio, in inglese key) che circondano l'isola principale.
Separa Cuba dagli Usa lo Stretto di Florida largo solo 180 km. Tra key West e l’Avana poco più di 90 miglia.
La Repubblica occupa l'intera isola, e le varie isolette circostanti, come l'Isola della Gioventù (Isla de la Juventud), con l'eccezione della Baia di Guantanamo, una base navale che è stata data in «prestito» agli Stati Uniti nel 1903.
 

 
 Morfologia 
Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante, con una cordigliera che si allunga parallela alla costa. Qui il paesaggio è caratterizzato dai Mogotes de Jumagua, scoscese formazioni calcaree a pan di zucchero, ricoperte di vegetazione.
Tutta la costa meridionale è sormontata dalla catena montuosa.
Il notevole sviluppo costiero offre un'ampia varietà di paesaggi marini, dalla costiera rocciosa a quella alta e con dirupi, ma soprattutto una smisurata distesa di spiagge.
La barriera corallina si estende all'esterno dell'arcipelago di Camagüey.
Nello sviluppo della costa si trovano profonde e ampie insenature che costituiscono bacini portuali naturali di eccezionale valore e bellezza, sedi dei porti commerciali storici di Cuba come L'Avana, Santiago di Cuba e Cienfuegos.
I fiumi sono caratterizzati da un corso breve, data la forma stretta dell'isola. Sono però ricchi d'acqua, anche se il loro regime è determinato dalle piogge: alcuni hanno tratti sotterranei a causa della formazione carsica del terreno.
Il più lungo è il Rio Cauto (370 km) che, a differenza degli altri, scorre in senso longitudinale.
 

 
 Clima 
La forma allungata dell'isola sull'asse est-ovest e quindi la sua ininfluente differenza di latitudine fra le sue estremità nord e sud, rendono l'isola uniforme dal punto di vista climatico, caratterizzato dal soffio costante degli Alisei che provengono dall'Oceano Atlantico.
Il clima tropicale viene diviso in due stagioni, secco nel periodo invernale, da novembre ad aprile e umido da maggio a ottobre.
Le temperature medie su scala annuale sono comprese tra 20 e 30 °C e le precipitazioni abbondanti e di forte intensità nel periodo estivo.
La temperatura dell'acqua del mare, anche per la presenza della vicina corrente del Golfo, oscilla tra i 26 °C d'inverno e i 28 – 30 °C del periodo estivo.
Durante la stagione umida, in particolare fra settembre e ottobre, si possono verificare gli uragani, sistemi depressionari molto profondi, di estensione variabile tra i 150 e i 600 km di diametro, che riescono a sviluppare venti di straordinaria intensità (fino a 300 km/h) e piogge torrenziali inondanti, che causano gravi problemi alla popolazione cubana.
 

 
 Demografia
L'andamento della demografia cubana.
Secondo il censimento del 2010 la popolazione complessiva di Cuba ammontava a 11 241 161 abitanti, con una densità abitativa di 102 abitanti per km².
La popolazione complessiva è aumentata costantemente, passando dai 7 milioni del 1961 a oltre 11 milioni, tuttavia l'aumento si è fermato negli ultimi decenni, e nel 2006 è cominciata una diminuzione, con un tasso di fecondità di 1,43 figli per donna.
Questo calo nella fertilità è tra i più grandi dell'emisfero occidentale. Le leggi cubane permettono l'aborto legale e il tasso di abortività è del 58,6 ogni 1.000 gravidanze nel 1996, rispetto a una media di 35 su 1.000 nei Caraibi, 27 in America Latina in generale, e 48 in Europa. L'uso dei contraccettivi è stimato essere del 79%.
La mortalità infantile è una delle più basse al mondo (7 per mille). La speranza di vita è di 74 anni per gli uomini e 79 per le donne. Il tasso di urbanizzazione è del 75% e il 20% dei cubani vive nella capitale, L'Avana.
 
Etnie.
La costituzione cubana sancisce l'uguaglianza fra tutti i gruppi etnici del Paese e condanna ogni forma di discriminazione e di intolleranza.
La popolazione cubana si compone in maggioranza da bianchi discendenti dai coloni spagnoli (70%), mentre i mulatti e i neri sono delle consistenti minoranze (17,3% e 12,4%). Si nota facilmente che le persone di colore sono meno numerose qui che nelle altre Grandi Antille; questo fenomeno ha cause storiche, dato che fino alla fine del XIX secolo Cuba non è stata coltivata da parte dei colonialisti spagnoli, che utilizzavano l'isola come base militare e navale.
Mancando l'agricoltura di piantagione non c'era chiaramente alcun bisogno di deportare in questo luogo manodopera nera in schiavitù.
È presente anche una piccola comunità cinese, oltre ciò si è verificata una consistente immigrazione giovanile dal Sahara Occidentale e da molti altri Paesi del mondo; la immigrazione giovanile giustifica la vistosa e massiccia presenza straniera nel sistema scolastico cubano, la percentuale di studenti stranieri rispetto al totale della popolazione studentesca è tra le più elevate al mondo.
 
Religione.
La Repubblica di Cuba è uno Stato laico: infatti l'ateismo di Stato è stato abolito nel 1992 e la libertà religiosa è garantita dalla Costituzione.
 

 
 Storia 
l periodo precolombiano e la dominazione spagnola.
Cuba era stata abitata da popolazioni amerindie note come Taino, Siboney e Guanajatabey i cui antenati arrivarono dall'America meridionale diversi secoli prima.
La prima documentazione storica su Cuba risale al 24 ottobre 1492 quando Colombo avvistò l'isola durante il suo primo viaggio di esplorazione e ne rivendicò il dominio a nome della Spagna.
Gli Spagnoli, così come fecero nel resto delle colonie americane, soggiogarono i circa 100 000 indigeni dell'isola, che nell'arco di un secolo vennero quasi tutti sterminati in primo luogo dalle malattie di origine europea contro le quali i sistemi immunitari indigeni non erano preparati, e in secondo luogo dai lavori forzati in cui gli indigeni furono normalmente impiegati.
In seguito gli occupanti introdussero nell'isola schiavi africani i quali arrivarono presto a essere una larga parte degli abitanti.
A poco a poco cominciò a crearsi nella borghesia cubana l'insofferenza verso il governo spagnolo e il desiderio di una maggiore autonomia; si ebbero così alla fine del 1800 le due cosiddette «guerre di indipendenza», che furono insurrezioni popolari armate.
Nella seconda morì in combattimento il «padre della patria», José Martí.
 

 
L'indipendenza e il protettorato statunitense.
Il processo di indipendenza dalla Spagna cominciò quando gli Stati Uniti le dichiararono guerra e occuparono l'isola, insediando un governo fantoccio.
L'indipendenza fu riconosciuta nel 1902 ma la drastica riduzione della sovranità nazionale rendeva in realtà Cuba un protettorato degli Stati Uniti.
Agli inizi del XX secolo gli USA intervennero pesantemente e in più occasioni per condizionare l'azione del governo cubano e i primi presidenti che si successero al potere non riuscirono a evitare l'ingerenza statunitense in campo economico e ignorarono le richieste del movimento sindacale e studentesco in campo sociale.
Il 4 settembre 1933 il diffuso malcontento fra i soldati e i sottufficiali nei confronti dei superiori portò alla cosiddetta «rivoluzione dei sergenti» che produsse la cacciata dei vertici militari e la loro sostituzione con i sottufficiali.
Il sergente Fulgencio Batista approfittando della situazione divenne capo di stato maggiore dell'esercito.
Intanto i movimenti e i partiti di sinistra appoggiarono il golpe militare, favorirono l'assunzione del potere da parte di Ramon Grau San Martin che, divenuto Presidente il 10 settembre 1933, si adoperò contro il monopolio nordamericano che controllava la distribuzione di elettricità e gas, e decise diverse misure di carattere sociale.
Gli statunitensi, allarmati e sollecitati dalle classi tradizionalmente al potere, cercarono di porre rimedio favorendo il golpe militare di Fulgencio Batista che il 15 gennaio 1934 rovesciò il governo di Ramon Grau San Martin.
Batista, assumendo la presidenza diretta o mediante presidenti da lui condizionati, rimase dominatore della politica cubana fino al 1944 e con provvedimenti demagogici guadagnò anche il favore delle classi popolari.
Alle elezioni del 1952 Batista tornò protagonista perché, prospettandosi la vittoria elettorale di un candidato sgradito ai grandi capitali, prese il potere con un colpo di stato, appoggiato dalle grandi compagnie dello zucchero e immediatamente legittimato dagli Stati Uniti.
Con la garanzia del suo arricchimento personale svendette il 90% delle miniere di nichel e delle proprietà terriere, l'80% dei servizi pubblici, il 50% delle ferrovie a ditte americane, Cuba divenne la capitale del gioco d'azzardo e della prostituzione, ospitando anche esponenti della mafia americana che si impadronirono di alberghi, case da gioco e di prostituzione, sfruttando il turismo statunitense.
 

 
La rivoluzione e la presidenza di Fidel Castro.
Dopo un tentativo di insurrezione fallito e un periodo di reclusione, l'avvocato Fidel Castro riorganizzò dal Messico la lotta contro la dittatura insieme ad alcuni volontari, tra cui il medico argentino Ernesto Guevara de La Serna, detto «Che», e l'italiano Gino Donè Paro, detto «el Italiano».
La rivoluzione cominciò con la spedizione di 82 persone che, sbarcate sull'isola, affrontarono l'esercito e ripiegarono sui monti della Sierra Maestra per un periodo iniziale di lotta durante il quale cercarono e ottennero il consenso tra la popolazione.
Questo permise la costituzione di un piccolo esercito popolare che affrontò quello nazionale attraversando tutta l'isola, fino alla decisiva battaglia di Santa Clara, il 30 dicembre del 1958.
La notte di capodanno del 1959 Fulgencio Batista si dette alla fuga trafugando denaro delle riserve nazionali. Il 1º gennaio 1959 le colonne ribelli si diressero alla capitale senza incontrare alcuna resistenza e l'8 gennaio Fidel Castro e i barbudos entrarono trionfanti all'Avana.
Le relazioni diplomatiche fra il governo cubano e gli Stati Uniti furono molto conflittuali sin dall'inizio. Castro promosse una rivoluzione sociale ed economica e si occupò subito della riforma agraria espropriando i latifondi e riunendo in cooperative le piccole aziende.
L'industria venne nazionalizzata, privando così le imprese statunitensi della proprietà delle raffinerie di zucchero.
Gli USA reagirono il 16 aprile 1961 quando il presidente John Fitzgerald Kennedy appoggiò uno sbarco armato degli esuli cubani sulle coste della Baia dei Porci (ricordato, per l'appunto, come sbarco nella baia dei Porci) per cercare di organizzare la controrivoluzione.
Il fallimento di questo tentativo provocò però, tra l'altro, l'avvicinamento politico di Cuba all'Unione Sovietica.
 

 
Il 25 aprile 1961 gli Stati Uniti decretarono inoltre un embargo totale verso Cuba, costringendo l'isola a dipendere economicamente dall'Unione Sovietica.
L'anno successivo, in piena Guerra fredda, l'installazione di impianti missilistici sovietici sul suolo cubano causò la cosiddetta Crisi dei missili di Cuba, che si concluse con un accordo pacifico tra il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy e il russo Nikita Krusciev (allora segretario del Pcus).
Negli anni settanta e ottanta le truppe cubane parteciparono a conflitti armati in Africa, a fianco di movimenti di liberazione nazionale (come l'MPLA in Angola e la SWAPO namibiana) e di alcuni governi comunisti, inoltre sostennero la lotta della popolazione nera in Sudafrica contro il regime dell'apartheid e secondo alcuni fu proprio la battaglia di Cuito Cuanavale, combattuta dai soldati cubani contro le truppe sudafricane che avevano invaso l'Angola, a indebolire fortemente il regime sudafricano e a portarlo alla sua fine.
Il fallimento del sistema sovietico nei primi anni novanta ha determinato per Cuba una grave crisi economica, ribattezzata «Periodo especial», che ha richiesto grandissimi sforzi per essere sostenuta, e che tuttora non risulta superata.
Inizialmente, alcuni accordi commerciali con la Cina hanno contribuito a mitigare gli effetti della crisi economica; più recentemente, l'istituzione dell'accordo internazionale ALBA (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe) promosso da Cuba e Venezuela nel 2004, e la sua estensione a un numero crescente di stati latino-americani hanno avviato per l'isola caraibica una lenta ripresa degli scambi commerciali e, in particolare, delle importazioni di petrolio.
 

 
Il 31 luglio del 2006 Fidel Castro si dimise dagli incarichi di segretario del Partito Comunista Cubano, presidente del consiglio di stato, presidente del consiglio dei ministri e capo delle forze armate a causa dei suoi problemi di salute.
A succedergli fu il fratello Raul, che il 28 febbraio 2008 venne anche eletto presidente: finora egli ha effettuato alcune riforme economiche che hanno portato alla liberalizzazione del mercato delle "nuove tecnologie" come DVD, telefoni cellulari, computer e altro.
Sono state annunciate altre, come la fusione dei due sistemi monetari cubani, moneda nacional e cuc. È stata lanciata una campagna per il superamento di lentezze burocratiche e inefficienze interne.
Dal 14 gennaio del 2013 i cittadini dello Stato caraibico possono uscire liberamente da Cuba con il solo passaporto senza formalità particolari (come accadeva in passato).
ll 17 dicembre 2014, il presidente statunitense Barack Obama annuncia l'intenzione di porre fine all'embargo e la riapertura delle Ambasciate a Cuba.
Il 10 aprile 2015 in presenza del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e di moltissime persone il presidente degli USA Obama ha avuto la prima stretta di mano informale con il presidente cubano Raul Castro.
Il 30 giugno 2015, Cuba e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per la riapertura delle ambasciate nelle rispettive capitali, puntualmente avvenuta il 20 luglio 2015.
Infine, il 13 agosto 2015, gli Usa tornarono a issare la bandiera sul pennone dell’Ambasciata americana all’Avana. È l’inizio ufficiale del disgelo.
 
Si ringrazia Wikipedia per le note e le fotografie cui abbiamo attinto.


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