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Crisi Rublo e sanzioni favoriscono l’impresa Italia in Russia

L’ambasciatore russo Razov: «Non rinunciamo a partnership con italia» – Fallico: «L’export ha perso 1,3 miliardi» – Bort: «Cifre importanti»

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Oggi si è svolto alla Camera di Commercio di Trento il Seminario «Relazioni economiche e industriali tra Italia e Russia», dal quale sono emerso quello che sapevamo già e che diciamo fin dall’inizio della crisi tra Russia e Ucraina, e ancor di più da quando il Mondo Occidentale ha messo in atto le sanzioni contro Mosca.
Un errore strategico perché, oltre a non aver risolto il problema tra Mosca e Kiev, ha indebolito i rapporti politici tra i paesi più importanti del mondo, ha bloccato i rapporti commerciali e, di conseguenza, favorito la concorrenza.
Oggi ha partecipato all’incontro anche l’ambasciatore russo Sergey Razov in persona, che evidentemente è stato incaricato a promuovere la politica della distensione.
Come dicevamo, sono emersi concetti che conoscevamo da tempo, ma oggi è stata data dignità ai pensieri con i numeri legati ai rapporti di import-export fra Trentino e Federazione Russa.

«Da parte dell’alta dirigenza russa non c’è alcuna intenzione di limitare la cooperazione con l’Italia: nonostante le spine della crisi il vostro Paese deve rimanere nostro partner privilegiato. Ma non bisogna superare la soglia di non ritorno, oltre la quale non rimarrebbe che piangere amaramente.»
Lo ha detto oggi Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia (foto), al Seminario «Relazioni economiche e industriali tra Italia e Russia» organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia e dal Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in collaborazione con Camera di Commercio di Trento, Provincia autonoma di Trento, Trentino Sviluppo e il sostegno di Intesa Sanpaolo e Banca Intesa Russia.
«Il dimezzamento del valore del Rublo e il regime sanzionatorio hanno determinato una crisi nell’interscambio con l’Italia e con l’Europa, – ha aggiunto. – Ma questi due fattori stanno creando le condizioni favorevoli per il ‘made with Italy’, ovvero delle iniziative imprenditoriali e delle produzioni italiane realizzate in Russia.
«È il caso, ad esempio, degli investimenti che registriamo nei settori del farmaceutico, metalmeccanico e aeronautico. In questa fase di transizione – ha concluso l’Ambasciatore della Federazione Russa – occorre presidiare e mantenere le quote di mercato, perché l’andamento del petrolio ha effetto ciclico e chi perde posizioni esce dal mercato.»
 
Bort: «L’export trentino verso mosca è di 55 milioni. Notevole la crescita del turismo.»
«Nonostante la battuta di arresto dell'ultimo biennio, negli ultimi dieci anni l'export trentino verso la Russia è andato via via crescendo, con un valore che nel 2014 ha superato quota 55mln di euro.»
Lo ha detto il presidente della Camera di Commercio di Trento Giovanni Bort nel contesto del Seminario.
«Stando ai dati presentati – ha precisato Bort – la fetta più corposa dell’Export verso la Federazione russa è rappresentata dai macchinari, che coprono circa il 60% del valore delle merci in uscita, seguiti da carta e prodotti derivati (circa 4,8 mln di euro), prodotti chimici (3,3 mln) e prodotti alimentari (2 mln).
Un discorso a parte merita il settore turistico, che registra una consistente crescita del fenomeno.
Se infatti nel 1995 le presenze russe nel trentino erano 6.629, nel 2014 sono stati 36.994 gli arrivi con la quota record di 232.301 presenze.»
 
«Nel primo semestre di quest’anno il nostro export verso la Russia è diminuito del 28,9%. In pratica solo in questi sei mesi le esportazioni italiane hanno segnato un deficit di 1,3mld di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e addirittura di 1,8mld di euro sul 2013 (-35,7%).
«Le politiche sanzionatorie, prima ancora della svalutazione del rublo, stanno dilapidando un patrimonio importante di relazioni e di fiducia costruito negli anni dalle imprese italiane.»
Lo ha detto oggi, in apertura, il presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico.
«Complessivamente – ha aggiunto Fallico – le risoluzioni internazionali dal sapore ideologico messe in campo con la crisi nel Donbass hanno contribuito a bruciare in 18 mesi quasi 10mld di euro di interscambio rispetto ai valori dei 18 mesi precedenti.
«Sarà un gap – ha proseguito il presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia – difficile da recuperare tra due Paesi che avevano fatto della complementarietà la propria arma vincente sui mercati, registrando una crescita dal 2000 al 2013 del 327%.
«Una perdita che le imprese italiane potranno provare a colmare con la propria presenza in Russia, per intercettare gli investimenti deliberati da Mosca in favore del cambiamento strutturale del Paese e per incrementare il ‘made with Russia’ già intrapreso con successo da alcune nostre aziende.»

Il seminario «Relazioni economiche e industriali tra Italia e Russia» è organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia e dal Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in collaborazione con Camera di Commercio di Trento, Provincia autonoma di Trento, Trentino Sviluppo e il sostegno di Intesa Sanpaolo e Banca Intesa Russia.
All’evento partecipano tra gli altri: l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov; il presidente della Camera di Commercio di Trento, Giovanni Bort; il vice presidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi; il Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta; il vicepresidente di Confindustria Trento, Enrico Zobele e il presidente Federazioni di Categoria dell’Associazione Artigiani e piccole imprese della provincia di Trento, Armando Maistri.
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