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L’ira di Putin: «Ci hanno pugnalato alla schiena»

«L’aereo russo abbattuto dai turchi avrà ripercussioni gravissime: è evidente che non rappresentavamo una minaccia per la Turchia»

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L’ira di Putin non si è fatta attendere.
Si trovava a Sochi con il Re di Giordania, quando è stato raggiunto dalla notizia che uno dei  suoi cacciabombardieri impegnati in Siria era stato abbattuto da jet dell’aeronautica turca.
«È evidente che non rappresentavano un pericolo per la Turchia, – ha detto. – Ci saranno ripercussioni gravissime nei rapporti tra i due paesi.»
Visto l’accordo di collaborazione che i due paesi stavano tessendo al di fuori dell’Europa, in primis il gasdotto e altri prodotti energetici della Russia, c’è da ipotizzare che lo scenario subirà cambiamenti di notevole importanza.
D’altronde, Putin ha affermato che i tabulati indicano che gli aerei russi non hanno mai invaso i cieli della Turchia, che l’aereo è caduto a quattro chilometri dal confine e che piloti sono atterrati in territorio siriano.
Quel che è peggio è che i due piloti sarebbero stati uccisi dai ribelli siriani gridando – per cambiare – Allah è grande.
Ma il concetto è che comunque l’aereo abbattuto mentre stava rientrando alla base non rappresentava alcun pericolo per la Turchia. La Turchia avrà difficoltà a sostenere il contrario di questa osservazione.
Intanto la NATO si è riunita alle 17 su richiesta della Turchia. Non appena avremo notizie in merito provvederemo a pubblicarle.

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