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Con Fidel Castro se ne va l’ultimo dittatore comunista del mondo

La storia lo giudicherà ma comunque lascia Cuba molto meglio di come l’aveva trovata

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Fidel Castro in una foto Antonio Milena.

Fidel Castro è morto ieri sera all’Avana alle ore 22.23, ora locale.
Aveva 90 anni ed è stato uno dei dittatori più longevi della storia del Mondo, in barba ai cubani che si erano rifugiati in Florida in attesa della sua morte.
La storia lo giudicherà. Noi per ora vogliamo dire che - aldilà dei diritti civili che indubbiamente ha calpestato e dei delitti politici di cui è responsabile, peraltro in maniera non peggiore di Batista – lascia Cuba molto meglio di come l’ha trovata.
Di tutto quello cha ha fatto, due sono i settori che gli sono riusciti meglio: l’istruzione e la sanità.
Quando è arrivato, l’analfabetismo era superiore al 30%, ora è quasi scomparso.
Cuba è il paese che ha il migliore rapporto cittadini/posti letto in ospedale di tutti gli stati caraibici.
 
Istruzione e sanità vennero rese accessibili a tutti, anche alle persone che vivevano nelle zone più remote dell'isola. Le statistiche dell'UNESCO hanno confermato negli anni che il tasso di istruzione di base a Cuba è tra i più alti dell'America Latina.
Il governo sta inoltre portando avanti un programma che consente a studenti stranieri, di trasferirsi sull'isola e seguire corsi di studio universitari gratuiti.
Attualmente sono presenti circa ventiduemila ragazzi, provenienti soprattutto dai Paesi del terzo mondo.
 
Contrariamente alla situazione riscontrabile in molte altre nazioni latino-americane e caraibiche, nessun bambino cubano vive per la strada.
I tassi di mortalità infantile sono i più bassi della regione (perfino più bassi di nazioni come gli Stati Uniti), il livello della sanità è elevato e tutti i cubani ricevono latte quasi gratis fino all'età di sette anni.
Le aspettative di vita a Cuba, nel 2002, erano solo leggermente inferiori a quelle degli Stati Uniti.
Il tasso di mortalità infantile cubano è il secondo più basso delle Americhe (dopo il Canada, dati OMS, 2000).
Viene generalmente riconosciuto che Cuba ha fatto sostanziali progressi nello sviluppo farmaceutico. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo.

Fidel Alejandro Castro Ruz era nato a Biràn il13 agosto 1926.
È stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 fino all'abolizione della carica, avvenuta il 2 dicembre 1976, per ricoprire poi la nuova carica costituita di Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, il partito unico del Paese, che tuttavia non partecipa direttamente alle elezioni.
Castro, assieme al fratello Raúl, a Che Guevara e Camilo Cienfuegos, è stato uno dei protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista e, dopo il fallito sbarco nella baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d'America, proclamò l'istituzione della Repubblica di Cuba, uno Stato monopartitico di stampo socialista, che secondo Castro e i suoi sostenitori era una «democrazia popolare apartitica», ma che i dissidenti e buona parte degli analisti politici internazionali definiscono semplicemente come regime totalitario.
Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba, a causa della posizione strategica e della vicinanza geografica agli Stati Uniti del Paese.
Castro è indubbiamente una figura controversa: i detrattori lo considerano un nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.

Fidel Castro in una foto di Antonio Milena.
 
È noto anche con l'appellativo di Líder Máximo («Condottiero Supremo»), a quanto pare attribuitogli quando, il 2 dicembre 1961, dichiarò che Cuba avrebbe adottato il comunismo in seguito allo sbarco della baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo da parte del governo statunitense di rovesciare con le armi il regime cubano. Nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
Secondo i suoi sostenitori, la leadership di Castro si è mantenuta così a lungo grazie al sostegno delle masse, dovuto al miglioramento delle condizioni di vita.
Secondo i detrattori, invece, le cause andrebbero cercate nell'utilizzo di metodi coercitivi e repressivi.
Il 18 febbraio 2008, dopo quasi mezzo secolo di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri, a causa di problemi di salute.
Il 19 aprile 2011, Fidel Castro si dimette anche dalla carica di primo segretario del Partito Comunista di Cuba, consegnando i suoi poteri nelle mani del fratello Raùl Castro, il quale sta lentamente avviando alcune riforme in senso liberale a favore del popolo e della non florida economia locale, compromessa soprattutto dal lungo embargo a cui è stata costretta l'isola.
 
Nasce a Birán, un piccolo toponimo della provincia di Holguín, il 13 agosto del 1926, terzogenito di Ángel Castro Argiz, un benestante proprietario terriero gallego originario di Láncara, e di Lina Ruz González, cubana figlia di immigrati spagnoli originari delle Isole Canarie.
Nel 1932 Fidel studiò a Santiago di Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti.
Dal 1941 al 1945, Fidel Castro si trasferì all'Avana, dove studiò nell'esclusivo collegio de Belén, sotto la guida di sacerdoti Gesuiti, quando l'esperienza della guerra civile spagnola era ancora fresca. I Gesuiti pervadevano il giovane Fidel con l'ideale di una cultura spagnola (Hispanidad), sottolineando la superiorità dei valori spagnoli di onore e di dignità in contrapposizione al materialismo anglosassone.
Nel 1945 Castro si iscrisse alla facoltà di Diritto dell'Università dell'Avana. Qui venne in contatto con gli scritti di professori nazionalisti che credevano che il destino di Cuba fosse stato deviato dall'intervento degli Stati Uniti del 1898, dall'emendamento Platt e dalla dominazione economica degli Stati Uniti, sottraendo a Cuba la sua indipendenza e la sua nazionalità. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista, schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano, Ramón Grau.
Nel 1948 sposò Mirta Diaz-Balart, studentessa di filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.
 
Castro fece praticantato in un piccolo studio associato dal 1950 al 1952.
Intendeva candidarsi al parlamento nel 1952 per il «Partito Ortodosso», ma il colpo di Stato del generale Fulgencio Batista rovesciò il governo di Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni.
Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, ma il suo esposto venne rifiutato.
In risposta Castro organizzò un disastroso assalto armato alla caserma della Moncada, nella Provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. Più di ottanta tra gli assalitori vennero uccisi e Castro fu fatto prigioniero, processato e condannato a quindici anni di prigione.
Castro utilizzò l'arringa finale del suo caso per il suo famoso «La storia mi assolverà», un discorso appassionato con cui difese le sue azioni spiegando la sua visione politica.
Venne rilasciato grazie a una amnistia generale nel maggio 1955 e andò in esilio in Messico e negli Stati Uniti.
 

 
Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma.
La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956.
Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto «Che» Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, e da lì cominciarono la guerriglia contro il governo di Batista.
Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini.
Il 24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Ma, nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista.
Il capodanno del 1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono all'Avana.
 
Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Miró Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleó come presidente.
L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate.
Il 13 febbraio 1959 José Miró Cardona si dimise dalla sua carica e gli succedette Fidel Castro.
Il 17 luglio 1959 Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato.
 
Inizialmente gli Stati Uniti furono rapidi a riconoscere il nuovo governo.
Castro divenne Primo Ministro in febbraio, ma gli attriti con gli Stati Uniti si svilupparono ben presto, quando il nuovo governo cominciò a espropriare le proprietà delle principali compagnie statunitensi (la United Fruit in particolare), proponendo risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà, che per molti anni le stesse compagnie avevano fatto in modo di tenere artificialmente basse.
Castro visitò la Casa Bianca poco dopo la presa del potere, e si incontrò con il Vice Presidente Richard Nixon.
Pare che Dwight Eisenhower abbia snobbato Castro con la scusa che stava giocando a golf e lasciò Nixon a parlare con lui per cercare di scoprire se fosse comunista e filo-sovietico.
Nixon commentò che Castro era «naif», ma non necessariamente un comunista.
 
Nel febbraio 1960, Cuba firmò un accordo per l'acquisto di petrolio dall'Unione Sovietica. Quando le raffinerie cubane, di proprietà statunitense, si rifiutarono di raffinare il petrolio sovietico, vennero espropriate e gli Stati Uniti interruppero subito le relazioni diplomatiche con il governo Castro.
In reazione alla politica statunitense dell'amministrazione Eisenhower, che andava facendosi sempre più ostile verso la novità cubana, il governo castrista cominciò a stabilire legami sempre più stretti con l'Unione Sovietica. In seguito a diversi patti firmati tra Castro e il Premier sovietico Nikita Khruščёv, Cuba cominciò a ricevere aiuti economici e militari dall'Unione Sovietica.
Il 17 aprile 1961, gli Stati Uniti sponsorizzarono un fallimentare attacco a Cuba, appoggiando degli esiliati cubani. In quell'occasione una forza di circa 1.400 dissidenti, finanziati e addestrati dalla CIA, sbarcarono a sud dell'Avana, nella Baia dei Porci.
Secondo le previsioni della CIA, l'invasione avrebbe dovuto innescare una sollevazione popolare contro Castro.
Ciò non avvenne e la parte dei golpisti che giunse a riva venne catturata, mentre il presidente Kennedy, che non aveva dato l'appoggio aereo fondamentale per la riuscita dell'operazione, si impegnò per evitare il supporto: 104 combattenti furono uccisi in battaglia e 1.189 uomini vennero processati a seguito di quest'azione e il 23 dicembre 1962 rilasciati.
Ne furono trattenuti due che erano stati condannati in precedenza a Cuba per omicidio e condannati a 30 anni di prigione.
Più tardi, il 2 dicembre di quell'anno, in un discorso alla nazione, Castro si dichiarò un marxista-leninista e disse che Cuba avrebbe adottato il comunismo.
Il 3 gennaio 1962 si diffuse la notizia che papa Giovanni XXIII avesse scomunicato Castro dando seguito al decreto del 1949 di papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti.
In realtà tale atto non è stato mai effettuato dal pontefice, come ha rivelato il 28 marzo 2012 l'allora segretario di Angelo Giuseppe Roncalli, monsignor Loris Capovilla, secondo cui la parola «scomunica» non faceva parte del vocabolario del Papa Buono.
Nell'ottobre 1962, quando gli Stati Uniti scoprirono che l'Unione Sovietica stava tentando attivamente di schierare missili nucleari sull'isola, si ebbe la cosiddetta «Crisi dei missili di Cuba».
Dopo che le tensioni vennero disinnescate, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero mutuamente ostili, e la CIA continuò a finanziare, supportare e appoggiare per decenni attentati terroristici contro l'isola e contro la persona di Castro, mentre il regime cubano tentava di esportare il proprio modello in diverse regioni del Sud America e dell'Africa.
 

 
In un discorso dell'autunno 1960 davanti alle Nazioni Unite, Castro annunciò che «Cuba sarà la prima nazione d'America che, nel giro di pochi mesi, sarà in grado di dire di non avere una persona analfabeta».
Quasi 270.000 insegnanti e studenti vennero utilizzati per l'alfabetizzazione dell'isola.
Nel 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 3,9%.
Nel 1976, all'apice della politica di embargo statunitense contro Cuba, Pierre Elliott Trudeau, allora Primo Ministro del Canada, fece visita di Stato nell'isola, la prima da parte di un leader occidentale, e abbracciò personalmente il capo cubano.
Trudeau gli portò in dono 4 milioni di dollari e organizzò prestiti per altri 10 milioni.
Nel suo discorso Trudeau dichiarò: «lunga vita al Primo Ministro e Comandante in Capo cubano. Lunga vita all'amicizia cubano-canadese».
  
Castro consolidò il controllo dello Stato, nazionalizzando ulteriormente l'industria, confiscando i beni di proprietà straniera, collettivizzando l'agricoltura, ed emanando politiche a beneficio dei lavoratori nell'ambito dell'economia pianificata di stampo socialista.
Molti cubani lasciarono il paese dal 1959 in poi (sia perché dissidenti, sia per motivi economici: tra questi la maggioranza erano proprietari terrieri e sostenitori di Batista, solo dopo anni di embargo vi furono i primi balseros di estrazione sociale povera o media), alcuni per Miami, Florida, dove formarono una numerosa comunità anti-castrista, sovente in contatto, secondo opinioni spesso vicine al governo di Cuba, con gruppi malavitosi (come la mafia italo-cubano-americana che sosteneva Batista) e della destra dei servizi segreti statunitensi.
Essi furono inoltre forti sostenitori del mantenimento dell'embargo contro il loro paese d'origine. Proprio causa del duro embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba divenne sempre più dipendente dai sussidi sovietici.
Il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991 portò quindi un periodo di forte sofferenza economica a Cuba, da cui l'isola si è leggermente ripresa, pur rimanendo in una situazione grave, solo negli anni 2000.
 

 
Le aspre sanzioni economiche volute dagli Stati Uniti, in primis l'embargo, ma anche il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani (i quali devono ottenere un visto speciale del governo, possibilità introdotta da Bill Clinton negli anni novanta e sospesa durante la presidenza Bush, per poter viaggiare sull'isola), sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba.
Comunque, tra il 1960 e il 1990 gran parte dei loro effetti vennero attenuati dall'aiuto dell'Unione Sovietica, che in alcuni anni equivaleva a un quarto del PIL nazionale.
Nonostante l'embargo statunitense, condannato dall'ONU, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi (dopo la Repubblica Dominicana).
La sua economia riceve anche un afflusso di valuta (stimato in 850 milioni di dollari all'anno) dai Cubani Americani che mandano soldi a familiari e amici rimasti sull'isola, anche se, dopo il primo insediamento dell'Amministrazione Bush (su pressione della comunità cubana anti-castrista della Florida) questo è tassativamente vietato dalle leggi degli Stati Uniti.
 
Nel novembre del 1996 Fidel Castro andò a Roma, in occasione dell'Incontro mondiale sull'alimentazione promosso dalla FAO. In quell'occasione andò in Vaticano, per incontrare il papa Giovanni Paolo II.
Il 21 gennaio del 1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita e andò a Cuba.
Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano cardinale Angelo Sodano.
Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, rinunciando alla sua famosa divisa militare per indossare giacca e cravatta.
 

 
Con una missiva del 17 dicembre 2007, Fidel Castro lasciò intendere che non sarebbe più ritornato ad assumere un ruolo politico attivo, ma solo il 18 febbraio 2008 fu ufficializzata la rinuncia alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, e la cessione del potere al fratello Raúl Castro.
Da allora non ha più compiuto nemmeno viaggi al di fuori da Cuba.
Secondo documenti diplomatici statunitensi del 2008, ripresi poi anche dal sito Wikileaks, Castro non avrebbe sofferto per un tumore, ma per una forma grave di diverticolite, degenerata poi in peritonite ed emorragie interne, che l'hanno costretto a interventi d'emergenza in cui ha rischiato più volte la vita.
Il 19 aprile 2011, in occasione del VI Congresso nazionale del Partito Comunista di Cuba, Fidel Castro si dimise anche dalla carica di Primo Segretario del partito, l'ultima che deteneva ufficialmente.
Il 29 marzo 2012, durante la visita a Cuba di papa Benedetto XVI, Fidel Castro ha avuto un colloquio di circa 30 minuti con il Pontefice, definito da entrambi molto cordiale, nel quale Castro, pur mostrando alcune difficoltà motorie dovute alla malattia e alla età avanzata, si è dimostrato ancora perfettamente lucido e cosciente, anche a dispetto delle voci circolate pochi giorni prima riguardo alla sua presunta morte.
Si è vociferato che, durante l'incontro con il Papa, Castro avrebbe confidato al Pontefice la sua conversione al Cattolicesimo, ma la notizia non ha trovato conferme ed è rimasta un'indiscrezione.
  
Nel gennaio 2015, Fidel Castro ha commentato la ripresa delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti promossa dal fratello Raúl, affermando che, pur trattandosi di una mossa positiva per stabilire la pace regionale, diffidava del governo USA.
«Non abbiamo bisogno di regali dall'impero» ha dichiarato in merito alla visita di Barack Obama a Cuba nel marzo 2016, la prima di un presidente statunitense in 88 anni.
Il 20 settembre 2015, Fidel Castro ha incontrato papa Francesco nella propria residenza dell'Avana, durante la visita del Pontefice argentino nell'isola.
Il colloquio, durato circa 40 minuti e incentrato sulla fede e sul futuro degli equilibri mondiali, si è concluso con un reciproco scambio di doni in un clima cordiale e informale.
Il 19 aprile 2016, ormai prossimo al compimento dei novanta anni, Castro è intervenuto a sorpresa nel corso della cerimonia di chiusura del VII Congresso nazionale del Partito Comunista di Cuba dicendo che potrebbe essere «l'ultima volta che prende la parola nell'assemblea», e invitando gli astanti a mantenere vivi i propri ideali comunisti.
Muore a L'Avana la sera del 25 novembre 2016, a darne l'annuncio alla televisione di Stato è il fratello Raúl.
 
Si ringrazia Wikipedia per le note e le fotografie.


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