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Gilet gialli, a Parigi il sabato appuntamento con la violenza

Questo è il terzo sabato di proteste che ha portato la guerriglia in molte città della Francia

A Parigi e in molte altre città della Francia i «Gilet Gialli» si sono dati al saccheggio, mettendo a fuoco i centri urbani.
Come un appuntamento ormai consolidato, il sabato è diventato il giorno dei teppisti.
Forse ha ragione Macron a dire che vogliono solo il caos, perché ci sembra tutto pretestuoso, dato che se la sono presa anche con i dimostranti moderati che volevano impedire cha la dimostrazione degenerasse come in effetti è avvenuto.
I feriti sono stati almeno 100 e gli arrestati 270. E ci pare giusto, dato che sui sono permessi di imbrattare anche l’Arco di Trionfo, che si trova vicino alla fiamma del Milite Ignoto.
Quelli che da noi vengono chiamati Black Block hanno bruciato automobili, saccheggiato negozi, incendiato con bombe molotov, fatto barricate con i cassonetti.
 
E, visto che nelle intenzioni dei facinorosi c’è l’esportazione della rivolta negli altri Paesi europei, ci si domanda se davvero abbiano qualche obiettivo da raggiungere.
Se l’aumento delle tariffe sta alla base della protesta, l’Italia avrebbe più ragioni dei francesi di scendere in piazza. Ma ovviamente si sa che con la forza non si ottiene nulla.
Il richiamo con il ’68 è inevitabile, dato che gli stessi teppisti lo stanno invocando. Ma le ragioni di allora erano ben diverse di quelle di oggi in cui protestano per l’aumento della benzina.
In realtà dunque rimangono dei teppisti per cui ogni scusa è buona, anche per vanificare gli intenti di coloro che si battono davvero per arrivare a fine mese.

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