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Sequestro della Savina Caylyn: come combattere il pirataggio

Nel pensiero del nostro Antonio De Felice, ecco cosa dovrebbe fare il Governo italiano per proteggere l'economia marittima dalla pirateria

Prendendo lo spunto dal recente arrembaggio della nave italiana Savina Caylyn (dove per qualche ora abbiamo temuto che ci fosse a bordo un marinaio trentino), ecco le poche le cose che secondo il nostro esperto di problemi medioroentali, Antonio De Felice, il Governo italiano potrebbe fare per risolvere il problema degli attacchi alle navi italiane da parte dei pirati.
Sono poche, ma aiuterebbero l'economia italiana e alcuni settori in particolare a migliorare il proprio stato di salute.
Ecco la sua idea qui di seguito schematizzata.

Punto A
- Modificare la norma che impedisce alle imprese di siglare specifiche polizze assicurative che coprono i rischi derivanti dalla navigazione in acque pericolose a tutela dei propri affari e degli equipaggi e soprattutto la possibilità di assicurare il riscatto per il rilascio di persone e merci sul territorio italiano, con l'evidente beneficio per l'erario d'incassare le tasse derivanti dall'accordo economico.
Oggi la norma viene elusa attraverso la sottoscrizione del contratto assicurativo di cui sopra al di fuori dei confini nazionali.

Tale elusione provoca di fatto due danni:
Il primo: come si è detto, è di natura erariale.
Il secondo: in capo ai lavoratori per i quali non sono assicurabili i giorni di detenzione e di prigionia.

Fonti della ITWF, il sindacato che rappresenta a livello internazionale i lavoratori marittimi, mi hanno informato che i marinai del Buccaneer, per i loro 40 giorni di prigionia hanno ricevuto una indennità di poche migliaia di euro, totalmente a carico della società armatoriale Micoperi in cambio della promessa di non citare per danni la società stessa.

Con una curiosità.
È di ieri la notizia che a Napoli, nel quartier generale della Società D'Amato proprietaria della nave Savina Caylyn, sono arrivati da Huston (dove ha sede la società di risk management incaricata dalla assicurazione della D'Amato) gli specialisti della stessa per negoziare con i pirati somali il rilascio di nave ed equipaggio.

Ma allora queste polizze che si chiamano Kidnap&Ransom sono lecite o non sono lecite?
Se sono lecite devono essere libere e a disposizione di tutti, anzi, dovrebbero essere obbligatorie come le RC Auto perché proteggono due fondamentali beni di un Paese moderno quali "i lavoratori" e "le imprese".
Se non sono lecite allora cosa ci fanno gli specialisti dei Huston a Napoli...?

Punto B
- Permettere, come ha fatto la Spagna, la presenza di soggetti autorizzati ai sensi del 134 del TULLPS a bordo delle navi battenti bandiera italiana, per la tutela del patrimonio mobiliare e immobiliare.
Di fatto basterebbe una circolare del ministero degli Interni, anche se come fonte del diritto meglio si qualificherebbe un decreto legge.

Tale autorizzazione in definitiva non implica alcun tipo di modifica di natura costituzionale perché si limiterebbe a estendere l'autorizzazione (che di fatto è concessa agli istituti di vigilanza) di esercire l'attività, oltre che sul territorio provinciale su cui sono autorizzati, anche sulle navi che a tutti gli effetti sono estensioni del territorio italiano.
Volutamente l'estensione solo alla protezione dei beni, perché la protezione delle persone che nei fatti in Italia è impedita ricadrebbe solo sulla fattispecie dell'art. 52 del Codice Penale - Difesa legittima.

Per ciò che concerne l'uso delle armi da fuoco non sono necessarie a mio avviso modifiche del registro delle armi comuni da sparo a meno che non s'intenda, come fatto dalla Spagna, introdurre calibri diversi da quelli già autorizzati o modifiche all'attuale regolamentazione.
Alle Capitanerie di Porto e alle Questure competenti il compito di far osservare le vigenti norme per il trasporto di armi a bordo dei natanti.

Osservazioni:
Sono sorte alcune critiche all'idea che Guardie Giurate possano essere soggetti idonei a svolgere tale mansione preferendo gli appartenenti alle FF.AA. rispetto ai primi.
Vero, se pensiamo a chi oggi chi fa la guardia giurata davanti ad una banca.
Falso, se pensiamo che il titolo di guardia giurata possa essere richiesto e concesso ad esempio a ex militari VFP (volontari a ferma prefissata).

Del resto mi limito ad osservare che anche nella amministrazione della Difesa convivono realtà così diverse come i Corpi Speciali e i Magazzinieri...
Quindi, perché un istituto di vigilanza non dovrebbe avere personale addestrato a svolgere servizi speciali oltre a quelli tradizionali?

Vantaggi
- Di natura erariale: versamento contributi carico dipendente, versamento contributi carico impresa, IVA, IRAP, ecc.
- Sociale: aumento dei posti di lavoro, inserimento del personale che ha terminato la ferma prefissata nella amministrazione dello Stato in contesti privati di alto profilo professionale...,
- Legale: oggi l'assenza di una specifica norma lascia un vuoto normativo e fa sì che gli armatori italiani si rivolgano per le prestazioni di servizio al mercato svizzero e inglese creando un danno all'erario...;
- Intelligence: la stretta relazione tra chi svolge il servizio e le Istituzioni, permetterebbe a quest'ultime di avere prontamente conoscenza di tutti quei fenomeni ed avvenimenti che accadono durante la missione, con grandi e importanti contributi informativi alla lotta al terrorismo internazionale e alla illegalità.
Del resto non sono di fatto obbligati ogni mattina gli Istituti di Vigilanza, nel rispetto dei dettami del regolamento questurile, a fornire tutte le informazioni attraverso un c.d. mattinale migliorando così di fatto il controllo del territorio?

Osservazioni di tipo generale a chi ha «all'unanimità espresso parere contrario alla presenza di agenti armati a bordo dei navigli mercantili in quanto potrebbero innescare fenomeni di ritorsioni e/o incremento della violenza da parte dei pirati...» di cui alla nota CISM (Comitato Intermisteriale per la Sicurezza dei trasporti Marittimi) del 16 dicembre 2009 di cui fanno parte la Confitarma, la Marina Militare e la Capitaneria di Porto, gli stessi che la settimana scorsa, con una strambata senza precedenti, proponevano a spese della collettività i militari armati a bordo delle navi.

Partiamo dai dati a disposizione
- Le navi vengono assaltate dai pirati a colpi di kalashnikov e lancia razzi;
- Le navi assaltate fino ad oggi erano tutte dotate di sistemi di protezione attiva e passiva come cannoni ad acqua reti elettriche, concertine sui bordi delle murate e sistemi LRAD (long range acustic devices) ma sprovviste di security team a bordo;
- Nonostante le alte mura di bordo (fino a 8 m.) i pirati sono riusciti a salire e ad impadronirsi del naviglio;
- L'area d'azione dei pirati è passata in 2 anni da 205 miglia quadrate a 2,5 milioni di miglia quadrate;
- Trovare una nave in 2,5 milioni di miglia quadrate è francamente una cosa molto difficile, il classico ago nel pagliaio anche per chi usa navi madre e radar...

A questo punto tiriamo le evidenti conclusioni
- I pirati sanno sempre dove si trova la nave e se la vanno a prendere scientemente arrivando ad ipotizzare che si scelgano in anticipo l'obiettivo,
- Salgono con scale e corde dalle murate della nave ed entrano da oblò o accessi rimasti inspiegabilmente aperti durante la navigazione vanificando di fatto le barriere fisiche.
- I pirati hanno informazioni precise sulle date di partenza dei navigli e sulle loro rotte, ma anche sulla struttura della nave e sulla composizione dell'equipaggio che gli fanno scegliere il bersaglio più debole.
- Di oltre 445 attacchi avvenuti in tutto il mondo nel 2010 solo uno ha riguardato una nave (spagnola) dotata di security team il quale ha respinto l'aggressione e ha fatto desistere i pirati dall'azione, non si sono stati riportati danni a cose o persone;

Quindi possiamo dire che, controvertendo le strampalate conclusioni del CISM, a parità di informazioni e di protezioni protezioni fisiche, la presenza di un security team a bordo, crea un ostacolo più difficilmente sormontabile che porta aprioristicamente i pirati a scegliere un obiettivo più facile.

Antonio De Felice

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