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Missione a Herat/ 13 – La vita alla base, terza parte

Soldati di tutto il mondo, divise mimetiche, armamenti individuali

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I soldati di stanza a Herat non sono solo italiani. Oltre agli Spagnoli, ci sono Americani, Francesi, Tedeschi e molte altre etnie minori, tra le quali Nepalesi, Gurka, Sick e perfino due soldati Coreani.
Va da sé che la più diffusa presenza sia quella italiana, ma la lingua ufficiale parlata nella base è l'inglese.
Le divise sono quelle proprie degli eserciti di appartenenza. Si tratta di tute mimetiche, anche molto diverse tra loro. Quelle più vicine alla conformazione del territorio sono quelle americane, seguite da quelle spagnole.
La mimetica italiana è quella tipica del fogliame delle nostre montagne, il che non corrisponde certo al deserto afghano. Ma il principio del mimetismo sta nelle diverse profondità offerte dei colori che la compongono.

Tutti i militari che operano in Afghanistan devono girare armati. Le armi individuali più diffuse sono due, la pistola semiautomatica Beretta 92 calibro 9 lungo e il fucile mitragliatore Beretta 70/90, calibro 5,56 Nato.
Chi svolge il lavoro in piedi tiene l'arma corta di fianco, chi lavora seduto la tiene sotto l'ascella.
In tutti i casi l'arma deve essere tenuta scarica, ma i caricatori devono essere a immediata disposizione in altro fodero.
Il vecchio calibro nato 7,62 è rimasto in uso solo per un'arma di gruppo, la mitragliatrice leggera MG Spandau 42/56 (costruita nel 1942 e ridotta nel volume di fuoco nel 56), che gli esperti definiscono insostituibile.



Tra le armi di gruppo c'è anche la Minimi, un fucile mitragliatore trasportabile a braccia e dotato di caricatore a nastro da 200 colpi raccolto in una scatola, del calibro 5,56 Nato.
Il calibro 5,56 è molto più piccolo del 7.62 di un tempo, però ha una maggiore carica di polvere da sparo. Insomma i sostenitori dicono che va meglio così come sperimentato nel Vietnam dagli Americani.

Qualche mitra è dotato di lanciagranate e il fuciliere che lo ha in dotazione deve portare con sé almeno cinque proiettili.
Il congegno di puntamento del mitra individuale Beretta 70/90 è un cannocchiale dotato di diodo che crea un ologramma luminoso. Accende un unico puntino che può essere tarato alla distanza desiderata.
Il congegno può essere regolato con l'aiuto di un laser: posti alla stessa distanza, laser e ologramma devono collimare.

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