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«Sicurezza nelle scuole» e «alunno felice» a Shindand

Al via i progetti attivati dall'Esercito Italiano in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia

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In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia sono iniziati nei giorni scorsi nel distretto di Shindand - Afghanistan di competenza italiana - i progetti «Sicurezza nelle Scuole» e «Alunno Felice», svolti congiuntamente dall’Afghan National Army (ANA) – l’esercito afghano - e dalla Transition Support Unit Center (TSU-C), l’unità di manovra su base 183° reggimento paracadutisti «Nembo» di Pistoia.
I programmi, voluti dal Dipartimento di Educazione di Shindand, sono stati sviluppati nell’ambito dell’attuale fase di transizione della missione Isaf che prevede il passaggio della leadership della sicurezza e della governance alle istituzioni locali.
 
Entrambi sono nati dall’esigenza di diffondere la conoscenza ed elevare la sicurezza nelle fasce più deboli della popolazione contro i rischi causati dal maneggiare oggetti rinvenuti, quali mine ed altri residuati bellici, nonché per dotare di ausili didattici i piccoli alunni dei villaggi di Quanati, di Mogholan-e-Khone e della scuola Farqa Bisto Yak.
Il colonnello Franco Merlino, comandante del 183° reggimento paracadutisti Nembo, presente alla prima lezione del progetto «Sicurezza nelle Scuole», ha espresso la «testimonianza di quanto i militari del contingente multinazionale, su base brigata meccanizzata Aosta, siano vicini alle necessità della popolazione locale».
 
Al termine della lezione i paracadutisti hanno consegnato ai presidi delle scuole 100 banchi da tre posti ciascuno, 400 zainetti, 18 grandi lavagne e materiali di cancelleria e generi alimentari acquistati con fondi del Ministero della Difesa italiano, compresi 200 kit igienico sanitari.
L’attività a favore della rinascita e della ricostruzione avviata dal contingente italiano nell’area di responsabilità del Regional Command West, ha visto nello stesso periodo la realizzazione di un pozzo d’acqua all’interno del villaggio di Mogholan-e-Khone, permettendo così alle donne di aver accesso alle risorse idriche in quanto, essendo in passato presente un solo pozzo al di fuori del villaggio stesso, solo gli uomini e i bambini potevano recarvisi per prelevare l’acqua.
 
Contemporaneamente, nel vicino villaggio di Mogholan-e-Now è stato ristrutturato un capannone pericolante per l’allevamento del bestiame e dei più comuni animali da cortile che permetterà di dare successivo impiego ad oltre 300 persone del vicino villaggio.

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