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Recovery Fund: ha prevalso la voglia di salvare l’Europa

L’Italia riceverà 81,4 miliardi a fondo perduto e 127,4 miliardi di prestiti per effettuare le riforme raccomandate dall’UE – Il ruolo regionale del MES

Mentre pubblichiamo questo articolo non è chiarito ancora un punto, quello che riguarda i rapporti tra i fondi e gli Stati di Diritto. Per la precisione si parla di Viktor Orban, primo ministro ungherese, considerato sovranista non proprio amante dello Stato di Diritto.
Ma in realtà l’accordo all’interno del Consiglio Europeo è stato raggiunto.
Nel suo insieme la cifra è stata confermata in 750 miliardi di aiuti. Solo che i trasferimenti a fondo perduto scendono da 500 a 390 miliardi, mentre i restanti 360 miliardi saranno solo prestati.
All’Italia arriveranno 208,8 miliardi di cui 81,4 di trasferimenti e 127,4 di prestiti.
 
In buona sostanza possiamo dichiararci soddisfatti, perché abbiamo salvato capra e cavoli: il compromesso ha salvato l’Unione Europea.
In questo modo sono tutti soddisfatti, in particolare sia l’Olanda che l’Italia.
L’unico punto di cui non abbiamo certezze sono i tempi di attuazione. La Commissione Europea adesso potrà emettere il debito comune garantito dal bilancio europeo. Ricordiamo infatti che il Consiglio Europeo (formato dai capi di stato dei 27 Paesi della UE) non ha né potere legislativo né esecutivo.
Dicevamo che non sappiamo quanto ci vorrà, mentre l’Italia e gli altri Paesi duramente colpiti dalla crisi del coronavirus hanno fretta.
 
Conte torna in Italia con un successo più che apprezzabile. Ora però resta il nodo del MES.
Il presidente del Consiglio è contrario all’idea di attingere al fondo salvastati e, con ogni probabilità, lo sarà ancora di più adesso che si trova aumentata la quota di fondi che otterrà a titolo di prestito.
Noi invece siamo del parere che il MES dovrebbe essere assunto dal Paese e girato alle regioni italiane, che ne facciano l’uso per cui è stato creato: la creazione di strutture ospedaliere.
 
Sono tanti gli enti locali che devono mettere mano alle proprie strutture ospedaliere. Basti pensare all’Emilia Romagna e al Trentino, che devono rifare il proprio ospedale principale e parecchie strutture collegate.
Per restare all’esempio che meglio conosciamo, c’è il Nuovo Ospedale Trentino, che costerà più di un miliardo.
Non sarebbe male se, anziché ricorrere al Financial Project, si ottenessero i fondi dal MES, per poi restituirli in tempi accettabili con il tasso d’interesse che abbiamo visto essere più che conveniente.

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