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30 anni fa Mikhail Gorbachev faceva crollare l’Unione Sovietica

L’ultimo segretario del PCUS si dimetteva in tv e la bandiera rossa veniva ammainata sul Cremlino. È da considerare a tutti gli effetti uno dei fondatori dell’Europa odierna

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Michail Sergeevi? Gorba?ëv è nato il 2 marzo 1932, quindi oggi ha quasi 90 anni.
Poche persone possono vantare di aver modificato la storia quanto lui: ha disgregato l’Unione Sovietica e indirettamente poso le basi per la nascita dell’Europa come la conosciamo oggi.
Ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1985 al 1991, fu propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost e protagonista nella catena di eventi che portarono alla dissoluzione dell'URSS e alla riunificazione della Germania.
Dopo 30 anni mise dunque fine alla guerra fredda facendo crollare l’Unione Sovietica. Diede le dimissioni in TV e fece ammainare la bandiera rossa dal Cremlino.
 
Fu il primo passo per lo sconvolgimento più importante avvenuto nella seconda metà del XX Secolo. Successivamente infatti tutti i paesi appartenenti al Patto di Varsavia si staccarono dalla ormai ex URSS e il Muro di Berlino crollò come per miracolo in una notte.
Putin oggi è certo che russi, ucraini e bielorussi siano praticamente uno stesso popolo e che non aveva senso separarli. Anzi, non nasconde che la decisione di Gorbaciov sia stata «una delle maggiori catastrofi geopolitiche del XX secolo».
Ovviamente col senno di poi le cose sarebbero potute andare diversamente, ma di certo la Germania e di conseguenza l’Europa devono la massima riconoscenza a Gorbaciov perché, avendo riunito le due Germanie ha posto le basi per l’Unione Europea che viviamo oggi.
 
Gorbaciov è stato insignito con il premio Nobel per la pace, ma in Russia solo il 15% della popolazione lo ricorda con benevolenza.
Eletto presidente dell’Unione Sovietica nel marzo del 1990, dopo la sua politica di trasparenza e apertura, Boris Eltsin per la Russia, Stanislav Shushkevich per la Bielorussia e Leonid Kravchuk per l’Ucraina, senza esitazione firmarono il documento: «L’Urss come realtà geopolitica e soggetto del diritto internazionale, cessa di esistere».
Gorbaciov adesso si trovava a guidare una scatola vuota. Formalmente sotto di lui rimanevano Armenia, Kazakistan, Tajikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirgizistan, Georgia, Moldavia e Azerbajgian.
Di qui le ragioni delle sue dimissioni.
Il 21 fu la volta delle altre repubbliche (otto su nove, con l’esclusione della Georgia) a firmare la morte dell’Urss e l’adesione alla nuova Comunità di Stati Indipendenti creata dai tre Grandi nella foresta bielorussa.
 
Ma quel lontano giorno di Natale (europeo, perché in Russia il Natale cade il 7 gennaio), avvenne l’evento più importante per Unione Europea: l’unione delle due Germanie.
Da lì avvennero tutti i passi più importanti per l’UE.
Per questo noi consideriamo Gorbaciov a tutti gli effetti uno - sia pure indiretto - dei principali fondatori dell’Europa, al punto che dovrebbe essere insignito dal «Premio Degasperi Fondatori dell’Europa» che ogni due anni la Provincia autonoma di Trento dovrebbe conferire a personaggi che hanno contribuito concretamente alla costruzione dell’Unione.
L’ultimo insignito, non a caso, è stato Mario Draghi, premiato poco dopo la conclusione del suo mandato alla presidenza della Banca Centrale Europea.
Era il 2016 e da allora il premio biennale è stato dimenticato. Forse sarebbe il caso di riprenderlo.

GdM

Gorbaciov oggi.

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