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Se ne è andato David Maria Sassoli, aveva 65 anni

È stato un giornalista, conduttore televisivo e politico italiano. Dal 3 luglio 2019 era presidente del Parlamento europeo

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David Maria Sassoli era nato a Firenze il 30 maggio 1956
Giornalista professionista dal 1986, è stato vicedirettore del TG1 dal 2006 al 2009.
Eletto parlamentare europeo per il Partito Democratico nella VII legislatura europea, ha svolto il ruolo di capo della delegazione PD all'interno dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.
Rieletto alle Europee del 2014, è stato Vicepresidente del Parlamento europeo da luglio 2014 a maggio 2019.
 
A causa del lavoro di giornalista del padre Domenico, si trasferì in tenera età a Roma dove risiedette per lungo tempo. Dopo il diploma presso il liceo classico Virgilio si iscrisse alla facoltà di scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma, senza tuttavia terminare gli studi per dedicarsi completamente all'attività di giornalista.
Nel corso degli anni lavorò presso il quotidiano Il Tempo, l'agenzia di stampa Asca, nella redazione romana de Il Giorno, per poi essere assunto in Rai nel 1992.
La sua formazione giovanile si inserisce all'interno della tradizione del cattolicesimo democratico. Da giovane si interessò inoltre allo scautismo, in particolare dell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani.
 
David Sassoli era sposato con Alessandra Vittorini (1957), architetta, figlia dell'urbanista Marcello Vittorini, al vertice della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio de L'Aquila dal 2015[8], dalla quale ha avuto due figli, Livia e Giulio.
Colpito nel settembre 2021 da una grave forma di polmonite da legionella, venne ricoverato per alcuni giorni.
Nuovamente ricoverato dal 26 dicembre 2021 per una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario, è deceduto alle ore 1:15 dell'11 gennaio 2022 presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano.
 
 La carriera politica  
Nel 1985 passa alla redazione romana del quotidiano Il Giorno, dove per sette anni segue i principali avvenimenti politici e di cronaca. Durante questo periodo, è testimone diretto di alcuni eventi importanti come la caduta del Muro di Berlino (1989).


L’ingresso in politica di David Sassoli coincise con le elezioni del Parlamento europeo del 6 e 7 giugno 2009, quando il Partito Democratico lo candidò su proposta del segretario Dario Franceschini come capolista nella circoscrizione dell'Italia centrale.
Con 405.967 preferenze fu il primo eletto nella circoscrizione Italia centrale, risultando tra i più votati in Italia.
Anche grazie al risultato delle elezioni, diventò capogruppo del Partito Democratico all'Europarlamento. In un'intervista dichiarò di voler «dedicare il resto della sua vita alla politica».
Durante la 7ª legislatura divenne membro della Commissione Trasporti e Turismo e Relatore della proposta sul Cielo unico europeo; fu inoltre membro della delegazione interparlamentare UE-Israele.
 
Il 7 aprile 2013 Sassoli si candidò alle primarie del Partito Democratico, indette per stabilire il candidato sindaco di Roma alle elezioni amministrative di quell'anno. Ottenne il secondo posto con il 28% dei voti, davanti a Paolo Gentiloni, ma alle spalle del vincitore e futuro sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Nel 2014 si ricandidò alle elezioni europee con il PD, nella circoscrizione dell'Italia centrale. Il 1º luglio 2014 venne eletto Vicepresidente del Parlamento europeo con 393 voti, risultando il secondo più votato in quota PD-PSE, con delega alla Politica del Mediterraneo, al Bilancio e al Patrimonio.
Nel gennaio 2017 venne riconfermato Vicepresidente con 377 voti.
 
Nel corso della legislatura rivolse la propria attenzione alla politica euro-mediterranea e alle tematiche relative le materie di bilancio.
Come Vicepresidente responsabile per la politica euro-mediterranea rappresentò il Parlamento europeo in più occasioni ufficiali, sviluppando e intensificando un dialogo con le istituzioni dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Al termine di un negoziato per l’assegnazione del Segretariato EURO-MED, fu il promotore della sua assegnazione alla città di Roma.
Fece parte, nel maggio 2018, della missione elettorale dell’Unione europea in Libano.
 
Si ricandidò alle elezioni europee del 26 maggio 2019 con il PD, nella circoscrizione dell'Italia centrale, venendo nuovamente eletto con 128.533 voti.
Il 3 luglio 2019 venne eletto Presidente del Parlamento europeo, il settimo italiano a ricoprire la carica, con 345 voti al secondo scrutinio e con il sostegno dei gruppi europeisti.
Durante il suo discorso di insediamento sottolineò l'importanza di recuperare e rilanciare lo spirito costituente dell'Unione e richiamò il Consiglio dell'Unione europea alla necessità di discutere con il Parlamento la riforma del Regolamento di Dublino.
 
Come primo atto della sua presidenza decise di rendere omaggio a tutte le vittime del terrorismo in Europa, visitando la stazione della metropolitana di Maalbeek, uno dei siti degli attentati di Bruxelles del 2016.
In occasione dell'emergenza COVID-19, dichiarò di auspicare un bilancio comunitario che investa sulla ricerca scientifica, evitando «tagli sulla vita degli europei».
Si era dichiarato favorevole alla creazione di una centrale acquisti amministrata a livello europeo, alla quale gli Stati membri potevano aderire su base volontaria, in primis per negoziare condizioni più favorevoli per l'approvvigionamento condiviso di beni strumentali e di materiali sanitari di consumo.
Contestualmente, ribadì che la sanità, sebbene non fosse una delle competenze affidate all'Unione dai fondatori, poteva acquisire maggiore importanza qualora Stati membri lo avessero espresso, esprimendosi a favore di tale posizione politica.

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