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Siamo alle solite: L’UE discute sul vino… cancerogeno

Prima il Natale e adesso il vino. Ma gli europarlamentari non potevano dedicarsi al contrasto del caro energia e alla crisi Ucraina?

La relazione UE della Commissione Beca identifica il consumo di vino come «dannoso e cancerogeno».
Si tratta della nuova infelice strategia comunitaria ideata per sconfiggere il cancro, discussa nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo, dove i deputati discuteranno e voteranno le raccomandazioni del Comitato speciale per combattere il cancro (BECA), in particolare la relazione «Rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro» elaborata da Véronique Trillet-Lenoir.
È prevista pertanto una indicazione di pericolo per il cancro nelle etichette degli alcolici…
Il cancro dunque risalirebbe ai tempi di Noè e non lo sapevamo...
Da non credere. E, a parte questo, stiamo per assistere alla liberalizzazione della marijuana e alla condanna del vino?

Insomma è sempre attuale la battuta «si stava meglio quando si stava peggio».
Prima di Natale una commissaria zelante aveva proposto di togliere dalle festività natalizie il termine «Natale» per non suscitare la sensibilità di cristiano non è. Ovviamente si è sollevato il mondo di credenti e miscredenti per evitare che qualcuno togliesse dal vissuto della gente una festività che è condivisa da tutti come la più mistica del Mondo.
Ma a questo punto ci domandiamo perché, anziché rivolgere il pensiero a problematiche che non esistono, i nostri europarlamentari non si siano neppure sforzati di fare qualcosa per contrastare il caro energia e magari affrontare la crisi ucraina.
 
Non siamo i soli a lamentarci. Più puntuale di noi nella critica il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Siamo stanchi di questa Europa ossessivamente e puntualmente prodiga di novità sui prodotti tipici, che guarda caso vanno sempre a colpire dalla stessa parte: le tipicità, le vera agricoltura del prodotto tipico, quell’agricoltura della quale sono la culla i nostri territori».
«Dagli attacchi sulle denominazioni, come quello del Prosek – prosegue Zaia – a tutta una serie di fandonie che vengono fatte uscire rispetto alla presunta dannosità dei nostri cibi, nasce il sospetto che da quelle parti di alimentazione ne capiscano ben poco.
«C’è letteratura scientifica a iosa – prosegue – che conferma come il consumo responsabile di vino non solo non sia dannoso ma, anzi, possa avere effetti positivi su alcuni problemi di salute.»
 
«L’estremizzazione del prodotto tipico che fa male – aggiunge Zaia – può peraltro valere per qualsiasi altro alimento, alcolico o no, che, se consumato smodatamente, può creare danni, e questo lo sanno anche i bambini.
«Questa pletora di esperti che ciclicamente compare sulla scena per gettare fango sui nostri prodotti tipici – conclude Zaia – venisse ad esempio a vedere come stanno i nostri anziani, spesso centenari, che vivono nelle aree di produzione.
«È inspiegabile il motivo per cui l’agricoltura di qualità sia diventata l’obbiettivo primario di certi attacchi sconsiderati mentre magari, per altri prodotti industriali, si fa finta di non vedere.»
 
«Non c'è alcuna intenzione di prendere di mira una cultura gastronomica, il nostro lavoro sarà basato su dati scientifici, – dichiara la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides intervenendo nel corso della plenaria sul piano Ue della lotta contro il cancro. – L'Europa – spiega – ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e può causare diversi tipi di cancro, ecco perché abbiamo incluso un chiaro obiettivo nel nostro piano per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol, come sostenuto dall'Oms.»
Viva gli europeisti anomimi.

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