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Qatargate, il monito di Giacomo Santini, già europarlamentare

«Lo scandalo delle corruzioni non tocca minimamente le istituzioni europee ma solo le persone fisiche che ne sono coinvolte»

Lo scalpore dello scandalo che sta investendo le istituzioni europee per il caso di corruzione, che avrebbe come mandante il Qatar, non investe minimamente il Parlamento Europeo come istituzione ma solo le persone che ne sono al centro.
È giusto sottolineare questo distinguo per non confondere una grande arena di dibattito democratico, politico e anche economico per un volgare mercato di affari privati.
Proprio perché il Parlamento Europeo intende favorire il dibattito a tutto campo, concede spazi fin troppo generosi anche a soggetti che non ne sono parte integrante ma semplici «ospiti» come i «lobbisti» che circondano tutte le istituzioni europee.
 
Il tema non è nuovo e si evidenziò in tutta la sua complessità proprio negli anni in cui ero Deputato Europeo (1994-2004) al punto che fu allora che si decise di mettere un po’ di ordine in quel settore.
Lo stesso Parlamento decise di riconoscere la figura del «lobbista» concedendo delle credenziali che gli garantivano uno spazio per avvicinare i deputati e rappresentare le argomentazioni di loro interesse, relativamente a temi oggetto di dibattito, in particolare le normative in iter.
Fu istituito un elenco di lobbisti identificati e qualificati in virtù della serietà della materia di loro competenza e delle fonti che li inviavano ad esercitare quel ruolo: generalmente le grandi associazioni di categoria europee e nazionali.
 
Fu assegnato un «pass» identificativo grazie al quale tali soggetti possono entrare in determinate aree del Parlamento ed avere contatti con i deputati ai quali vengono evidenziate le particolari esigenze del settore oppure vengono proposti emendamenti modificativi di un testo in itinere.
Tutto nella più conclamata trasparenza.
 
Quindi, ciò che è emerso sul comportamento di taluni deputati europei italiani, loro assistenti ed addirittura di una vicepresidente del Parlamento Europeo greca, su presunte operazioni di corruzione del Qatar, esula dalla linea su descritta e si inserisce in una deprecabile attività di natura illecita, se ciò che viene loro imputato sarà comprovato.
Purtroppo non è la prima volta che emergono simili responsabilità personali e, in questo caso, sgomenta che ne siano coinvolti soggetti appartenenti a una parte politica, il PD italiano ed il gruppo socialista al Parlamento Europeo, sempre pronti a lanciare invettive e condanne verso i protagonisti di simili scandali, appartenenti a fazioni opposte.
Evidentemente la mancanza di trasparenza e i comportamenti ambigui non hanno colore.
 
Giacomo Santini
Già Deputato Europeo e Senatore

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