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Franco Frattini, quelle cene a Mattarello – Di Giacomo Santini

Io piango una persona amica, serena e leale. In politica non sono frequenti simili virtù

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Quando Franco Frattini fu eletto al parlamento italiano, con seggio in Alto Adige, io ero Deputato al Parlamento europeo per lo stesso Partito, Forza Italia.
Ne nacque una spontanea frequentazione sia per la condivisione di un territorio che apparteneva anche a me come circoscrizione europea, sia per affinità di origini politiche: entrambi professionisti prestati a un ruolo istituzionale più che carrieristi di partito.
Frequentemente, in occasione delle sue visite in Alto Adige a fine settimana, mi telefonava per fermarsi a cena a casa mia a Mattarello con il suo team.
Era l’occasione per essere aggiornati sugli eventi della settimana da Michaela Biancofiore, Giancarlo Innocenzi e altri dirigenti trentini.
 
In quegli incontri imparai da lui uno stile distaccato e sobrio nel valutare la politica, basato sulla serietà dell’impegno ma senza concessioni ad estemporaneità esteriori oltre i limiti della verità e del diritto.
Tali visite continuarono anche quando diventò ministro degli esteri e poi commissario europeo alla giustizia.
La cena del venerdì o del sabato sera a Mattarello era diventata un’occasione anche per concedersi un momento di rilassamento nell’intimità di una casa privata.
 
Ricordo che era una buona forchetta ed apprezzava un bicchiere di vino di qualità.
Aveva una simpatia per il caminetto che, appena entrato andava a rifornire di legna e lo stesso faceva più volte durane la serata.
Con lui, da ministro, aveva anche quattro uomini di scorta: due entravano a mangiare e due restavano di turno fuori dal cancello.
Una sera si verificò un fatto movimentato. I vicini di casa, notati due individui appostati vicino al mio cancello, chiamarono i carabinieri e subito una vettura di servizio accorse.
Ci fu un momento di imbarazzo nel qualificarsi reciprocamente ma tutto si risolse.
 
All’indomani il comandante della stazione dei carabinieri di Mattarello mi chiese di avvertire in caso di simili visite, come prevede un severo protocollo.
Dell’enorme significato politico e istituzionale di tale perdita sono pieni i notiziari di ogni forma di media.
Rimane una magra consolazione nel constatare che, grazie al suo talento, nonostante la scomparsa prematura, ha avuto l’opportunità di rivestire alcuni tra i più alti incarichi istituzionali.
Certamente altri lo avrebbero premiato in futuro.

Io piango una persona amica, serena e leale. In politica non sono frequenti simili virtù.

Giacomo Santini

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