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«No» alla legge europea sul ripristino della natura

L’europarlamentare Dorfmann: «È una legge mal fatta e ostile all’Autonomia»

«La promozione e la protezione della biodiversità sono una nostra priorità, ma questo non è l’approccio adeguato».
Così l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann si è espresso mercoledì in Parlamento europeo contro la proposta di legge sul ripristino della natura.
«Le norme avanzate dalla Commissione europea sono lontane dalla realtà e in alcune parti pure scriteriate, – sostiene Dorfmann. – Tra l’altro, in Alto Adige le nostre direttive locali sulla tutela del paesaggio funzionano già, non abbiamo bisogno dell’intervento di Bruxelles.»
 
Ieri pomeriggio, a Strasburgo, il Parlamento europeo ha votato la proposta di regolamento sul ripristino della natura.
Con una maggioranza risicata la posizione dell’Eurocamera sul rapporto della Commissione è passata.
Allo stesso tempo, sono comunque stati adottati importanti emendamenti presentati dal Partito Popolare Europeo: secondo il principio della conservazione contrattuale della natura, le perdite che possono derivare da questo regolamento dovranno essere compensate.
«Per noi è importante, questo approccio va nella giusta direzione», – spiega Herbert Dorfmann.
 
Per Dorfmann il testo non funziona già a partire dal titolo.
«L’iniziativa in realtà tratta di tutela del paesaggio. Un tema sul quale nella nostra Regione lavoriamo già da decenni, con risultati molto positivi», – continua l’europarlamentare, che è portavoce del Partito Popolare Europeo in commissione agricoltura.
 
Non è un caso se il Sudtirolo ha sempre difeso con determinazione queste competenze dall’interferenza dello stato, al fine di poter preservare il suo paesaggio culturale e naturale con regole ad hoc.
Sono state create autorità competenti in materia. La ripartizione della responsabilità tra Provincia e comuni funziona.
«Farci dire da Bruxelles in che modo tutelare il nostro paesaggio è contrario alla nostra concezione di Autonomia, – dice Dorfmann facendo l’esempio della direttiva Habitat, che all’inizio doveva essere limitata alle aree protette. – È ora di riconoscere che la direttiva Habitat riduce il nostro margine di manovra a livello locale, come nel caso della gestione del lupo.»
 
Dorfmann critica anche il divieto assoluto di deterioramento iscritto nella proposta di regolamento.
«Sulla carta suona ovviamente bene, ma nella pratica significa che le autorità di Bruxelles possono impedire anche i più piccoli interventi sul paesaggio, – dichiara Dorfmann che cita, come esempio, il cambiamento nel tipo di utilizzo di un territorio da foresta a prato. – Lo status quo diventerebbe immutabile e saremmo difficilmente in grado di rispondere alle esigenze locali», – denuncia l’europarlamentare.
 
Il testo attuale contiene lacune ancora più gravi.
Esso prevede l’abbandono del dieci per cento della superficie agricola in Europa.
«Una regola generale di questo tipo non ha senso. Bisogna invece determinare dove sono necessarie le aree di biodiversità, – argomenta Dorfmann, secondo il quale un abbandono generalizzato dei terreni agricoli è semplicemente irresponsabile. – Sprattutto in un periodo in cui la sicurezza alimentare è tornata a essere centrale.»
 
L’obiettivo dovrebbe essere invece quello di promuovere il più possibile la sostenibilità nelle aree dove oggi si fa già agricoltura.
«La giusta direzione è quella indicata dalla politica agricola comune europea, nell’ambito della quale investiamo ogni anno 20 miliardi di euro in programmi di tutela del paesaggio, sostenibilità e biodiversità», – ha dichiarato Herbert Dorfmann, che invita a puntare su questi strumenti ben collaudati, invece di aprire nuovi cantieri per i quali non esiste un piano efficiente.
 
Anche se per ora questa proposta è stata approvata, molti punti critici potrebbero venire presto smussati dai numerosi emendamenti adottati.
Si attende quindi ora il prossimo passo, quando la relazione entrerà nei negoziati a tre con il Consiglio dell'UE.

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